Percezione e prospettiva

“Il più grande nemico d'ogni forma d'apprendimento è ciò che già sappiamo. Non possiamo negare ciò che sappiamo, ma possiamo, trasformarne la relazione, spostandoci così verso nuove opportunità e possibilità sino al quel momento sconosciuto.” John Hanley sr

Percezione e prospettiva

Percezione e prospettiva

La mancanza di disponibilità a cambiare prospettiva è tra le resistenze maggiori che ho incontrato sinora nell'attivare un qualsiasi processo di cambiamento. “Sedersi” in un posto che non sentiamo il “nostro” a volte ci costa enormi sforzi, ed una volta seduti ci sentiamo stranieri e stentiamo a riconoscere il luogo che prima ci era familiare. Consideriamo sovente un possibile cambio di prospettiva come una pericolosa perdita di dati acquisiti. Perdita che viviamo come un attacco mirato contro di noi costruendo conversazioni di questo tipo:  

 

Se non vedrò più le cose da questo punto di vista chissà che riuscirò mai a vedere?

Sicuramente non vedrò e non disporrò più di quello che ritengo indispensabile per proseguire.

Lo spostamento di visuale rappresenta una minaccia non un aiuto, un nemico non un alleato.

Se il cambiamento, cercato o forzato, bussa alla porta solo una cosa ci appare distintamente chiara: resistere !

Mi oppongo ai nuovi stimoli cercando di consolidare ciò che so, ciò che ho, ciò che faccio.

Rafforzo così le fondamenta di quella che credo essere una parte sicura della mia’ identità.

Questione d'interpretazioni senza dubbio.

 

Ma sarà proprio vero che cambiare di prospettiva significa perdere?

Uno dei miei Trainer spesso ripeteva che: "il più grande nemico d'ogni forma d'apprendimento è ciò che già sappiamo. Non possiamo negare ciò che sappiamo, ma possiamo trasformarne la relazione, spostandoci così verso nuove opportunità e possibilità sino al quel momento sconosciute.”

Mi piace proporre questo tassello nel cambiamento come una sorta di stand-by delle nostre convinzioni, (non mi riferisco qui a principi e valori di riferimento), del nostro modo d'interpretare ciò in cui crediamo.

Questo cambio anche solo momentaneo della nostra visuale del mondo non ci deruba di ciò in cui crediamo, o di ciò che sappiamo, ma lo depone in una zona metaforicamente neutra.

Saremo poi a noi decidere se quello che di nuovo ci è apparso cambiando angolazione è più valido rispetto a quel che vedevamo, e se potrà essere più funzionale per gli obiettivi che ci siamo posti e appagante per il nostro percorso di vita. Potremo scegliere se  considerare se sostituirlo, amalgamarlo., o tornare a ciò che sapevamo. Il valore aggiunto è la scelta che possiamo fare, l’opzione in più che grazie allo spostamento di prospettiva abbiamo acquisito, in termini d’esperienza e d’apprendimento.

Qualunque decisione prenderemo  probabilmente avremo conquistato qualche spazio nuovo di libertà interiore.

 

 

Non posso certo dire se sarà meglio quando sarà diverso: ma posso dire: è necessario che cambi se deve migliorare. G.C. Lichtemberg Libretto di consolazione