Saper aspettare: 5 consigli per imparare la pazienza

saper aspettare e avere pazienza, nel quotidiano e nel lungo periodo: un'arte di pochi ma che può essere appresa e rinforzata

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La parola d’ordine del nostro tempo è frenesia, ovvero la continua corsa verso il tempo e la smania di raggiungere o avere tutto e subito, correlata da infinite emozioni e vissuti. Non si è più in grado di aspettare e ogni momento privo di attività appare come tempo sprecato, vuoto e inutile, che deve essere riempito. Questa condizione deriva in gran parte dal contesto in cui si vive e dall’educazione ricevuta, tuttavia molto spesso è qualcosa di inevitabile poiché le richieste dall’esterno sono tante e il tempo sembra non bastare mai, quindi la corsa è all’ordine del giorno.

L’attesa causa una serie di sensazioni tra cui rabbia, frustrazione, senso di inutilità e insoddisfazione, fino al senso di colpa per il tempo perso, nonché l’ansia di come recuperarlo. Accanto a queste,  reazioni comportamentali spesso poco carine ed efficaci.

La pazienza è qualcosa che va allenata e migliorata, ritrovando alcuni valori ed elementi importanti, che spesso sono andati persi.

Impara ad assaporare il qui ed ora

Spesso l’impazienza deriva dalla difficoltà nell’ascoltare le proprie sensazioni e vissuti nel qui ed ora, specialmente se spiacevoli come frustrazione, noia e rabbia. Tuttavia, imparare a vivere il momento presente, e accogliere le cose attorno, le mille opportunità di un momento “vuoto”, è qualcosa di importante per migliorare la propria pazienza e non farsi prendere dall’ansia. Ogni momento è importante e può regalare qualcosa, quindi aspettare che le cose accadono con i loro tempi, vivendo ogni istante come qualcosa di importante.

Una modalità per iniziare è quella di imparare ad ascoltare il proprio respiro, concentrando su esso l’attenzione, così da ridurre lo stato di attivazione dell’impazienza e allo stesso tempo spostare il focus della propria mente. Effettuare questo esercizio anche lontano dai momenti in cui è richiesto un’attesa permette di migliorare nella sua esecuzione ed efficacia.

Ridimensiona le aspettative

Altro ostacolo alla pazienza sono le aspettative. Questo specialmente in una visione più ampia e non circoscritta agli eventi quotidiani. Quello che ci si aspetta dalla vita e dalle condizioni in cui viviamo, famiglia, lavoro, amicizia, spesso va al di là di quanto la realtà può offrire o dare in quel preciso momento. Le aspettative non permettono spesso di vedere come sono realmente le cose e quindi di rendersi conto dei traguardi raggiunti, delle competenze acquisite e di quanto si è costruito. Uno sguardo più attento potrà permettere di capire cosa si può raggiungere e cosa no e in quali tempi, così da ridurre l’impazienza e il vissuto negativo di fronte all’attesa, talvolta di qualcosa che non può esserci nel qui ed ora e magari nemmeno nel futuro. Non significa rinunciare a sogni o speranze, ma rivederli alla luce della realtà esterna e delle possibilità, così da ottenere cose nel breve periodo, migliorare la propria sensazione di efficacia e rendere l’attesa meno estenuante, perché la meta appare più vicina.

Poniti obiettivi realistici

Accanto alle aspettative, gli obiettivi. È bene imparare a costruire degli obiettivi che siano raggiungibili, partendo dall’analisi della condizione attuale, delle risorse e dei limiti. In questo modo il lavoro per il loro raggiungimento sarà mirato e le energie ben incanalate, così da ridurre l’attesa e giungere allo scopo in tempi consoni. La pazienza si sviluppa nell’imparare a gestire i differenti step per arrivare a ciò che è desiderato, senza la frenesia di fare troppe cose e magari male, rincorrendo obiettivi irrealistici e troppo grandi, ma facendo poche cose, bene e con consapevolezza.

Non giudicare

Il giudizio verso sé e verso gli altri è altro grande nemico della pazienza. Nello specifico capita spesso che l’aspettare o fare le cose con maggiore calma, faccia sentire incapaci, inattivi e poco produttivi, attivando una serie di giudizi negativi su di sé, che hanno effetti poco funzionali. Imparare ad essere più indulgenti con se stessi, concedendosi la possibilità di prendersi del tempo, di vivere momenti di calma e tranquillità senza giudicarsi, è un buon modo per incrementare la pazienza e migliorare il vissuto nell’attesa.

Allo stesso modo, anche l’indulgenza verso altri è qualcosa che va allenato. Imparare ad accettare i tempi e le modalità altrui è un buon modo per ridurre l’impazienza nel momento in cui essi non corrispondono ai propri ritmi e l’attesa è necessaria. Accogliere l’altro per quello che è, senza pretese, permette di assumere un atteggiamento più propositivo e favorevole all’accettazione con pazienza.

Rallenta e pianifica

Anche il pianificare e porsi delle priorità permette di imparare ad aspettare. Comprendere cosa può attendere e cosa deve essere fatto subito, è infatti un modo per ridurre la frenesia e darsi dei tempi.

Così ogni cosa ha un suo tempo e può essere fatta con calma, pazienza e attenzione, attendendo il momento per fare il resto, già prefissato e ben definito. In questo modo tutti gli istanti acquisiscono un senso e le sensazioni di inutilità e insoddisfazione si riducono.

La pianificazione permette anche di rallentare e comprendere se le innumerevoli corse, il nervosismo e la costante incapacità di attendere, siano davvero utili, oppure allontanino dalla vera capacità di vivere e assaporare le cose. Troppo spesso infatti si è concentrati sul futuro e si perde di vista la bellezza del presente e dei traguardi raggiunti, non percependoli abbastanza soddisfacenti.

Bisognerebbe imparare dalla Natura; essa non può anticipare o accorciare il crescere delle piante, le stagioni, il lavoro costante e minuzioso di alcune specie animali che curano la loro opera d’arte con pazienza e dedizione (l’alveare delle api, la ragnatela, il formicaio, ecc, ecc, ecc), lo scorrere della giornata, ma anche la nascita di un figlio, però è costante nel suo divenire, e sempre proiettata al futuro, ma con pazienza e capacità di attendere il susseguirsi degli eventi.

Non significa vivere passivamente e lasciar scorrere le cose così come vengono, ma imparare a viverle con pienezza, dando un significato anche all’attesa più semplice come quella al semaforo o ad un ufficio, comprendendo che è comunque tempo a disposizione e sta a noi renderlo produttivo.

 

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