Interpretare i sogni per conoscersi

“I sogni son desideri” recita una nota canzone Disney… L’idea dell’interpretazione dei sogni suscita spesso molta curiosità, ma non a tutti è chiaro in che modo questi possano essere utilizzati per la conoscenza di sé.

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Il celebre testo di Sigmund Freud L’interpretazione dei sogni (trad it. Opere 1899. Volume terzo, Collana Opere di Sigmund Freud n.3, Torino, Boringhieri, 1971) fu pubblicato per la prima volta il 14 novembre 1899; la casa editrice, tuttavia, scelse deliberatamente di datare il frontespizio dell’Opera all’anno 1900.

Questo piccolo aneddoto rappresenta una trovata di marketing più che geniale: l’editore evidentemente intuì la portata rivoluzionaria dell’Opera e volle assegnarle una data simbolica che rimandasse a quanto essa fosse destinata a segnare un cambiamento epocale nella psicologia e nella cultura moderna.

E la storia gli ha dato più che ragione dato che il concetto di interpretazione dei sogni è entrato a far parte non soltanto dei presupposti teorici e metodologici degli psicoterapeuti, ma anche del senso comune e dei modi con i quali le persone e le varie culture moderne occidentali guardano ai sogni come possibili “indizi” (Ginzburg C., Miti emblemi spie, Einaudi, 1986) per la conoscenza di sé.

 

L’ interpretazione dei sogni nel mondo antico

La pratica di interrogare i propri sogni alla ricerca di una qualche rivelazione indiziaria sulla vita presente o futura è in realtà molto antica. Già Greci e Romani – ma anche gli Egizi, i Babilonesi e altre popolazioni del medio oriente – praticavano precisi riti di “incubazione” dei sogni, volti a richiamare in sogno la manifestazione profetica di una qualche divinità al fine di risolvere malattie fisiche e altre problematiche.

In epoca antica quindi l’interpretazione dei sogni coincideva essenzialmente con l’arte divinatoria e le immagini oniriche erano considerate emanazione di una qualche divinità sovrannaturale e non già una manifestazione dell’inconscio del sognatore.

Ad ogni modo, l’idea che la dimensione onirica rappresenti un’area di esperienza diversa dalla vita diurna e che sia portatrice di messaggi che devono essere codificati con strumenti diversi da quelli della logica cosciente è in qualche modo connaturata agli esseri umani fin dall’inizio dell’esistenza delle varie culture antiche.

I sogni degli antichi tuttavia non erano considerati ancora strumenti per la conoscenza di sé: tutto era nelle mani degli déi e ben poca cosa dell’attività onirica veniva attribuita all’uomo.

 

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Interpretazione dei sogni e individualità del sognatore

Il valore della moderna psicologia dinamica sta nell’aver considerato le immagini oniriche espressione della psiche del sognatore e quindi potenziali messaggi del suo inconscio.

I sogni dunque esprimerebbero in termini metaforici e simbolici messaggi importanti riguardanti le motivazioni o i conflitti della nostra psiche profonda e di problematiche umane più generali.

Un sogno ad esempio, può andare a mostrarci un nodo conflittuale che non avevamo portato ancora alla coscienza, le potenzialità/pericoli di una fase di passaggio del nostro ciclo di vita o indicarci strade future e possibili strategie di problem solving.

L’interpretazione dei sogni non è tuttavia qualcosa che si possa fare individualmente tramite un manuale o un codice di significati prestabilito. Dalla numerologia ai testi divulgativi oggi in commercio, troviamo varie sedicenti “tecniche” offerte al vasto pubblico per l’interpretazione dei sogni.

Niente di più ingannevole: nessun sogno – se se ne voglia ricavare qualcosa per la conoscenza di sé - può essere interpretato a prescindere dall’individualità del sognatore e dai suoi personali significati.

 

Libere associazioni e conoscenza di sé

Il metodo delle libere associazioni utilizzato, seppur con delle differenze, sia da Freud che da Jung per l’interpretazione dei sogni ci dà la misura di quanto un sogno non possa avere significati dati a priori ma sia fortemente ancorato della specificità della psiche individuale.

Solo le associazioni spontanee che l’autore del sogno riferisce a proposito delle immagini oniriche possono costituire una traccia per la loro interpretazione. Una stessa immagine/vicenda narrata può rappresentare contenuti molti diversi in persone diverse.

Esiste per ognuno una sorta di simbolismo individuale tale per cui determinati elementi sognati assumo significati assolutamente peculiari rispetto ai contenuti della psiche individuale.

Accanto a questo vi sono dei simbolismi universali, quelli che Jung definisce immagini archetipiche, che rimandano a significati universali, insiti nella psicologia di ognuno di noi (si pensi alla Grande Madre).

Quando i sogni presentano queste valenze archetipiche esprimo solitamente messaggi molto importanti per la psiche profonda. Ma perché le libere associazioni?

 

La logica inconscia dei sogni

I sogni non parlano il linguaggio logico-razionale cui siamo abituati da svegli, ma seguono le leggi della logica inconscia della mente (Matte Blanco I., L’inconscio come insiemi infiniti, Einaudi, 1981) dove, per così dire, tutto è il contrario di tutto. Per questo è così difficile raccontarli “fedelmente”: si ha sempre la sensazione che le parole siano insufficienti a descriverli esaustivamente (Jung infatti rappresentava graficamente molte delle sue immagini oniriche) e che più si insista a costringerli in una descrizione razionalmente “logica” e meno se ne colga l’essenza, un po’ come quando annusiamo prolungatamente un certo profumo: finiamo col venirne assuefatti, non riusciamo più a distinguerlo né a percepire gli altri odori intorno a noi.

Nei sogni non valgono le leggi di spazio-tempo, né il principio di non contraddizione (possiamo spostarci da un luogo ad un altro, essere ora noi stessi, ora un’altra persona, essere figli o essere genitori di nostri genitori ecc.).

Inoltre un oggetto o persona può essere una rappresentazione metaforica di altro (ad esempio una parte di noi stessi, un nostro impulso interiore ecc) e una singola immagine può condensare simbolicamente un insieme piuttosto complesso di significati. Quella che i sogni offrono dunque è una conoscenza di sé “indiziaria” che può dispiegarsi gradualmente solo utilizzando le capacità intuitive, simboliche della mente.

 

Interpretazione dei sogni e conoscenza di sé in psicoterapia

Un altro elemento caratterizza l’interpretazione dei sogni propriamente detta: si tratta di un processo non individuale, ma inevitabilmente relazionale. Un sogno viene interpretato durante un dialogo fra due persone: il paziente e il terapeuta ed è questo contesto dialogico, professionalmente orientato, a rendere possibile un’interpretazione del sogno utile e scientificamente fondata.

Fanno forse eccezione a questa regola i padri della moderna psicologia dinamica: Freud e Jung si avvalsero spesso dell’autoanalisi dei loro sogni per la costruzione dell’impianto teorico delle loro dottrine, sebbene anche all’epoca non mancassero densi scambi epistolari nei quali questi e altri pionieri della psicoanalisi solevano scambiarsi le proprie esperienze oniriche e relative interpretazioni.

Nessun significato può esser dato a priori comunque e nessun terapeuta potrà interpretare un sogno senza la collaborazione del sognatore stesso. Scrive a questo proposito Jung:

“preferisco, quando la comprensione è unilaterale, dire tranquillamente che non capisco: infatti la comprensione del terapeuta, in fondo, non conta e tutto dipende invece dal fatto che comprenda il paziente. L’intendere dovrebbe quindi essere piuttosto un ‘intendersi’, frutto di una riflessione comune” (Jung, C.G., 1934, L’applicabilità pratica dell’analisi dei sogni, in Pratica della psicoterapia, p. 243, trad. it., in Opere vol. 16, Boringhieri, Torino, 1981).


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