Perché fa bene dire "grazie"

Esiste una formula che fa bene alla propria e altrui salute, incrementa il vivere prosociale e il benessere collettivo: in una parola, basta dire "grazie".

Perché fa bene dire "grazie"

"Grazie", parola semplice, spesso tra le prime apprese da piccoli, tuttavia utilizzata troppo poco e il più delle volte dimenticata o data per scontata, specialmente nella quotidianità e con le persone più vicine.

È quell’espressione utilizzata per esprimere gratitudine ovvero riconoscenza all’altro per qualcosa che ha fatto come un favore, un piacere un gesto carino o anche solo un complimento, attraverso parole o gesti.

Dire grazie fa bene a sé e all’altro e quindi è importante riacquisire la buona abitudine ad esprimere gratitudine

 

Dire "grazie": i vantaggi per sé

Molte ricerche in ambito psicologico affermano che dire “grazie” ed essere capaci di esprimere profonda gratitudine migliora la qualità della propria vita e il benessere.

In primo luogo, infatti, incrementa la propria predisposizione a essere grati verso la realtà esterna e in qualche modo imparare ad apprezzare anche le piccole cose di ogni giorno. Più in generale quindi è importante imparare a trovare almeno un aspetto positivo durante la propria quotidianità per cui essere grati, perché questo incrementa la felicità, il pensiero positivo, l’ottimismo e aiuta ad assumere una prospettiva diversa anche di fronte alle difficoltà, nel tentativo di scovare anche in esse qualcosa di buono e da cui prima o poi giungerà un significato e un vantaggio. 

La consapevolezza e l’attenzione verso ciò che accade aumenta, tutto viene osservato con occhi e spirito differente e nulla viene lasciato al caso. È una predisposizione mentale che si acquisisce con il tempo attraverso l’esercizio e la pratica, ma che parte dai piccoli gesti e segni di gratitudine verso chi ci circonda.

Inoltre, la gratitudine si sposa molto bene con l’empatia perché permette di entrare in contatto con l’altro e il suo vissuto nel momento in cui fa un gesto per noi, di riconoscerlo e di darli valore. Questo fortifica la relazione e instaura un sentimento di reciprocità e accettazione, nonché rinforza la capacità di vivere le emozioni, esprimerle e riconoscerle, migliorando il proprio benessere e il senso di felicità.

 

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Dire "grazie": i vantaggi per l’altro

Esprimere gratitudine ha valore anche per chi la riceve. Sentirsi dire grazie infatti fa in primo luogo piacere, e smuove qualcosa dentro di sé di positivo. Questo perchè nell’essere ringraziati per quanto fatto, detto o anche solo per la propria presenza, dona un senso di accettazione da parte dell’altro, riconoscimento del proprio valore, incrementando la propria sensazione di utilità, la propria l’autostima e senso di autoefficacia personale. Le proprie azioni e talvolta sforzi hanno una risposta e non sono quindi fini a se stessi, ma ne viene compreso il valore e l’importanza.

A trovarne giovamento anche la fiducia nell’altro e la reciprocità nei gesti e nei sentimenti, con effetti positivi sulle relazioni e sull’immagine di sé e dell’altro nelle differenti circostanze. Il senso di soddisfazione provato è inoltre motore per agire nuovamente verso l’altro o comunque assumere un atteggiamento maggiormente propositivo e al tempo stesso di riconoscenza.

Sforzarsi e imparare a far entrare questa parola, ma specialmente il profondo senso di gratitudine verso chi è attorno o anche solo per quello che si possiede e si riesce a raggiungere, è un passo importante per migliorare la qualità della vita e i rapporti.

 

Il "grazie" nelle relazioni a più livelli

Una delle circostanze in cui meno si utilizza il grazie è quella in cui si ha una disparità di poteri o meglio ruoli, per cui i compiti e le azioni di una delle parti, quella con meno “potere” vengono dati per scontati e non riconosciuti.

Questo è vero sia nelle condizioni lavorative in cui spesso i capi o comunque chi occupa una posizione superiore, fatica a riconoscere quanto eseguito dai sottoposti, dandolo per assodato, certo e inevitabile, e pertanto non necessario di gratitudine. 

Tuttavia dare un feedback al proprio collaboratore e ringraziandolo per quanto fatto, come lo ha fatto ha un valore positivo sulla sua autostima, incrementa la consapevolezza della correttezza di quanto eseguito, influenzando la propria motivazione, il senso di appartenenza e di adeguatezza, nonché il coinvolgimento nel lavoro. Questo perché quanto fatto assume un valore e con esso anche la persona che lo svolge.

In famiglia riconoscere ai più piccoli, i figli, quando fanno qualcosa che è stato loro chiesto, anche se un loro impegno o dovere, è fondamentale per dare al bambino un rinforzo positivo che incrementa e supporta la reiterazione del comportamento, permettendo inoltre di avere un rimando sul sentito dell’adulto, sentendosi maggiormente riconosciuto e accettato. 

Per i più piccoli i feedback dei grandi sono estremamente importanti perché danno un rimando sul sé e sulla propria adeguatezza, con impatto importante sulla considerazione di sé come persona. Inoltre così i bambini sperimentano il valore della gratitudine e della gentilezza, maturando una condotta prosociale, in cui riconoscere l’altro, empatizzare con il suo vissuto e agire nel miglior modo possibile per sé entrambi.

Infine anche nelle relazioni affettive tra adulti, come quelle di coppia, tra amici o parenti “vedere” l’altro e ricordarsi di essere grati per la sua presenza e il suo comportamento rinforza il rapporto, aumenta i sentimenti positivi e l’accettazione delle risorse e limiti reciprocamente.  

 

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