Psicologia e design: quale è l’oggetto che ci attira di più e perché

Quali oggetti preferiamo, quelli grandi o quelli piccoli, le forme arrotondate o gli spigoli? E perché? Psicologia e design con la loro ricerca sulla “bellezza quotidiana” rivelano che cosa piace ai consumatori e ci spiegano le nostre percezioni prima degli acquisti. Scopriamo insieme in che modo

Psicologia e design: quale è l’oggetto che ci attira di più e perché

Psicologia e design possono apparentemente sembrare termini estranei l’uno all’altro. Benché nel design le decisioni siano quasi sempre dettate dalle mode, alcuni psicologi hanno identificato le proprietà fondamentali della mente che tendono a determinare i nostri atteggiamenti positivi verso un certo prodotto.

Oggi più che mai si è in grado di spiegare in che modo selezioniamo i nostri acquisti. Da sempre i designer vorrebbero sapere quali caratteristiche visive di un oggetto hanno il potere di attrarci o respingerci e gli esperti hanno identificato una serie di linee guida: tendiamo, per esempio, a preferire oggetti grandi a quelli piccoli, le forme arrotondate a quelle aguzze.

Diverse ricerche in psicologia della vendita hanno rilevato che molti consumatori prediligono divani ed orologi curvilinei anziché squadrati. Questo perché le forme spigolose attivano i neuroni cerebrali del centro della paura, l’amigdala, più di quelle tondeggianti: probabilmente le strutture appuntite vengono associate a sensazioni di pericolo. Inoltre la psicologia evoluzionistica aggiunge che il fatto di preferire linee curve sarebbe legato al ricordo della percezione di protezione e calore che si riceve da bambini soprattutto da mamme e nonne.

 

Psicologia e design: simmetria, complessità, riconoscibilità         

Quando facciamo un acquisto ci lasciamo inizialmente influenzare dall’impatto visivo di un oggetto, trascurando gli altri sensi. Studi di psicologia applicata al design hanno rilevato che il giudizio estetico è influenzato anche dalla simmetria, dalla complessità e dalla riconoscibilità

Gli esseri umani sono attratti dalla simmetria: d’altronde è noto che tendiamo a prediligere i visi simmetrici perché indicano buona salute e idoneità alla riproduzione. Inoltre spesso riteniamo le cose complesse più attraenti, considerando “complesso” il numero di singoli elementi che compongono un quadro o una figura. Infine sembra avere un ruolo nel giudizio estetico la riconoscibilità, ossia la facilità ad identificare un oggetto.

È il caso del prototipo: quest’ultimo raccoglie le caratteristiche di più campioni, ci appare familiare anche quando lo vediamo per la prima volta e dunque lo preferiamo. Tuttavia è stato visto che gli oggetti più apprezzati sono i prototipi con caratteristiche insolite, dunque dal design che unisce originalità e gusto classico.

 

Psicologia e design: lo sguardo della macchina                                

Vi sarà capitato di individuare un volto in una nuvola, nella luna, nella chioma di un albero o in qualche altra zona immobile dell’ambiente circostante? Bene, sappiate che il nostro cervello è programmato per riconoscere i volti, e quindi può immaginarli praticamente dappertutto.

E a proposito di psicologia e design, anche chi progetta automobili spesso approfitta di questo fenomeno disegnando la parte frontale dei veicoli in modo che esibisca particolari “espressioni”. Poiché i volti suscitano reazioni emotive molto più forti rispetto agli oggetti inanimati, inserire “facce” nei prodotti di consumo è una modalità efficace di persuasione per attrarre acquirenti.

È stato scientificamente dimostrato, attraverso uno studio sui movimenti oculari, che gli uomini percepiscono il muso delle macchine come fosse un volto umano; specificatamente è stato verificato che noi spostiamo lo sguardo esattamente come per i visi umani: partiamo dai fanali (occhi), poi passiamo alla griglia del radiatore (naso), e infine ci fermiamo sulle prese dell’aria (bocca).

Inoltre, proprio come le persone tendono a concentrarsi più sugli occhi che su altri elementi del volto, i soggetti dell’esperimento erano più frequentemente attratti dai fanali, che tendevano a fissare più a lungo. Insomma, è probabile che abbiate scelto la vostra macchina perché vi ha conquistato con uno sguardo battagliero o forse perché semplicemente sembrava sorridervi.

 

Il bello e il brutto sono parametri oggettivi o soggettivi?

 

Immagine | Eric Irish