Bullismo: definizione e caratteristiche

Per evidenziare del bullismo definizione e caratteristiche è utile considerarlo come fenomeno riguardante non soltanto i ragazzi direttamente coinvolti (il bullo e la vittima) ma l’intero gruppo classe dove solitamente tali comportamenti prevaricatori e intimidatori nascono e si mantengono; l’intero contesto relazionale e sociale in cui il bullo e la vittima sono inseriti costituiscono, infatti, parte integrante del problema del bullismo e quindi elementi imprescindibili per poterlo comprendere

Bullismo: definizione e caratteristiche

La psicologia attualmente identifica del bullismo riconducendolo a comportamenti intimidatori, aggressivi e provocatori messi in atto da bambini e ragazzi (da soli o in gruppo) nei confronti di loro pari allo scopo deliberato di offendere, aggredire, umiliare e in presenza di disparità di forze fra le due parti. Il bullismo avviene prevalentemente a scuola dove i bambini passano la maggior parte del tempo.

 

Bullismo: definizione e determinanti sociali

Isolare le caratteristiche del bullismo non è certo sufficiente per comprendere un fenomeno dalle complesse implicazioni psicologiche e sociali.

I comportamenti aggressivi del bullismo sono espressione, infatti, di una fragilità psicologica negata attraverso l’uso del potere e dell’abuso che si innesta nel contesto sociale e relazionale del gruppo classe e dell’ambiente scolastico. Spesso gli episodi di bullismo, infatti, avvengono alla presenza dei coetanei che raramente intervengono per altruismo a difesa della vittima ma, più spesso, o sostengono direttamente l’azione aggressiva, od osservano senza intervenire per paura di venir a loro volta presi di mira. I ruoli del bullo e della sua vittima finiscono così per cristallizzarsi in un contesto di gruppo che direttamente o indirettamente li appoggia e li sostiene.

 

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Bullismo: definizione e differenze

È importante, per dare del bullismo definizione e caratteristiche complete, distinguerlo dai comuni e normali litigi fra coetanei che non condividono, del bullismo, né la deliberata intenzionalità e premeditazione di nuocere, né la persistenza dei comportamenti vessatori o aggressivi, né l’evidente disequilibrio tra le parti. Se un bambino riceve calci e pugni, bigliettini intimidatori o offensivi o viene isolato e deliberatamente ignorato non si tratta di comuni screzi fra bambini ma di bullismo vero e proprio (Elena Zambianchi, Il bullismo a scuola).

 

Bullismo: definizione e segnali d’allarme

Ma, a parte le caratteristiche che contribuiscono a dare del bullismo definizione e caratteri appena citati, quali i segnali d’allarme per i genitori?

Spesso i bambini vittime di episodi di bullismo improvvisamente non vogliono più andare a scuola o desiderano esservi accompagnati, rifiutano di raccontare cosa accade in classe e coi compagni, possono riportare lividi o graffi sul corpo e altri segnali di disagio. Il minimo dubbio dovrebbe mettere in allarme insegnanti e genitori poiché a determinare i danni maggiori del bullismo è proprio il perpetuarsi di una tale situazione a causa del mancato intervento degli adulti.

A dispetto degli stereotipi di docilità e di innocenza comunemente attribuiti all’infanzia il bullismo è, infatti, un fenomeno in crescita e può avere gravi conseguenze sullo sviluppo psicologico delle vittime ed anche dei bulli. Per tali motivi è importante intervenire, entro il contesto scolastico, al fine di prevenire e contrastare tali condotte disfunzionali migliorando comunicazioni e interazioni tra insegnanti e giovani e tra i giovani stessi. 

 

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