Attaccamento

Per qualsiasi bambino, la madre rappresenta il porto sicuro. L'attaccamento è il processo con cui cerca di mantenersi vicino al suo caregiver, per poter esplorare il mondo in uno stato di tranquillità.

Definizione dell'attaccamento

L’attaccamento è quell’insieme di comportamenti mirati a mantenere la prossimità verso una persona che viene riconosciuta in grado di gestire la situazione in atto (Caregiver).

Il padre della teoria dell’attaccamento è Bowlby, psicologo evolutivo inglese, che la utilizzò per descrivere il comportamento del bambino che ricerca la vicinanza della figura di riferimento (generalmente la madre) che gli fornisce cure, affetto e protezione.

La madre diventa per il bambino la base sicura che gli permette di poter esplorare il mondo con tranquillità, poiché è certo che in caso di pericolo il caregiver andrà in suo aiuto.

La teoria dell’attaccamento è un riferimento fondamentale della psicologia dello sviluppo in quanto individua  e sottolinea con chiarezza l’importanza fondamentale della vita e dello sviluppo affettivo nella vita dell’individuo.

L’attaccamento si definisce in un arco di tempo che comincia durante il secondo semestre di vita del bambino per concludersi entro i due anni.

 

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Un po’ di storia

La teoria dell’attaccamento comincia a svilupparsi a cavallo degli anni 70. Il primo volume di  Bowlby  dedicato è “Attaccamento e Perdita. L’attaccamento alla madre”. L’idea nacque grazie alla lettura e alla conoscenza dei lavori di due etologi: Konrad Lorenz e Nikolaas Tinbergen.

Lorenz, teorico del fenomeno dell’Imprinting, descriveva il particolare rapporto che legava i piccoli di anatroccolo a qualunque animale od oggetto loro vicino, una volta privati della figura materna. Questo legame era da considerarsi affettivo, basato sulla richiesta di ‘calore’ da parte dei piccoli, dato che era slegato dalle necessità nutrizionali.

Harlow diede conferma del bisogno di affetto da parte dei piccoli con una serie di esperimenti condotti con i piccoli di scimmia. Messi di fronte a due madri fantoccio, una metallica con il biberon e una priva di latte, ma coperta di una stoffa calda e morbida, questi piccoli preferivano passare la maggior parte del tempo con il fantoccio ‘peloso’che offriva calore.

 

Qualche approfondimento

Sono stati individuati 4 stili di attaccamento.

Il bambino con attaccamento Sicuro ha fiducia nella disponibilità della propria figura di riferimento. Il suo stile si esprime nella sicurezza di poter esplorare il mondo, capacità di sopportare i distacchi prolungati, fiducia in sé e negli altri.

Lo stile Insicuro Evitante è caratteristico del bambino che non ha fiducia nel caregiver ed è certo in un suo rifiuto in caso di richiesta di aiuto, è costretti ad affidarsi esclusivamente a se stesso. Questi bambini hanno una buona percezione di sé, ma una visione negativa dell’Altro. Sono convinti di non essere amabili e evitano le relazioni per non andare incontro ad un rifiuto, inoltre sono insicuri durante l’esplorazione del mondo.

Il bambino Insicuro Ansioso Ambivalente non è sicuro che la figura di riferimento sia o meno disponibile ed è quindi incerto sul da farsi. L’esplorazione del mondo è esitante ed è associata ad un senso di colpa per non essere in grado di attrarre l’altro.

Il quarto stile è detto Disorientato o Disorganizzato, è tipico dei bambini che dopo una breve separazione dai genitori mettono in atto comportamenti caratteristici. I disorientati sembrano in trance o si muovono verso la figura di attaccamento evitandone lo sguardo. I Disorganizzati invece hanno comportamenti altamente conflittuali.

 

Quali sono le conseguenze dell'attaccamento negli adulti?

 

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