Creare il silenzio artificiale: psicopatologia o adattamento alla vita moderna?

Vi piacerebbe avere una bacchetta magica per creare una bolla di silenzio artificiale intorno a voi? C’è chi promette diverrà presto realtà… Un tentativo disperato per adattarsi alla vita moderna?

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Si chiama Muzo ed è un apparecchio grande poco più di un cellulare che promette di creare una bolla di silenzio artificiale in ogni luogo voi vi troviate per isolarvi dai rumori esterni e, all’occorrenza, non farvi udire dagli altri. Un’isola di riservatezza nel caos della vita moderna insomma. Il progetto è approdato da tempo su kickstarter, la piattaforma americana di fundraising. 

Non sappiamo se e come avrà successo, ma l’ipotesi è certamente interessante. Isolarci dagli altri “al bisogno” sarà davvero la sfida del futuro?

 

Creare il silenzio artificiale

L’apparecchio in questione, si apprende dal video presente sulla piattaforma, può essere azionato in qualunque luogo semplicemente appoggiandolo su una superficie e pigiando un tasto. I rumori di un ufficio affollato, il frastuono del traffico urbano, le voci in un locale gremito di gente o, più semplicemente, il vostro partner che urla davanti alla partita in tv o aziona il frullatore proprio mentre rientrate a casa…Creando una bolla di silenzio artificiale tutto questo vi sembrerà un ricordo lontano e vi sentirete come foste da soli senza nessuno intorno a voi…. Eh già, “come se”…

 

Silenzio reale e silenzio artificiale

Poco o nulla da dire sugli evidenti vantaggi pratici di una tale “stregoneria”: potersi concentrare, rilassare o impegnare in una conversazione privata senza farsi distrarre o ascoltare da altri ha delle ripercussioni evidentemente positive sulla nostra vita.

Quando ci riusciamo, per così dire “naturalmente”, lo apprezziamo e generalmente siamo abituati a dover difendere e tutelare continuamente il nostro spazio personale, che sia uno spazio dedicato al riposo o al lavoro. Lo facciamo ogni giorno a volte senza neanche rendercene conto: decidiamo se rispondere o meno ad una telefonata, prenotiamo un tavolo in un locale riservato quando abbiamo un incontro privato, negoziamo quotidianamente il rispetto delle nostre esigenze con le persone con cui viviamo…

Gli esempi potrebbero continuare, in fondo compiamo continuamente delle scelte per trovare, nonostante tutto, un posto buono per noi; per ricavarci uno spazio che sia, almeno temporaneamente, nostro in mezzo al caos dei luoghi urbani e domestici in cui viviamo. Siamo quindi psicologicamente programmati e abituati, volenti o nolenti, a tener conto continuamente della presenza/assenza degli altri intorno a noi. Dobbiamo tutelare di volta in volta i nostri spazi, negoziare le nostre esigenze con quelle altrui e così via. “La mia libertà finisce dove inizia quella degli altri” recita un vecchio adagio… Col silenzio artificiale dovremo forse ricrederci?

 

Isolarsi dagli altri con il silenzio artificiale

Se potessimo “magicamente” ritirarci in una bolla di silenzio artificiale ogni volta che la presenza altrui ci risulta molesta, quale atteggiamento avremmo a lungo andare nei confronti di questi “altri” divenuti alieni silenziosi al di là del nostro muro invisibile?

Forse li ameremmo più di prima perché avremmo a che fare con loro – dai conoscenti ai familiari – solo quando ne avremmo voglia o bisogno? O forse finiremmo col considerarli delle presenze in fondo non del tutto “umane”, non del tutto reali davanti alle quali, come alla tv, premere il tasto “mute” per preservare il nostro bisogno di privacy? Immaginate un apparecchio come Muzo – magari fra 20 anni – alla portata di tutti come un qualunque smartphone… Immaginate di entrare che so, in un ristorante o in un ufficio affollati e di osservare le persone immerse nelle loro bolle di silenzi artificiali… Lo scenario probabilmente è più adatto ad un racconto di fantascienza che alla realtà, almeno per ora.

Tuttavia, l’idea del silenzio artificiale affascina e inquieta allo stesso tempo… Che valore daremmo al nostro tempo, ai nostri spazi personali e al tempo passato con gli altri se fosse tutto sempre “a portata di click”? Se il silenzio artificiale si potesse riprodurre in ogni momento, non saremmo più costretti a scegliere un luogo tranquillo per incontrare una data persona o a ricavarci un momento, uno spazio della casa in cui poter stare da soli.. Ogni momento, ogni luogo equivarrebbe a qualunque altro… I tempi e gli spazi che dedicheremmo a noi stessi e agli altri avrebbero ancora lo stesso valore?

 

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