Musicoterapia e autismo

La terapia con la musica rappresenta un valido aiuto per il bambino autistico, in quanto permette l’espressione delle proprie emozioni, dei propri sentimenti e dei propri stati d’animo, attraverso un canale non verbale, e favorisce l’inizio di un processo di apertura in questi bambini che sono, in origine, totalmente chiusi al mondo esterno

Autismo e musicoterapia

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È difficile dare una definizione generale di autismo data la complessità e la varietà dei sintomi.

Per questo motivo si tende a parlare di Disturbi dello Spettro Autistico che, secondo il DSM IV-TR (Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali), fanno parte, a loro volta, di una categoria clinica più ampia, ovvero quella dei Disturbi Generalizzati dello Sviluppo (APA, 2000).

 

Sintomi e caratteristiche dell’autismo

Secondo una ricerca dei Laboratori Merck del 2008, questa patologia colpisce soprattutto il sesso maschile, con un’incidenza dalle 3 alle 5 volte superiore rispetto alle donne e si manifesta solitamente entro i tre anni. Il bambino autistico presenta una grave compromissione di diverse aree dello sviluppo, soprattutto a livello relazionale (preferisce l’isolamento e rimane indifferente all’ambiente circostante) e a livello comunicativo; tende, inoltre, a mettere in atto comportamenti e attività stereotipate.

Nel caso dei soggetti con questa patologia si parla di linguaggio “ecolalico”, ovvero il bambino in alcuni casi può pronunciare frasi o parole sentite al momento (ecolalia immediata) o molto tempo prima (ecolalia differita) senza che queste abbiano nessuna attinenza con la situazione attuale. Rispetto, invece, al contatto sociale i bambini autistici presentano una “marcata compromissione nell’uso di svariati comportamenti non verbali, come lo sguardo diretto, la mimica facciale, le posture e i gesti che regolano lo scambio sociale”, un’incapacità a sviluppare relazioni con i coetanei, di tipo emotivo ad esempio, così come una “mancata capacità a condividere emozioni, piaceri e obiettivi con altre persone” (APA, 2000).

A livello comportamentale, infine, il soggetto autistico può presentarsi quieto e passivo oppure iperattivo e mostrare movimenti stereotipati, come dondolamento e battimento delle mani. Se ci sono delle variazioni in alcuni atteggiamenti o in alcune azioni abitudinarie, il bambino ne risente, manifestando un forte disagio (R. Pani, F. Assente, “Convivere con l’autismo. Contributi psicodinamici e strategie educative”, 2006).

 

Principali terapie riabilitative utilizzate nell’autismo

Diverse sono le metodologie di intervento in caso di autismo. Oltre all’utilizzo di farmaci, come quelli antiepilettici, antidepressivi e antipsicotici che hanno un ruolo fondamentale nella cura dei disturbi dell’umore associati alla patologia autistica, ma anche nel limitare i comportamenti stereotipati e il comportamento aggressivo verso se e gli altri, ce ne sono altre che hanno come comune denominatore una concezione dell'autismo come conseguenza di un conflitto motivazionale, con eventuale base organica, e un coinvolgimento diretto (emotivo e corporeo) dei genitori nella terapia.

Uno di questi è il metodo holding, che prevede un intenso contatto corporeo e visivo tra genitore e bambino; questa però non è l'unica tecnica utilizzata in caso di patologia autistica. Nel corso del tempo, infatti, ne sono state elaborate tante altre, tra cui il Metodo Etodinamico, il Programma T.E.A.C.C.H o l'utilizzo della logica A.B.A. (Applied Behaviour Analysis), che mira alla modificazione di un determinato comportamento per poterlo rendere più funzionale.

 

La musica e i suoi effetti benefici

Da un punto di vista prettamente psicologico, nel trattamento dell’autismo viene sempre più spesso utilizzata la tecnica della musicoterapia. Diversi anni di ricerca hanno, infatti, dimostrato gli effetti positivi della musica sul comportamento umano, già prima della nascita. Il suono, la musica, il ritmo caratterizzano l’ambiente intrauterino e accompagnano, in seguito, tutto lo sviluppo del bambino facilitando e promuovendo la coordinazione, la regolazione, l’armonizzazione e la sintonizzazione con l’altro, oltre al suo sviluppo motorio, cognitivo e affettivo.

Come spiega la Dr.ssa Alicia Gibelli (www.diversamenteonlus.org), studi scientifici hanno evidenziato “che l'ascolto e la produzione musicale attivano contemporaneamente diverse regioni cerebrali. Inoltre, la musica attiva il sistema limbico della gratificazione, provocando forti reazioni emotive di piacere, e il sistema neurovegetativo provocando reazioni fisiologiche misurabili quali l'accelerazione o decelerazione del battito cardiaco, reazioni cutanee, sudorazione, corrispondenti a diversi stati emotivi. Infine, la musica stimola i nostri sensi, nel senso che quando viene ascoltata dal vivo o prodotta non viene percepita soltanto come suono attraverso il sistema uditivo, ma anche visivamente (ad esempio, vediamo chi suona), tattilmente (sentiamo delle vibrazioni), in maniera psicomotoria (percepiamo una sequenza di movimenti o di diteggiature), in modo simbolico (quando ci riferiamo ad un codice che la rappresenta)”.

 

La musicoterapia come strumento d’aiuto per i bambini autistici

Dunque, la musica pare abbia un ruolo preponderante nello sviluppo dei bambini, non solo per quelli “sani”, ma anche e soprattutto per chi presenta una patologia a livello neurologico, fisico e/o psichico, come l’autismo. Diversi studi hanno, infatti, dimostrato che il bambino autistico mostra una certa propensione verso la musica e che il suono e il ritmo possono migliorare le loro capacità comunicative e il loro comportamento verso se stessi e verso gli altri. La Federazione Mondiale di Musicoterapia (WFMT) sottolinea che “La Musicoterapia è l'uso della musica strutturata e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia, armonia) da parte di un musicoterapeuta qualificato, con un utente singolo o con un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la relazione, l'espressione, la comunicazione, l'apprendimento, la motricità, l'organizzazione e altri rilevanti obiettivi preventivo-terapeutico-riabilitativi, al fine di soddisfare i bisogni fisici, emozionali, mentali, sociali e cognitivi […]”.

L’intervento musicale con i bambini autistici può avere diverse finalità e può essere organizzato in diversi modi. Se l’obiettivo è quello di lavorare sul loro mondo affettivo e relazionale, allora saranno proprio loro a elaborare e portare avanti l’intervento con i propri comportamenti e le proprie azioni. Oppure l’intervento può essere volto all’apprendimento e all’acquisizione di competenze musicali, ad esempio imparare ad usare uno strumento. In particolare, si parla di tre tipologie di tecniche utilizzate nella terapia con la musica, quelle di tipo ricettivo, che prevedono l’ascolto di brani musicali di ogni epoca e stile e che consistono nell’osservare la reazione del bambino alla melodia; e le tecniche attive, strettamente legate alle precedenti, ovvero “sono composte dall’unione dei suoni musicali con le parole.

La musica stimola la reazione verbale o vocale e quindi il desiderio di riprodurre con la propria voce la melodia” (R. Pani, F. Assente, “Convivere con l’autismo. Contributi psicodinamici e strategie educative”, 2006). Infine, si parla anche di musicoterapia integrata, che unisce musicoterapia attiva, ricettiva e altre tecniche, come il training autogeno, lo yoga, le tecniche di visualizzazione o la fantasia guidata. Il canto, la danza, l’uso di strumenti rappresentano, dunque, delle metodologie in mano al bambino per sentirsi a proprio agio, nelle sue espressioni corporee e linguistiche, per esprimere e percepire le proprie emozioni e i propri stati d’animo attraverso una “tecnica non verbale”. Grazie alla musica, il mondo esterno riesce a penetrare finalmente nella mente del bambino autistico. Per permettere tutto ciò, il terapeuta dovrà assumere un ruolo non direttivo o semidirettivo e creare un ambiente che sia il più possibile tranquillo, non caotico, in modo che i suoni possano essere ben ascoltati e compresi e in modo da creare una certa continuità e regolarità per il bambino.