Carl Gustav Jung: la teoria degli archetipi

Cosa sono gli archetipi per Carl Gustav Jung? Di sicuro sono tanti e sono profondamente radicati nel corpo e nello psichismo umano. La teoria degli archetipi non è certo di facile definizione, dato che il nostro Jung l'ha sviluppata nel corso di una vita: più che simboli, gli archetipi si nascondo ovunque e si manifestano nella nostra vita aiutandoci a costruire la nostra coscienza individuale

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Il Fanciullo Divino, il Sé, il Vecchio Saggio, la Persona, la Grande Madre, l'Ombra, l'Eroe, il Briccone Divino,  Animus e Anima, il Viaggio,  sono solo alcuni degli archetipi individuati da Jung. Archetipo deriva dal greco archè - governo, principio e tupos - primitivo, originario. Gli archetipi sono dei principi primitivi che vanno al di là delle culture, dei simboli, sono delle forme senza contenuto, delle possibilità dell'inconscio e delle realtà in bilico tra corpo e spirito. Gli archetipi aiutano l'uomo nel processo di individuazione della coscienza. Ma come avviene tutto questo? Cerchiamo di comprendere meglio la teoria degli archetipi di Carl Gustav Jung.

Carl Gustav Jung: gli archetipi e l'inconscio collettivo

In Carl Gustav Jung non è per niente facile definire la teoria degli archetipi. Se in un primo momento l'archetipo è un elemento dell'inconscio collettivo, una forma trascendente preesistente alla coscienza, successivamente si sgancia dall'inconscio per diventare una forma senza contenuto. "Nessun archetipo è riducibile a semplici formule. L'archetipo è come un vaso che non si può svuotare né riempire mai completamente. In sé, esiste solo in potenza, e quando prende forma in una determinata materia, non è più lo stesso di prima. Esso persiste attraverso i millenni ed esige tuttavia sempre nuove interpretazioni. Gli archetipi sono elementi incrollabili dell'inconscio, ma cambiano forma continuamente".

Gli archetipi si manifestano nell'inconscio collettivo attraverso quelle risposte automatiche e ancestrali che l'uomo continua a riproporre. Ma l'uomo ha anche il desiderio e la spinta ad essere libero, quindi cerca di liberarsi dalla coazione a ripetere conquistando una propria coscienza individuale, che si può raggiungere solo se si è in grado di integrare gli archetipi con la coscienza.

 

Carl Gustav Jung: gli archetipi tra corpo e spirito

Carl Gustav Jung ha sempre definito gli archetipi come realtà in bilico tra lo psichismo e il somatico: originano dall'istinto e, al contempo, presentano una dimensione spirituale. Sono elementi che costituiscono una categoria a priori della conoscenza, vicino alle idee platoniche o i prototipi di Schopenhauer, come dice Aldo Carotenuto, per quanto riguarda il loro aspetto spirituale; nel contempo, come espressione dell'istinto e del corpo, gli archetipi possono essere considerati come quella che viene definita predisposizione innata, temperamento o attitudine. Secondo Jung gli archetipi sono "modelli funzionali innati costituenti nel loro insieme la natura umana": sono simboli di concetti, istinti primordiali, sono modelli profondi, radicati nella psiche umana.

 

Carl Gustav Jung: la manifestazione degli archetipi

Gli archetipi sono più che simboli: sono l'essenza che dà vita al simbolo e sono la potenza che permette al simbolo di esistere nel tempo. Gli archetipi si manifestano in ogni cultura, prendendo voce nei miti, nelle favole, nelle leggende che racchiudono in sé i principali temi dell'uomo dall'origine dei tempi. I sogni ci permettono di entrare in contatto con gli archetipi: se sappiamo leggerli ci aiutano nel processo di costruzione di una coscienza individuale. Ma anche le emozioni, con la loro espressione, ci mostrano un aspetto più superficiale degli archetipi.

Gli archetipi sono dotati di grande energia: a prescindere dalla nostra capacità di riconoscerli, si manifestano in ogni nostra esperienza, nei simboli che ci circondano, nei miti che ci raccontano, al di là di ogni dimensione spazio-tempo.


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