Il sostegno psicologico agli adolescenti via Facebook

Facebook mostra il suo lato sociale e lo fa soprattutto agli adolescenti. Il sostegno psicologico può e deve farsi amiche le nuove tecnologie che offrono un luogo conosciuto e protetto dall'anonimato. In Italia, Firenze e Milano offrono luoghi di condivisione di esperienze in cui parlare con giovani ed esperti.

Il sostegno psicologico agli adolescenti via Facebook

 

Quando ero una bambina nei momenti di massima ribellione all'autorità genitoriale la mia più grande (sciocca) provocazione era quella di chiamare un telefono amico. Oggi è Facebook ad offrire agli adolescenti il luogo dove trovare un sostegno psicologico. La facilità di uso della piattaforma e soprattutto la possibilità di accedervi lontano dagli sguardi degli adulti fa di Facebook uno strumento utile e non solo pericoloso per quei giovani che non riescono ad aprirsi con i grandi, ma che hanno bisogno di sfogare un disagio.

 

Perché Facebook per ottenere del sostegno psicologico

Perché usare Facebook per offrire ascolto e sostegno psicologico agli adolescenti? Che ci piaccia o meno i dati dicono tutti che i giovanissimi passano molto tempo online e lo fanno spesso per sottrarsi al controllo dei genitori. Certo per mamme e papà non è facile restare tranquilli pensando ai propri piccoli alle prese con il mondo filtrato dalla Rete, ma almeno quando ci sono delle buone proposte in gioco è meglio farseli amici questi ambienti piuttosto che combatterli. La supervisione degli adulti forse può intervenire con più successo ancora prima dell'accesso in Rete, quando si costruisce un rapporto di fiducia con il proprio figlio e gli si spiega come usare Facebook invece di evitarlo. I social network come gli altri ambienti online offrono lo schermo dell'anonimato e garantiscono all'adolescente quella protezione alla propria fragilità psicologica di cui hanno bisogno.

 

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Il primo servizio di aiuto psicologico via Facebook

Il comune di Firenze è il primo in Italia ad aver intuito le potenzialità sociali del più diffuso social network dei nostri tempi. Il servizio si chiama "Youngle" ed è uno spazio virtuale gestito da ragazzi (formati da un team di psicologi esperti) per dialogare con gli adolescenti. Su Facebook i ragazzi troveranno dei coetanei con cui chattare che sono stati selezionati sulla base delle proprie attitudini all'empatia e alla capacità di cogliere segnali di disagio psicologico. I temi trattati sono i più sentiti dagli adolescenti e quelli su cui è più difficile richiedere sostegno: sessualità, alimentazione, affettività e consumo di sostanze.

 

L'esperienza milanese

Un altro esempio di supporto al disagio psicologico via internet è "Zheng", nato da un'idea del giornalista Alessandro Calderoni grazie all'aiuto e alle competenze di un pool di psicologi dell'ospedale Fatebenefratelli di Milano. Zheng non è un servizio che gestisce delle situazioni di emergenze, bensì nasce dalle potenzialità di Facebook di poter raggiungere gli adolescenti alla nascita del loro disagio impendendo allo stesso di cronicizzarsi o di peggiorare. Il sostegno psicologico è inteso a 360 gradi, anche per coloro che semplicemente hanno voglia di raccontarsi. Gli utenti che si registrano hanno la possibilità di chattare con dei pari formati, con degli esperti, interagire tramite la bacheca oppure prendere un appuntamento telefonico. Nel messaggio di benvenuto l'adolescente viene rassicurato sulla piena libertà di interagire al livello desiderato, di poter parlare di disagio, ma anche di esperienze positive e di potersi svelare (foto, dati personali, contatti, ecc.) nel modo che preferisce.

 

Immagine | urgen appelo