La vergogna, lo sguardo dell'altro e la voglia di coprirsi

Intervista sul tema della vergogna, sentimento ancora poco conosciuto e bistrattato, ma che può avere un ruolo importante nella crescita personale. Cos’è, come e quando nasce, come si manifesta nella vita di relazione e nei sogni

La vergogna, lo sguardo dell'altro e la voglia di coprirsi

Parliamo di vergogna e di educazione sentimentale con Luisa Laurelli, psicoterapeuta romana.

 

Che cos'è la vergogna? Può capitare di confonderla con altre emozioni come la colpa, l'imbarazzo, il pudore?

L'origine del termine "vergogna" non è certa, ma per molti linguisti esiste una connessione con la parola "coprire", essendo il coprirsi una manifestazione comportamentale naturale nella vergogna. La vergogna emerge nei nostri momenti di maggiore vulnerabilità.

Secondo lo psicoanalista inglese Phil Mullon, il rischio di essere esposti alla vergogna è inerente a qualunque offerta d’intimità, e ci dà la misura dell’importanza che si attribuisce alla persona cui la offriamo.

Non è sempre facile distinguere la vergogna dal sentimento di colpa. In generale la colpa è avvertita in conseguenza di azioni dannose o proibite, compiute o fantasticate, che spesso hanno un carattere aggressivo.

La vergogna implica “non fare” ciò che ci si aspettava da noi, ed è legata a sentimenti di debolezza, di imbarazzo, di rottura delle aspettative dell’altro.

 

Quanto è spontanea, e quanto invece è condizionata dagli altri?

Seidler nota che le situazioni di vergogna sono sempre “visualizzate”, comportano cioè l’esposizione allo sguardo altrui. Il nostro senso del Sé si forma nel rapporto con l’altro, implica la capacità di vedersi nei suoi occhi, una sorta di rispecchiamento.

Ma lo sguardo dell’altro (in primis quello della madre) non sarà sempre di amore e di approvazione, ma potrà anche essere ostile e disapprovante, generando il vissuto di essere “cattivi”.

Come dicevamo prima, la vergogna comporta un impulso a nascondersi, può essere descritta infatti come una reazione all'essere scoperti.

 

In quale fascia di età tende a comparire nell'animo umano e nella percezione di sé?

Già a partire dagli 8 mesi il bambino diventa consapevole della presenza degli estranei e reagisce ritraendosi e distogliendo lo sguardo (proprio come fa un adulto timido). Il bambino desidera trattenere gli elementi buoni vissuti nel rapporto con la madre e rigettare nel mondo esterno quelli cattivi, l’estraneo in quest’ottica rappresenta una minaccia all’unione con la madre.

Nello stesso tempo il desiderio di separazione e individuazione porta il bambino alla curiosità per l’estraneo. Tuttavia, la vergogna è forse più funzionale al sistema sociale che non al singolo, in quanto comporta un adeguamento a norme e regole.

Rispetto alle emozioni considerate primarie (felicità, rabbia, paura, tristezza), che compaiono precocemente senza richiedere autoconsapevolezza per essere evocate, la vergogna compare più tardi perché richiede l’interiorizzazione di norme e valori. È detta infatti “emozione dell’autoconsapevolezza”, e l’autoconsapevolezza non compare mai prima dei 18 mesi.

 

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Come si manifesta la vergogna in riferimento alla sfera onirica?

Uno dei sogni tipici legati alla vergogna è il sogno d'imbarazzo della propria nudità, nel quale si vuole fuggire e nascondersi, ma si è come paralizzati. In questo tipo di sogno non sono gli altri a farci notare la nostra nudità, anzi sembrano non notarla. Quasi sempre le persone davanti alle quali ci si vergogna sono estranei, con fisionomie lasciate indeterminate.

Secondo Freud i sogni di nudità sono sogni di esibizione, mentre per Fromm il corpo nudo simbolizza il nostro vero Io e gli abiti il nostro Io sociale. Il desiderio che si cela dietro questo sogno è quello di essere veramente se stessi, di mostrarsi senza fronzoli, mentre l'imbarazzo provato potrebbe riflettere il timore di essere disapprovato dagli altri se si osa essere veramente se stessi.

Sono spesso le persone intransigenti e irreprensibili a fare questo tipo di sogno, proprio perché il loro inconscio vuole scuoterle, metterle davanti al pesante fardello di affettazione e manierismo tipico delle loro relazioni. Sognare di essere nudi in pubblico tra l'indifferenza della gente può indicare la necessità di abbandonare le nostre paure di essere rifiutati.

 

Quale può essere la funzione della vergogna? In che modo può giovare all'individuo e alla sua crescita personale?

La vergogna sensibilizza l'uomo alle opinioni e ai sentimenti degli altri e così agisce come una forza di coesione sociale. Assicura al gruppo e alla società che l'individuo sarà sensibile alla critica diretta verso alcuni aspetti centrali del Sé.

Ad esempio per evitare la vergogna di inettitudine la persona è spinta a trovare la sua forza e a svilupparla. Il suo riconoscimento può giovare nella relazione con l’altro.

È attraverso la sensibilità alla vergogna propria e altrui che possiamo mostrare attenzione e gentilezza nei rapporti sociali, riducendo il rischio che l’altro si senta in imbarazzo, goffo, inadeguato, escluso, rifiutato.

 

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