Abraham Maslow: la psicologia umanistica

Abraham Maslow fu il fondatore della psicologia umanistica, terza forza della psicologia americana e brezza primaverile nel decadentismo scientifico dei suoi tempi, ma anche dei nostri. La psicologia umanistica, per Maslow, poteva essere un modo per ritrovare il vero Sé dell'uomo, dove felicità e benessere regnano sovrani. Ma come aiutare l'uomo a seguire la sua natura? Forse un pensiero di Aldo Carotenuto ci può dare un valido contributo

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Abraham Maslow nacque nei primi del novecento e dedicò gran parte dei suoi studi alla psicologia degli animali, in particolare dei nostri vicini cugini scimpanzé. Dallo studio sui primati a quello sull'uomo il passo è breve, checché ne dicano molti: Abraham Maslow si ritrovò poco più che cinquantenne ad essere il fondatore della Associazione della psicologia umanistica. La psicologia umanistica, come diceva lo stesso Maslow, negli anni sessanta era la "terza forza" della psicologia americana, insieme con il comportamentismo e la psicoanalisi. Purtroppo il buon Maslow morì negli anni settanta poco più che sessantenne: il suo ottimismo non era bastato per assicurargli la longevità. Ma in cosa consiste la psicologia umanistica?

 

Abraham Maslow: la psicologia umanistica e la felicità

Abraham Maslow si rese conto che la psicologia era troppo chiusa tra psicopatologie e perversioni, in inconsci dolorosi e animi frustrati: richiedeva una boccata d'aria fresca. Secondo Maslow, la conoscenza sull'uomo si era focalizzata sul continuo sforzo che l'individuo mette in atto per cercare di allontanare da sé la sofferenza e il dolore, dimenticandosi delle possibilità creative insite nell'uomo stesso, che possono aprire la strada al benessere e alla felicità. Il pessimismo aveva fatto da substrato agli studi psicologici, forse anche perché faceva da specchio ad una cultura decadente fatta di angosce esistenziali, che si ritrovava nella letteratura, nell'arte, nella filosofia. Ma, secondo Abraham Maslow, l'uomo tendenzialmente e per natura va verso la felicità, il benessere: l'uomo è colmo di bontà e di positività, anche se tende a reprimere questa sua natura.

 

Abraham Maslow: lo statuto della psicologia umanistica

Maslow, con i suoi associati, compilò lo statuto della psicologia umanistica che regolamentava il modo in cui la psicologia umana doveva essere studiata. Secondo queste regole, la psicologia umanistica deve:

- basarsi sul vissuto personale dell'uomo rispetto all'esperienza reale che lo ha coinvolto;
- mettere in luce le qualità positive dell'uomo, rispetto ad un meccanicismo pessimista di cui si adorna la scienza;
- focalizzarsi su problematiche soggettive dell'uomo e non su temi oggettivi dell'umanità;
- mirare a far emergere il potenziale positivo insito in ogni uomo.


Abraham Maslow: la psicologia umanistica e il senso di colpa

Per Abraham Maslow, il senso di colpa nasce quando l'uomo tradisce la sua vera natura, ovvero quando non vive a pieno la sua vita, crogiolandosi nella stasi, nel dolore, nel sopravvivere. Il senso di colpa nasce da un tradimento profondo del Sé: l'uomo decide inconsapevolmente di non mettere in atto alcun processo creativo, che è alla base della propria autorealizzazione. La creatività, per Maslow, è l'espressione della libertà dell'uomo che sceglie di essere artefice della propria esistenza, al di là delle costrizioni imposte dall'esterno.

Compito della psicologia umanistica è aiutare l'uomo a ritrovare la propria autorealizzazione, ad affermare il proprio Sé, a cercare la motivazione e la spinta creativa per realizzarsi come individuo.

Parlando di Maslow, Aldo Carotenuto concludeva così il suo pensiero: "(…) dobbiamo perseguire soltanto la soddisfazione delle motivazioni di accrescimento. È quasi una sfida. Anziché rimanere nell'ombra dei nostri vuoti incolmati e incolmabili, prigionieri delle nostre nevrosi, dobbiamo allontanarci senza indugio dai luoghi della deprivazione. Non dobbiamo volgerci mai indietro, per non diventare statue di sale, come accadde alla moglie del mitico Lot, che rimase pietrificata dalla fascinazione del passato. Dobbiamo essere come Ulisse, quando passò le colonne d'Ercole, come Colombo, che incitava l'equipaggio disperato a proseguire la navigazione verso l'America. È la dimensione dell'eroe che deve guidarci nella vita, altrimenti saremo costretti a rimanere prigionieri delle nostre illusorie aspettative di poter soddisfare le carenze dell'infanzia".

 

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