Spiritual coach: quando la forza è nello spirito

Il coaching ci aiuta a sviluppare il nostro potenziale, a realizzare il nostro scopo nella vita e, perché no, a compiere il destino che Dio ha per noi. Vi sembra esagerato? No, se pensiamo che anche un frate può offrire consulenze aziendali e occuparsi della forma fisica dei dirigenti d’impresa. Un esempio? Padre Tobias Breer, allenatore di manager di successo a Duisburg. Parliamo di uno spiritual coach

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Un prete coach? E’ la nuova tendenza tra i dirigenti tedeschi. Lo spiritual coach è una figura molto vicina al life coach con la differenza che mentre quest’ultimo si concentra principalmente nel fare ottenere ai propri clienti risultati tangibili, quali carriera e relazioni, lo spiritual coach si concentra sulla forza dello spirito. In particolare esso lavora sull’armonizzazione di corpo, mente e spirito insieme, in modo da far raggiungere un equilibrio pieno e bilanciato. Per il coaching inteso in modo classico l’allenamento è fondamentalmente mentale, mentre nello spiritual coaching è anche religioso.

Il rapporto tra lo spiritual coach e il proprio cliente è di norma molto profondo e basato sulla condivisione di valori spirituali. Il cliente nei vari incontri prende coscienza delle sue caratteristiche interiori e, diventando presumibilmente più autentico e trasparente, sarà in grado di esprimersi più in linea con i propri valori.

 

Spiritual coach: chi è Padre Tobias Breer

Padre Tobias Breer è un frate tedesco, spiritual coach di successo e fondatore del Kompetenzcenter Mensch, un centro dedicato alla valorizzazione e allo sviluppo delle potenzialità dell’essere umano. Imprenditori, manager, dirigenti ormai giungono dalle parti più disparate del mondo per incontrarlo. Questo perché anche il mondo del lavoro sta rivalutando negli ultimi anni la fede come elemento importante da cui trarre forza.

Oggi come oggi in un mondo del lavoro in cui le persone non riescono a stare al passo con i loro compiti, i loro impegni, con le loro relazioni si rende necessario ripristinare un approccio etico. “Nell’imprenditoria avere una morale non è un lusso, ma un segno di qualità”, afferma Padre Breer. Questo spiritual coach viene da tutti definito come un uomo moderno, aperto, per nulla dogmatico: i suoi clienti possono preferire la pratica dello zen alla preghiera, a quest’ultima ci pensa lui. Egli rimane un uomo di fede e non dimentica la sua missione, ma con i suoi studi sulla psicologia e la gestione del cambiamento riesce ad offrire qualcosa in più ed affascina credenti e non credenti, che arrivano anche a persuadersi su come la preghiera possa dare forze ed energie immense.

 

Spiritual coach: roba solo per credenti?

Spiritualità e religione vengono spesso considerati come sinonimi e ciò è alquanto impreciso: anche i non credenti infatti rivendicano una propria dimensione spirituale e non necessariamente lo spiritual coach è un prete. Questa sottile distinzione comporta che la spiritualità assuma, rispetto alla religione, alcune connotazioni tipiche: alla fede si attribuisce un carattere più personale e meno dogmatico, più aperto alla sperimentazione e basato sull’esperienza personale.

“Trovando voi stessi, sviluppando il vostro io e la vostra personalità, otterrete una forza fisica e spirituale che fino ad ora non conoscevate”, scrive Padre Breer. Dunque lo spiritual coach può innescare quel circolo virtuoso per cui conoscendo se stessi si acquisisce una maggiore forza spirituale, ed una maggiore spiritualità ci aiuta a trovare energia nelle proprie risorse e forse, perché no, anche in una fede.

 

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