Il coping e la teoria cognitiva dello stress

Il modo in cui ci comportiamo per fronteggiare gli eventi della vita è fortemente legato alla valutazione cognitiva che facciamo di essi; a seconda della percezione della loro problematicità, delle nostre caratteristiche di personalità e capacità di adattamento e dei fattori ambientali concomitanti attueremo differenti modalità di coping, ossia strategie comportamentali e cognitive per gestire e mediare fra richieste ambientali e nostri bisogni interni.

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Cos’è il coping? Questo termine, nella letteratura psicologica e in psicologia della salute in particolare, va a designare tutte quelle strategie cognitive e comportamentali che le persone utilizzano nel fronteggiare eventi stressanti e che possono risultare più o meno efficaci, a seconda di fattori personali, ambientali e situazionali.

 

Cos’è il coping: la valutazione degli eventi stressanti

Per comprendere meglio cos’è il coping va, tuttavia, precisato che quello di stress non è un concetto unitario e oggettivo; in primo luogo perché è opportuno distinguere fra eustress, ossia tutte quelle situazioni vissute come positive e stimolanti che sollecitano efficacemente attivazione e impegno da parte della persona e distress, le situazioni percepite e vissute invece come problematiche e potenzialmente eccedenti le capacità e le potenzialità della persona (Tony Cassidy, Stress e Salute, 1999). In tal senso, il concetto di coping rientra nella teoria cognitiva dello stress di Lazarus e Folkman (Stress, appraisal and coping, 1984) che, nello studiare come le persone rispondono a situazioni stressanti, elaborarono una teoria complessa della valutazione soggettiva dello stato emozionale (appraisal) specificando che essa dipende non solo dalla valutazione immediata, rapida e inconsapevole della situazione (appraisal primario), ma anche dalla valutazione delle strategie per farvi fronte (appraisal secondario) e dalla valutazione del cambiamento successivamente avvenuto (re-appraisal).

 

Cos’è il coping: diverse strategie

Considerando la bidirezionalità, dinamicità e reciprocità dell’interazione persona-ambiente, la teoria di Lazarus e Folkman definisce come centrali proprio gli stili e le risorse di coping nel valutare un evento come stressante. L’entità dello stress non dipende solo dalle richieste della situazione e dalle risorse di cui la persona percepisce di disporre, ma anche dalla relazione reciproca fra questi due fattori e quindi dalla valutazione e percezione soggettiva dell’evento come stressante. In tal senso è possibile distinguere varie strategie di coping più o meno funzionali e adattive: un coping focalizzato sulle emozioni che prevede l’evitamento e l’assegnazione della responsabilità ad altri e un coping focalizzato sul problema che prevede ricerca attiva di informazioni e richiesta di aiuto per affrontarlo.

 

Cos’è il coping: gli eventi della vita

In conclusione, il coping è un fenomeno complesso e multideterminato, alcune strategie di coping sono modalità più stabili caratterizzanti lo stile personale con cui si affrontano gli eventi (in senso più ampio anche gli stili di vita che adottiamo possono essere considerati delle generali strategie di coping che caratterizzano il nostro modo di rapportarci al mondo); altre invece dipendono dalla situazione e si modificano man mano che ci adattiamo ad essa (si pensi alla perdita del lavoro a un divorzio). Modificare le proprie modalità di coping per gestire più efficacemente gli eventi stressanti dipenderà, quindi, sia dal nostro modo di valutare gli eventi stessi, sia dallo capacità e possibilità di reperire informazioni, cercare aiuto e sostegno sociale entro il contesto in cui si vive.

 

Fonte immagine: topgold