Il buon umore si conquista anche con la discomunicazione

La comunicazione ironica è una forma strategica di discomunicazione che sostiene il buon umore anche se a volte è usata malignamente contro una vittima inconsapevole. L’ironia si basa su uno script, una sequenza di passaggi ben precisa e a seconda di come reagisce l’interlocutore va a buon fine oppure no

Il buon umore si conquista anche con la discomunicazione

Il buon umore è sicuramente una delle armi vincenti per una buona salute fisica e psicologica. Non siamo sempre allegri, ma quando si è in compagnia non c’è niente di meglio di una battuta spiritosa per risollevare lo spirito. Il termine ironia deriva dal greco e il suo significato è legato alla finzione e alla dissimulazione. La comunicazione ironica è stata oggetto di studio prima della filosofia e successivamente di tutte le scienze che si sono occupate della comunicazione. La sua attrattiva in psicologia deriva, oltre ai benefici effetti sul buon umore, dalla sua natura paradossale perché deve essere abbastanza riconoscibile, ma non scontata.

 

La discomunicazione che genera buon umore

La comunicazione ironica è una delle forme della discomunicazione caratterizzate da un prevalere degli aspetti impliciti e diretti su quelli espliciti e diretti. Spesso in questo caso si pensa a forme patologiche o negative, ma c’è spazio anche per l’ironia. Grazie a questo meccanismo di base si possono avere diverse forme di ironia:
Ironia sarcastica: disprezzare l’interlocutore schermandosi dietro parole elogiative;
Ironia bonaria: elogiare l’interlocutore con frasi apparentemente critiche;
Ironia socratica: messa in discussione di certezze e luoghi comuni senza sbilanciarsi eccessivamente;
Ironia scherzosa: battuta di spirito che alleggerisce una situazione pesante.

 

Come nasce il buon umore?

I segnali di ironia capaci di scatenare una risata, ma anche un flebile sorriso (a volte ancora più efficace nel sostenere il buon umore) sono per lo più di tipo vocale. I cosìddetti canali prosodici (intonazione) sono prevalenti anche se ben si intersecano con tutti i segnali non verbali. Nella comunicazione ironica è stata rilevata una combinazione tra un ritmo rallentato, un’intensità vocale elevata e un tono acuto. Questi segnali sono diretti a uno specifico destinatario, anche se è possibile che l’ironico destini a se stessi il piacere di una battuta. Nelle forme maligne di ironia, il buon umore viene scatenato dalla reazione della vittima designata che rimane escluso dalla comprensione del messaggio implicito.

 

Lo script del buonumore

La piacevolezza, anche cattiva, della comunicazione ironica si scatena facilmente anche perché segue uno script socialmente condiviso. Il modello del fencing game descrive la comunicazione ironica attraverso la metafora del gioco del fioretto, per cui si colpisce l’avversario elegantemente e in modo pungente. Quattro sono le fasi di questo gioco:
1. la premessa è data dall’insieme di conoscenze pregresse e condivise che costituiscono un universo di significati condiviso dal gruppo di interlocutori;
2. l’evento focale è il punto di partenza che è alla base della comunicazione ironica;
3. il commento ironico è il messaggio che nasconde l’intenzionalità ironica;
4. l’effetto ironico dipende invece dalla risposta al commento e può essere di diverso tipo: fraintendimento (il destinatario risponde al significato letterale e non riconosce l’intenzione), disconoscimento (l’interlocutore riconosce l’intenzione ma decide di rispondere al significato letterale), touchè (la comunicazione ironica colpisce il suo ‘bersaglio’).

 

Fonte immagine: AForestoFloric