La comunicazione empatica: comprensione e ascolto attivo

L’empatia è la capacità di comprendere il mondo interiore altrui evitando i giudizi. La comunicazione empatica è la strada che porta a questo obiettivo grazie a due tecniche: la comprensione e l’ascolto attivo

La comunicazione empatica: comprensione e ascolto attivo

La comunicazione empatica non è solo una delle componenti principali della relazione d’aiuto, ma si tratta uno strumento prezioso in qualunque ambiente di lavoro e nella sfera sociale. Il termine empatia deriva dal greco e fa riferimento alla capacità di vedere il mondo attraverso gli occhi di un’altra persona. Chi è empatico riesce a comprendere il mondo interiore di un altro (affetti, pensieri, emozioni, ecc) senza però farli propri. La comunicazione empatica è un’attitudine che si possiede (quando si è fortunati) o si può acquisire grazie a percorsi formativi. Ciò che si apprende è il modo di aprirsi un varco verso il prossimo evitando gli errori che chiudono la comunicazione. Gli elementi chiave della comunicazione empatica sono la comprensione e l’ascolto attivo.

 

La comprensione attivata dalla comunicazione empatica

Quando si comunica con un’altra persona ci sono due vie principali attraverso le quali cercare di comprendere quanto ci sta raccontando. La prima forma è la comprensione intellettuale, tipica di chi vuole comprendere i fatti. Chi ascolta è quindi concentrato sui fatti accaduti e su come si siano avvicendati. Il focus è sul cosa l’altro sta raccontando. La seconda è la comprensione empatica che invece è centrata sul come il nostro interlocutore stia raccontando. Il focus è quindi sulle sfumature emotive che colorano la narrazione è che forniscono informazioni sullo stato d’animo del narratore. Spesso ci si sente compresi solo quando chi ci ascolta comprende quello che stiamo vivendo e non come si sia svolta la vicenda.

 

I tre elementi chiave della comunicazione empatica

La comunicazione empatica che porta a questo tipo di comprensione si basa su tre elementi principali:
1. trasparenza: evitare di mascherare le proprie reazioni emotive. Si può non essere d’accordo con qualcuno e glielo si può dire, ma mentire blocca la comunicazione;
2. autocontrollo: non confondere le proprie reazioni con quelle dell’altro, né far prevalere i propri bisogni. Non sempre si è a caccia di consigli;
3. accettazione incondizionata: evitare di giudicare il comportamento dell’altro, ma focalizzarsi su cosa sente.

 

L’ascolto attivo per una comunicazione empatica

Per fare in modo che l’altro si apra e ci dia l’opportunità di comprenderlo è necessario dare dimostrazione di saper ascoltare (in genere la parte interessante di un racconto viene sempre in coda alla conversazione). Ascoltare non significa stare fermi e non interrompere, è un comportamento proattivo attraverso cui dimostrare di essere in grado di comprendere l’altro. L’ascolto attivo è tipico di chi evita i blocchi della comunicazione per favorire l’empatia. Vediamo quali sono le caratteristiche di questi blocchi:
• atteggiamento indagatore più attento ai particolari di ciò che è accaduto;
• imposizione di soluzioni in base alla propria esperienza. Chi offre facili soluzioni ai problemi altrui spesso poi si offende se non viene ascoltato;
• frasi consolatorie generaliste che non tengono conto della specificità della situazione;
• espressione di giudizi personali su cosa sia accaduto.

 

Favorire la comunicazione empatica

Che fare allora per favorire la comunicazione empatica? Se lo scopo è quello di comprendere l’altro innanzitutto bisogna partire dal presupposto che non è detto che si riesca a comprendere tutto e subito. È utile chiedere chiarimenti, ad esempio parafrasando quanto è stato raccontato. Questo dà modo all’interlocutore di verificare la nostra comprensione. Due strategie più attive sono il confronto e l’uso dell’umorismo. Occorre fare molta attenzione in entrambi i casi: lo humour può avere l’effetto opposto se non usato con moderazione. Per quanto riguarda il confronto è bene non parlare mai delle proprie esperienze (per evitare di deviare il discorso su di sé), ma riferire di terzi anonimi.

 

Fonte immagine: photl.com