Gli stili genitoriali: quali sono e come si caratterizzano

Essere Genitori è una sfida quotidiana in cui a volte ci si sente sperduti e senza guida: non ci sono regole, solo il nostro buonsenso. È comunque possibile individuare degli stili generali, degli stili genitoriali

Gli stili genitoriali: quali sono e come si caratterizzano

Ci sono mille modi per essere genitori, perché non esiste il figlio perfetto e non esiste neanche “Il Figlio”, ma solo individui in crescita che affrontano le loro sfide le risorse che hanno a disposizione.

I genitori spesso accusano lo scotto di questa variabilità, perché se non esistono regole è difficile capire a volte se si sta facendo la cosa giusta. Il confronto è uno dei modi più efficaci per ricevere sostegno e dare un senso più ridimensionato delle problematiche che i figli propongono.

Resta fondamentale però riconoscere che ogni genitore ha il proprio modo di affrontare questi compiti e gli psicologi, in linea generale, sono riusciti a delineare degli stili genitoriali generici.

Moltissimi autori fin dagli ani 30 hanno cercato di definire quali siano le dimensioni chiave per poter distinguere tali stili: dominanza/sottomissione, coinvolgimento emotivo, democratico/autoritario, responsività/non responsività, ecc.

 

Il modello di Diana Baumrind

Il modello di Diana Baumrind (1973) è tra i più accreditati ancora oggi. Dagli 70 agli anni 90 la ricercatrice ha condotto una serie di interviste coinvolgendo famiglie della middle class caucasica americana per cercare delle regolarità. È importante sottolineare la selezione del campione, non per escludere qualcuno, ma perché l’educazione risente moltissimo della componente culturale. Il risultato? Tre stili:

  • Genitori autoritari: genitori con una serie di standard elevati e fissi per valutare, controllare e modellare il comportamento dei propri figli. Generalmente sono caratterizzati da una scarsa tolleranza di comportamenti “imperfetti” tipici dei bambini. Spesso sono scarsamente responsivi ai bisogni dei figli e non riescono a differenziarsi psicologicamente da loro.
  • Genitori permissivi: genitori che non offrono molte regole, sono molto tolleranti nei confronti degli sbagli, ma richiedono ai figli un grande sforzo di autoregolazione. L’assenza di regole si tramuta in una richiesta di autoeducazione. Si presentano ai figli come una risorsa a cui attingere e non come qualcuno che deve dare forma al loro comportamento. I figli di genitori permissivi e autoritari non mostrano differenze significative tra di loro.
  • Genitori autorevoli: è lo stile di mezzo tra i due opposti precedenti. Sono genitori che hanno ben presenti i propri diritti/bisogni e quelli dei figli. Comunicano ai figli le loro regole in modo chiaro e cercano il confronto razionale (adatto all’età del figlio) dando chiare indicazioni su quello che ci si aspetta da loro, chiarendo il perché. Interagiscono frequentemente con i bambini, sono responsivi e emotivamente coinvolti, ma cercano di inserirsi e interrompere le azioni dei figli quando necessario per il rispetto della regola concordata.

 

E i figli?

Come detto i figli di genitori caratterizzati dai primi due stili mostrano delle forti somiglianze soprattutto sul versante della scarsa maturità emotiva. I figli di genitori permissivi non riescono a controllare i loro impulsi e sono poco assertivi. I bambini di genitori autorevoli sono caratterizzati da una buona autostima e autocontrollo, nonché da elevati livelli di maturità emotiva e sociale.

 

I figli viziati di genitori separati