Stress, salute e stili di vita

In questo secondo articolo sul tema dello stress, si approfondirà la relazione tra stress e salute con l’obiettivo di individuare quali sono le ripercussioni su di essa e tracciare gli stili di vita e le variabili che aiutano a prevenire gli effetti nocivi. La domanda di fondo a cui si risponderà è se lo stress fa male e su cosa influisce in particolare.

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Quali sono gli effetti dello stress?

A livello esperienziale conosciamo lo stress attraverso i suoi “sintomi” che -qualora si presentano in misura sovrabbondante e per una durata di almeno un mese danno luogo ad un vero e proprio “disturbo da stress”. Quando ciò avviene la persona sperimenta:

  • Stanchezza cronica,
  • Tachicardia,
  • Tensioni muscolari,
  • Difficoltà a mantenere l’attenzione e la concentrazione
  • Ansia,
  • Irritabilità, ipervigilanza
  • Riduzione dell’appetito
  • Alterazioni dei ritmi sonno/veglia
  • Come già accennato nel precedente articolo si avrà un disturbo da stress acuto se i suddetti sintomi si presentano per un periodo da 2 giorni fino ad 1 mese; se invece tali sintomi si mantengono fino a tre mesi a partire da un evento scatenante di tipo traumatico vi sarà un disturbo da stress post traumatico acuto;  oltre i tre mesi si avrà un disturbo da stress post traumatico cronico.

Inoltre lo stress ha degli effetti compromettenti anche sul nostro funzionamento; in particolare se osserviamo gli affetti a breve termine sembra che l’attivazione dell’organismo garantisca un miglior funzionamento; a lungo termine invece si verifica una compromissione delle funzioni integrative superiori deputate alla recezione e alla elaborazione delle informazioni e, in definitiva, si ha un deterioramento della qualità delle nostre prestazioni.

 

Qual è dunque la relazione fra stress e salute?

Come si è sottolineato nel precedente articolo lo stress è una reazione adattiva dell’organismo di fronte ad una stra-ordinaria richiesta ambientale; pertanto si può dire che gli stress acuti si sono dimostrati molto poco dannosi per la salute purché si abbia una possibilità di recupero.

Infatti, non è propriamente corretto dire che lo stress provoca l’insorgenza di malattie; tuttavia, diversi studi scientifici ormai hanno appurato che, quando le fonti di stress sono persistenti e lo stress è cronico, per il soggetto aumenta il rischio di insorgenza di stati di malessere e quindi di patologie.

Gli stress cronici infatti sono infatti tra i fattori più rilevanti nella genesi delle manifestazioni patologiche più diffuse nei paesi industrializzati; molte patologie sono infatti stress-correlate. Alcune fra queste:

  • cefalee,
  • ipertensione,
  • ulcere, gastriti e altri disturbi digestivi,
  • disturbo del sonno,
  • alcune patologie dermatologiche,
  • amenorrea, alterazioni della fertilità,
  • dolori muscoloscheletrici,
  • diabete di tipo 2,
  • malattie cardiovascolari,
  • broncopneumopatie croniche ostruttive,
  • malattie croniche dell'apparato digerente come la cirrosi epatica,
  • malattie infiammatorie intestinali croniche.

Da questi dati, appare chiaro come sia importante prevenire che lo stress diventi cronico attivando delle strategie che lo prevengano riducendo quindi il rischio di potenziale indebolimento fisico.

 

Da cosa deriva dunque lo stress cronico?

Lo stress cronico può derivare da diverse variabili di ordine personale e situazionale; l’interdipendenza di questi due ordini di fattori determina lo strutturarsi del fenomeno “stress cronico”.

In particolare influiscono variabili soggettive relative allo stile personale nell'affrontare ostacoli, difficoltà e impegni; si è infatti osservato che ciò che più contribuisce a generare uno stato di stress cronico è dato da uno stile di fronteggiamento o di coping disfunzionale e una tendenza ad avere un’alta emotività.

I fattori di natura situazionale d’altra parte sono variabili esterne o ambientali relative al tipo di caratteristiche di certi contesti familiari, sociali e lavorativi. Esse riguardano la natura di un determinato lavoro, i ritmi e le modalità che vengono ‘imposte’, spesso scarsa comunicazione o mancanza di informazioni rispetto al proprio lavoro, la forte parcellizzazione del proprio lavoro e vivere in contesti ad alta urbanizzazione.

 

Quali fattori contrastano lo stress cronico e moderano l’impatto degli eventi stressanti?

La vulnerabilità allo stress è soggettiva ed è strettamente connessa alle strategie di coping possedute dalla persona e alla qualità del sostegno sociale percepito.

Queste sono infatti le variabili moderatrici della relazione stress-salute. Vediamole nei dettagli:

Per modalità di coping si intendono tutte quelle  strategie consce che la persona mette in atto quando si accorge che esiste una discrepanza tra le richieste della situazione per l’appunto stressante, e le proprie risorse al fine di fronteggiare l’evento. Non vi è una strategia ottimale, tuttavia si è osservato che le persone che si focalizzano sul problema piuttosto che sull’emozione generate a partire dal problema, che chiedono aiuto e sanno delegare sono meno predisposte ad accumulare stress cronici. Al contrario persone che hanno delle convinzioni pessimistiche sugli altri e tendono a non demandare nulla, che hanno reazioni emotive più alte rispetto alla media sono più vulnerabili all’insorgenza di un disturbo da stress.

Inoltre il sostegno sociale percepito –e non tanto quello oggettivo- è considerato il fattore moderatore più importante per alleviare lo stress in quanto svolge un’importante funzione di “ammortizzatore”.

 

Prevenire è meglio che curare: come ci si difende dallo stress?

  • sapersi rilassare: prevedere spazi e momenti dedicati alla distensione fisica e mentale;
  • imparare a dare proporzione ai problemi ovvero darne una formulazione positiva, scomporli, attuare delle nuove soluzioni; fare questo aumenta la percezione di “controllabilità degli eventi”;
  • imparare a fare economia delle proprie risorse nelle relazioni, ad esempio di fronte ad un torto subito esaminare il problema e decidere un decorso di azione efficace o decidere di far valere le proprie ragioni; in altre parole, valutare –a seconda della posta in gioco e delle proprie risorse- se procedere ad un confronto assertivo o “lasciar cadere” ottimizzando le proprie energie; ripristinare l’equilibrio infatti rispetto a incomprensioni relazionali stressanti è importante ed incide maggiormente il tempo  utilizzato piuttosto che l’intensità dell’avvenimento;
  • cercare il sostegno o accettare l'aiuto degli altri; per alcuni può voler dire imparare a chiedere;  
  • non accavallare le attività evitando di “imbottire” le giornate, il che impedisce i tempi di recupero e determina un decadimento delle prestazioni;
  • aver cura del sonno, contrastando il disordine  nell’igiene del sonno,   
  • curare l’alimentazione evitando gli squilibri che insorgono solitamente in questa circostanza (iperalimentazione/ipoalimentazione).

Riservare queste attenzioni alla nostra persona ed educarsi a condurre degli stili di vita che alimentano la salute e contrastano il cronicizzarsi dello stress è il miglior servizio che possiamo fare a noi, al nostro benessere… senza dimenticare chee ci riserva la possibilità di godere e sentire esperienze che - altrimenti - resterebbero tacite!