Disturbo antisociale di personalità: la terapia

La terapia per un paziente che ha un disturbo antisociale di personalità prevede diversi tipi di trattamento che vanno dal ricovero ospedaliero, al trattamento farmacologico alla psicoterapia individuale che, nei casi più gravi, non dovrebbe proprio essere intrapresa. La terapia spontanea? Nel caso del disturbo di personalità antisociale praticamente non esiste: l’assenza del rimorso, la mancanza di norme morali e la mancanza di empatia non gli permettono di valutare la gravità dei suoi comportamenti

Disturbo antisociale di personalità: la terapia

La terapia con un paziente che ha un disturbo di personalità antisociale sicuramente non comincia perché è arrivato spontaneamente nello studio di uno specialista.

Tendenzialmente arriva in terapia dopo che è stata fatta diagnosi in qualche aula di tribunale, in seguito a procedimenti penali in cui erano stato imputato.

La terapia individuale, ma anche farmacologica, sortisce un blando effetto quando viene intrapresa in strutture poco organizzate: l’ideale è un ricovero ospedaliero o una struttura specializzata, tenendo presente che i comportamenti aggressivi del paziente con un disturbo di personalità antisociale possono spesso mettere a repentaglio l’incolumità fisica degli altri ospiti della struttura.

 

Disturbo antisociale di personalità: la terapia farmacologica

La terapia farmacologica del disturbo di personalità antisociale mira alla remissione o comunque al contenimento di tutti quei sintomi considerati lesivi per gli altri: la carbamazepina, la fluoexetina e la sertralina, così come alcuni farmaci psicotici, vengono utilizzati con buoni risultati per contenere i comportamenti rabbiosi ed aggressivi del paziente con disturbo antisociale.

Non è facile mantenere un paziente con disturbo di personalità antisociale in trattamento farmacologico in quanto la riduzione dei sintomi viene interpretata come una perdita di potenza e di forza.

Alcune volte viene fatta anche una terapia farmacologica il cui esito è la soppressione degli ormoni sessuali che, pur portando ad una grande diminuzione dei comportamenti aggressivi, rendono anche la persona priva della propria potenza sessuale, cosa che realmente scatena nella persona con un disturbo antisociale di personalità, vissuti di impotenza poco fantasmatici e molto reali.

 

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Disturbo antisociale di personalità: la terapia in ospedale

La terapia effettuata in un setting istituzionale, dice Gabbard, è necessaria per trattare il disturbo di personalità antisociale che trova, nella struttura ospitante, il giusto livello di contenimento. Ma è necessario valutare bene dove ricoverare il paziente con un disturbo antisociale: spesso la soluzione del reparto di psichiatria generale non è l’ideale perché la convivenza con altri pazienti che hanno disturbi diversi non funziona molto bene.

I comportamenti aggressivi, distruttivi, illegali e manipolativi dei pazienti con disturbo di personalità antisociale minano l’equilibrio del gruppo e della struttura, interferendo in modo negativo non solo nella terapia degli altri pazienti ma anche nelle relazione tra il personale sanitario e i pazienti.  Si è visto che i benefici di un ricovero si hanno quando i pazienti con disturbo di personalità antisociale vengono ricoverati in strutture specializzate in cui il confronto con il gruppo dei pari, dice Gabbard, tende a neutralizzare le varie tecniche manipolative e fraudolente perché ognuno sa come l’altro funziona e lo porta allo scoperto.

 

Disturbo antisociale di personalità: la terapia individuale e familiare

Se la psicoterapia individuale viene fatta in strutture istituzionalizzate specifiche può avere esiti anche positivi: lo scopo di questa terapia con i pazienti con disturbo di personalità antisociale è quello di cercare di ripristinare una qualche forma di connessione con la loro sfera emotiva dove regnano solo emozioni negative e di copertura come la rabbia e l’odio.

Quando i casi sono molto gravi, dice Gabbard, la terapia individuale è destinata a fallire perché non esiste un canale di scambio tra il paziente e l’analista. A volte nelle strutture specializzata viene anche fatta una psicoterapia familiare che mira anche al sostegno dei familiari del paziente, cercando di dar loro delle linee guida per ciò che riguarda le modalità di risposta ai comportamenti antisociali del familiare.

 

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