Quando la musica cambia il sapore dei cibi

La musica cambia il sapore dei cibi? Quello che è certo è che un sottofondo musicale può influenzare il modo in cui gustiamo gli alimenti, la quantità e la velocità a cui li mangiamo. Classica, hip-hop, jazz ce n’è per tutti i gusti purché si tratti di cibi emozionalmente connotati.

Quando la musica cambia il sapore dei cibi

Se forse è azzardato dire che la musica cambia il sapore dei cibi è certo però che può influenzare il modo in cui li mangiamo e la gradevolezza del gusto che percepiamo.

Questo almeno per quegli alimenti che per noi hanno una valenza emozionale particolare: la musica suscita emozioni e ben si accompagna al consumo di questi cibi.

 

La musica influenza quanto e come mangiamo

Uno studio apparso sulla rivista Appetite sembrerebbe confermare la relazione fra musica e percezione del gusto e del sapore dei cibi. I ricercatori hanno reclutato un gruppo di 78 studenti universitari sui quali hanno studiato gli effetti della musica sul consumo di alcuni cibi.

I risultati evidenziano come la musica avrebbe un effetto sia sul quantitativo di cibo consumato che sulla durata dei pasti. A risultati complementari giunge un precedente studio sul consumo di cibi e musica nei fast food.

Sembrerebbe infatti che mantenere un basso livello di musica e di illuminazione contribuisca a creare un ambiente più rilassato in cui aumenterebbe la piacevolezza percepita del cibo riducendone il consumo.

 

Il jazz e il cioccolato…

E’ di recente pubblicazione sul sito della rivista Appetite uno studio proveniente da un gruppo di ricercatori dell’Università del Kansas che ha esplorato se e come la musica influenzi la percezione del sapore dei cibi a seconda che questi siano o meno emozionalmente connotati.

Il legame fra cibo e emozioni è molto forte soprattutto per alcuni alimenti associati a particolari ricordi o soggetti ad essere utilizzati come comfort foods nei momenti di maggiore stress.

Ebbene, secondo questo gruppo di ricercatori, in certo tipo di sottofondo musicale influenzerebbe il sapore dei cibi più emotivamente connotati come il cioccolato, mentre non avrebbe un’influenza significativa sul sapore percepito di altri alimenti più emozionalmente “neutri”. I

n particolare, il jazz sarebbe uno dei generi musicali più influenti dell’aumentare la gradevolezza del sapore di questi cibi.

 

Ogni cucina ha la sua “musica”?

Secondo lo psicologo sociale Leon Rappoport, l’associazione fra musica e sapore dei cibi avrebbe anche una valenza culturale.

Diversi tipi di musica, infatti, potrebbero essere stabilmente associati a differenti tipologie di cucine in base a stereotipi culturali condivisi, almeno nella cultura statunitense che è quella entro la quale l’Autore ha svolto le sue ricerche.

I risultati sono esilaranti: se la musica country e western sarebbero associate al barbecue e al pollo fritto, il rock varrebbe da sottofondo ad una pizza o un hamburger, mentre la più sofisticata e colta musica classica meglio si accompagnerebbe ad un’aragosta (Rappoport, L., Come mangiamo: appetito, cultura e psicologia del cibo, Ponte alle Grazie, 2003).

Che un sottofondo musicale di un certo tipo sia in grado di influenzare i comportamenti di consumo delle persone è storia nota, almeno nel marketing commerciale; queste ricerche evidenziano comunque ancora una volta quanto l’alimentazione rappresenti per noi onnivori esseri umani un comportamento dalle valenze psicologiche complesse e inevitabilmente multisensoriali.

 

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