Psicoanalisi lacaniana

Si basa sull'opera di rilettura e interpretazione del testo freudiano in chiave strutturalista dello psichiatra e psicoanalista Jacques Lacan.

PSICOANALISI LACANIANA

Supervisione a cura del dott. Alessio Fagioli, psicoterapeuta


Psicoanalisi lacaniana: in teoria


La psicoanalisi lacaniana consiste nell’opera di rilettura e interpretazione del testo freudiano in chiave strutturalista dell’instancabile psichiatra e psicoanalista Jacques Lacan (1901-1981). Convinto di aver ripristinato l”’insegnamento originario” di Sigmund Freud, è al contrario considerato da molti un suo radicale innovatore.

La rivoluzione freudiana è consistita nel detronizzare l'io (il conscio), riconoscendo nell'inconscio la vera voce dell'individuo. Per Lacan la psicoanalisi è la decifrazione di tale linguaggio e lo psicoanalista non deve mirare a potenziare l'io, cioè la dimensione conscia, ma trovare accesso all'inconscio. La tradizione freudiana pensa che il linguaggio consenta alla coscienza di raggiungere l'autoconsapevolezza e di prendere le distanze dal mondo pulsionale (“libido”); invece secondo Lacan, il linguaggio, in quanto trama di significanti impersonali (una sovrastruttura, la “cultura”), ha strutturato l'inconscio assegnando all'io un'identità immaginaria. In poche parole, Lacan vede l’individuo immerso in una struttura (il linguaggio, la cultura di apparenenza) che lo anticipa, lo predetermina e sempre lo condiziona: l'inconscio è subordinato totalmente a questa struttura, mentre l'io cosciente rimane preda di “narcisismo immaginario” (l’individuo s’illude di avere una personalità autonoma e indipendente dalla “struttura”). In questo senso l'io è un sintomo, se non addirittura il sintomo di una malattia mentale costitutiva dell'identità cosciente, è l'alienazione stessa fatta persona, cioè maschera, al di sotto della quale sta la parte vera e essenziale della personalità, che coincide con un ordine che la trascende (detto da Lacan “il grande Altro”).

 

Psicoanalisi lacaniana: in pratica


L’obiettivo della psicoanalisi lacaniana è aiutare l'io a rinunciare al suo narcisismo: il compito dell'analista è mettere il soggetto in grado di accettare che la pienezza dell'essere, l’unità del suo io, definitivamente perduta, è illusoria. La cura non cerca la guarigione, com’è per la psicoanalisi freudiana, ma la “Verità” (che coincide con la teoria psicologica di Lacan).

Ed è quindi evidente come ciò che conta in una psicoanalisi lacaniana sia “come” si parla (il linguaggio simbolico dell’inconscio) piuttosto che “ciò” che si dice.

Le sedute hanno durata “variabile”, non fissata in anticipo, ma al contrario decisa di volta in volta dall’analista, che può interrompere il discorso quando lo ritiene più opportuno.
Allo stesso modo secondo Lacan non è lecito determinare la durata di una terapia: in primo luogo perché non si può prevedere quale sarà il tempo necessario al paziente, in secondo luogo perché la fissazione di un termine equivarrebbe a una proiezione in cui quest’ultimo, confidando nel momento risolutivo, si troverebbe alienato da se stesso e dal percorso terapeutico.

 

Psicoanalisi lacaniana: in quali casi è consigliata


La psicoanalisi lacaniana è soprattutto indicata nei casi di psicosi e disturbi di simile natura. L'interesse di Lacan per la psicosi fu innanzitutto animato dalla volontà di salvaguardare il carattere umano, essenzialmente umano, dell'esperienza della follia, sottraendola a ogni teoria del deficit. L'uomo folle, dichiarerà Lacan, è l'uomo libero. Non si tratta di una celebrazione della follia come liberazione dai vincoli della società repressiva, ma una messa in evidenza del carattere ingiustificato e tragico dell'esistenza umana.

Come nel caso della psicanalisi freudiana, la psicanalisi lacaniana non interviene solo nelle forme gravi di disagio psichico, ma può essere utilizzata in primo luogo come potente mezzo di investigazione dell'Io.

 

Psicoanalisi lacaniana: certificazioni e deontologia


Quella di "psicoanalista" è oggi in Italia una professione non regolamentata. Lo Stato infatti non definisce quali siano i criteri minimi per esercitarla e non ha mai istituito un albo professionale specifico, anche se solitamente viene accomunata alla figura dello psicoterapeuta, direzione in cui si muovono fortemente da anni gli Ordini professionali proprio a maggior tutela, deontologica e professionale, dei pazienti.

L'esercizio di ogni tipo di attività psicoterapeutica – come indicato nel punto 3 della legge Ordinamento della professione di psicologo – è subordinato a una specifica formazione professionale, da acquisirsi, dopo il conseguimento della laurea in psicologia o in medicina e chirurgia, mediante corsi di specializzazione (di diverso indirizzo) almeno quadriennali che prevedano adeguata formazione e addestramento in psicoterapia presso scuole di specializzazione universitaria o istituti riconosciuti dal MIUR.


In deroga a quanto previsto dalla succitata norma, il medico specialista in psichiatria o in neuropsichiatria è autorizzato all’esercizio della psicoterapia anche senza aver frequentato la scuola di specializzazione in psicoterapia.

 

Psicoanalisi lacaniana: organizzazioni italiane e internazionali

 



La risorsa in più – Il blog di Jacques-Alain Miller, erede designato del pensiero di Lacan (in francese)