Fobia sociale e giudizio degli altri: 3 cosa da sapere

Chi soffre di fobia sociale tende a sentirsi al centro dell’attenzione ma in modo… negativo! Teme il giudizio degli altri, ha paura di comportarsi in modo “sbagliato” e di dover provare umiliazione e vergogna. È un problema che causa molta sofferenza ma che può essere affrontato e risolto con un percorso di psicoterapia.

Fobia sociale e giudizio degli altri: 3 cosa da sapere

La fobia sociale è un disagio psicologico caratterizzato da una spiccata ansia anticipatoria verso determinate situazioni in cui ci si troverà in presenza di altri. Tali situazioni tendono infatti ad essere evitate pena il vissuto di un’intensa ansia, che potrebbe sfociare in un vero e proprio attacco di panico.

Le persone con fobia sociale hanno paura del giudizio degli altri e temono che il proprio comportamento, anche a causa dei segnali ansiosi che mostrano, sia oggetto di critiche o umiliazioni.

Sebbene si tratti di un disturbo d’ansia, la fobia sociale porta con sé un’intensa dose di vergogna che è il sentimento più spiacevole e che la persona tende a evitare a ogni costo. In realtà la vergogna può essere gestita e tollerata fino ad arrivare a comprenderne l’irragionevolezza. Su questo ci sono almeno 3 cose importanti da sapere.

 

Fobia sociale e giudizio degli altri: mettersi nei panni di chi guarda

Spesso chi soffre di fobia sociale è connotato da un elevato perfezionismo e si sente automaticamente e eccessivamente al centro dell’attenzione. Nel fare questo, la persona tende a strutturare nella propria mente la convinzione irrazionale che ci sia un dislivello fra sé e gli altri che lo pone in una posizione svantaggiata.

Sentirsi “oggetto” di potenziali critiche – con tutta la vergogna o la rabbia che ne consegue – implica, in questi casi, non riuscire a percepirsi “soggetto”, non riuscire a sperimentare un adeguato senso di efficacia e competenza nelle proprie azioni.

Se si prova però a ribaltare la situazione con l’immaginazione ponendosi dalla parte dell’osservatore ci si scoprirà molto più indulgenti: immaginare di assistere al comportamento di una persona che, sebbene un po’ incerta e imbarazzata, si impegna a fare del suo meglio difficilmente suscita critiche, ma più probabilmente attiva un sentimenti di empatia (e forse anche di simpatia) nell’osservatore.

Chi soffre di fobia sociale attribuisce agli altri una malevolenza e una severità di giudizio che il più delle volte non hanno riscontro con i reali atteggiamenti delle persone. Questa è la prima trappola tesa dalla paura della vergogna.

 

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Fobia sociale e giudizio degli altri: attribuzione globale o specifica?

Una seconda trappola che sostiene l’intensa vergogna di chi soffre di fobia sociale è data da un sostanziale errore di attribuzione commesso nel valutare i propri comportamenti.

Accade spesso in questi casi che una singola situazione sociale nella quale la persona si sia sentita a disagio e abbia mostrato imbarazzo possa gettarla nello sconforto totale e in alcuni casi farla chiudere in casa per giorni rimuginando su quanto accaduto e percependosi un totale fallimento.

Che cosa sta accadendo? La vergogna è un’emozione totalizzante: ci si sente sminuiti nella propria autostima e nel proprio valore. In pratica, un’intensa vergogna (a volte mascherata dalla rabbia) fa sì che la persona prenda un singolo episodio sociale, in cui non si è sentito all’altezza dei propri standard, come pretesto per mettere in discussione tutto sé stesso.

Non è più all’esito di uno specifico comportamento che si sta guardando, ma all’interezza globale della propria persona. Un singolo episodio, un singolo fallimento non esauriscono la complessità e il valore di una persona, riuscire ad adottare questo secondo punto di vista può aiutare molto a mitigare la vergogna e l’ansia connesse alle situazioni sociali.

 

Fobia sociale e giudizio degli altri: i vantaggi dell’umorismo

Può sembrare molto strano, ma una strada molto utile per superare la fobia sociale è quella di riderci su! Non mi riferisco al sarcasmo, cioè all’utilizzo del riso a scopo aggressivo e svalutante. Mi riferisco invece all’umorismo, cioè a quel meccanismo di difesa sano e maturo che ci consente di cogliere le contraddizioni e i paradossi su noi stessi e sugli altri smorzando il disagio che ne deriva attraverso il riso.

Cogliere l’aspetto buffo, paradossale delle situazioni in cui ci sentiamo a disagio ha almeno tre vantaggi:

> siamo costretti a mettere una distanza fra noi e quanto accaduto che ci aiuta a non sentirci travolti e totalmente identificati con l’evento;

> il riso è contagioso, per cui attireremo più facilmente la complicità e l’empatia di altri;

> potremo riuscire a fare altrettanto con noi stessi: sviluppare una “simpatia” bonaria per i nostri difetti (va sempre ricordato, anche se temiamo il giudizio degli altri, noi siamo sempre i peggiori giudici di noi stessi!).

 

La fobia sociale è un disturbo d’ansia – circoscritto ad alcune situazioni o più pervasivamente legato a un determinato funzionamento di personalità – che può essere affrontato e superato mediante un percorso di psicoterapia che lavori sugli aspetti ora proposti e sulla storia personale del paziente affinché egli possa riappropriarsi di un senso di competenza e autoefficacia e della capacità di vivere e apprezzare l’intera gamma delle emozioni, tanto nella relazione con sé stesso, quanto nelle relazioni con gli altri.

“Solo se hai paura di te stesso, avrai paura degli altri. Se ami te stesso, ami gli altri”. (Osho, Discorsi, 1953/90).

 

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