La narrazione per Jerome Bruner e la psicologia

La narrazione non è solo un piacevole passatempo, secondo Bruner si tratta di uno dei meccanismi psicologici fondamentali per l’individuo e per i gruppi sociali e culturali. Le grammatiche della narrazione descrivono la struttura di questi testi che sono caratterizzati da un forte impatto emotivo e dalla trasmissione di valori e di ideali culturali

La narrazione per Jerome Bruner e la psicologia

La narrazione secondo Jerome Bruner è uno dei meccanismi psicologici più importanti, soprattutto durante l’infanzia. Il testo narrativo comincia ad attirare l’attenzione della psicologia intorno agli anni 70 e verrà poi utilizzato in ambito culturale, clinico, educativo, ecc. Tutte le prospettive sottolineano la centralità del pensiero narrativo per i bambini, non solo per gli aspetti cognitivi, ma anche per il valore dello scambio sociale poichè la narrazione ha valenze conoscitive ed emotive.

 

La centralità della narrazione per Bruner

Per Bruner la narrazione è davvero fondamentale a livello individuale e culturale. L’essere umano avrebbe infatti un'attitudine o predisposizione a organizzare l’esperienza in forma narrativa (Bruner, 1990/1992, p.56). La narrazione risponderebbe al bisogno di ricostruire la realtà dandogli un significato specifico a livello temporale o culturale. Ogni individuo, secondo Bruner, sente il bisogno di definirsi come soggettività dotata di scopi e intenzionalità e ricostruisce gli avvenimenti della propria vita in modo tale che siano in linea con questa idea di .

 

La struttura del testo narrativo

Le considerazioni sulla narrazione di Bruner hanno portato diversi studiosi a cercare una grammatica (universale) del testo narrativo. Secondo Stein e Glenn è possibile individuare in ogni storia delle strutture proposizionali di base che assolvono a delle funzioni informative specifiche. Ad esempio, la categoria dell’ambiente si trova all’inizio di ogni narrazione e aiuta a contestualizzare l’avvenimento che viene narrato a livello spazio-temporale.

 

All’interno della narrazione ci sono diversi episodi, cioè gli avvenimenti che accadono al protagonista. La storia nel suo insieme prevede una sequenza di eventi:
evento iniziale che descrive un cambiamento nella situazione iniziale dando il via allo svolgimento;
• i tentativi, cioè l’insieme di sforzi e di azioni volte al perseguimento dell’obiettivo finale;
• le conseguenze di tali azioni;
• la reazione che chiude la storia con l’esito preferibilmente positivo.
Si tratta di una struttura ideale che però influisce sulla struttura dei ricordi e sul processo di comprensione.

 

La narrazione e le emozioni

Il genere narrativo si caratterizza per il coinvolgimento affettivo ed emotivo del lettore/ascoltatore. Ciò accade perché nella narrazione (Bruner, 1990) le azioni sono sempre accompagnate dalla descrizione dei vissuti del protagonista, con cui ci si può identificare. La descrizione degli stati interni è ancora più importante dato che il protagonista è sempre al centro di fatti non ordinari in grado di suscitare problematiche e forti reazioni. La coloritura emotiva del testo narrativo è anche alla base del piacere che se ne trae. Secondo Maria Chiara Levorato la lettura o l’ascolto diverte per diversi motivi: il riconoscimento di situazioni o strutture familiari, il piacere di vivere delle situazioni rassicuranti piuttosto che fantastiche e avventurose, l’identificazione empatica, l’acquisizione di conoscenze e il piacere della ripetizione o della lettura.

 

La prospettiva culturale della narrazione in Bruner

Secondo Bruner la narrazione è uno degli strumenti più preziosi a livello culturale, in quanto attraverso i racconti è possibile negoziare significati comuni e veicolarli fin dalla più tenera età e in modo piacevole. Questo aumenterebbe la coesione del gruppo e la reiterazione del sistema di valori e credenze.

 

Fonte immagine: atharva80