Chewing and spitting: un disordine alimentare sommerso

Il Chewing and spitting, letteralmente “masticare e sputare”, è un disordine alimentare sommerso, spesso non riconosciuto come tale, per il quale le persone tardano a chiedere aiuto. Ma le conseguenze sul piano fisico e psicologico possono essere allarmanti quanto quelle di disturbi come anoressia e bulimia.

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Masticare e sputare il cibo subito dopo senza ingoiarlo, questo comportamento compulsivo, denominato in inglese Chewing and spitting, era precedentemente classificato fra i disturbi alimentari non altrimenti specificati del DSM IV.

Oggi nel DSM V non viene più menzionato come disturbo a sé stante, ma inquadrato come comportamento sintomatologico associato o svincolato da un disturbo alimentare diagnosticabile. Si tratta di un comportamento innocuo solo in apparenza, che può danneggiare seriamente la vita della persona.

 

Chewing and spitting: un comportamento innocuo solo in apparenza

Il Chewing and spitting è un comportamento compulsivo che interessa circa il 25% delle persone con anoressia o bulimia, ma può presentarsi anche da solo senza che la persona manifesti altri comportamenti che soddisfino i criteri per uno specifico disturbo alimentare.


In entrambi i casi, si tratta di un comportamento compulsivo messo in atto, almeno inizialmente, allo scopo di assaporare grandi quantità di cibo senza che questo venga assorbito dall’organismo e provochi un aumento di peso.

Si tratta di un comportamento apparentemente più “innocuo” e meno faticoso delle condotte di compenso bulimiche (vomito autoindotto, abuso di lassativi e diuretici, esercizio fisico) e del rigido controllo autoimposto dagli estenuanti digiuni dell’anoressia. Eppure si tratta di una “soluzione” solo in apparenza: gli effetti sono potenzialmente molto gravi e tutt’altro che protettivi rispetto all’aumento di peso. 

 

Chewing and spitting: conseguenze fisiche e psicologiche

La prima digestione avviene in bocca: mai questa massima fu più vera come nel caso del Chewing and spitting. Gli enzimi digestivi contenuti già nella saliva iniziano in parte a digerire (e quindi ad assimilare) il cibo che transita, anche se temporaneamente, nella bocca. Queste persone ricorrono a questo comportamento per poter assaporare quantità di cibo molto grandi e riescono ad adottarlo anche svariate volte al giorno, con una frequenza che può essere anche molto superiore a quella delle classiche abbuffate bulimiche.


Questo fa sì che la parziale assimilazione che comunque avviene già durante la masticazione porti ad un introito calorico comunque consistente. Da non dimenticare poi che il processo di masticazione attiva la produzione di grelina, l’ormone dell’appetito, per cui masticare e sputare può causare un aumento della fame, una maggiore perdita di controllo sul comportamento alimentare e provocare un più frequente ricorso a questo stesso comportamento. La masticazione inoltre attiva la secrezione di succhi gastrici che preparano lo stomaco ad accogliere il cibo, se questo non accade perché il cibo viene sputato invece di essere ingoiato, queste sostanze secrete “a vuoto” irritano ripetutamente le mucose gastriche predisponendo alla formazione di ulcere a altri disturbi piuttosto seri.


Questo circolo vizioso può instaurare una vera e propria dipendenza, tale per cui la persona riduce il tempo dedicato allo studio o alle interazioni sociali per il Chewing and spitting vivendo anche un forte senso di vergogna e colpa per il proprio comportamento.

 

Chewing and spitting: le cure

Il Chewing and spitting come disordine alimentare è poco riconosciuto e spesso sottovalutato dalle persone stesse, che tardano quindi a chiedere aiuto o potrebbero non richiederlo affatto. L’illusione, assolutamente falsa, è che masticare e sputare il cibo equivalga a non averlo mai portato alla bocca, al pari delle condotte di compenso bulimiche.


Se queste ultime però coinvolgono il corpo in processi comunque invasivi e faticosi, sputare “semplicemente” ciò che si è appena masticato viene percepito come qualcosa di straordinariamente facile, innocuo e alla portata di tutti. L’estrema pericolosità di questa condotta risiede proprio nella “facilità” con cui può venir messa in atto e tenuta nascosta agli altri e a sé stessi: non lascia segni fisici nell’immediato e la persona si convince che è come se il Chewing and spitting non fosse mai avvenuto.


Quando la compulsione prende però il sopravvento ci si ritrova prigionieri di una condotta che non ci si sente più in grado di governare (come con le abbuffate bulimiche o i digiuni anoressici) e che può portare a danni fisici molto seri.


A prescindere che il Chewing and spitting non sia riconosciuto ufficialmente come disturbo alimentare a sé stante, rappresenta un disordine del comportamento alimentare che al pari di altri provoca forte dipendenza, vergogna e sensi di colpa. Si tratta di una condotta che rivela un malessere emotivo che ha bisogno di poter essere espresso in parole e ascoltato. Sebbene, come in tutti i disturbi alimentari, quello del cibo e del peso corporeo rappresenti il pensiero dominante della persona, il cibo non è il problema. È quindi quanto mai utile rivolgersi ad uno psicologo e intraprendere un percorso di psicoterapia.