Sistema aptico: gestire il contatto tra le persone

Il sistema aptico è uno dei sistemi della comunicazione non verbale. Tra tutti è forse il meno conosciuto (almeno di nome) nonostante abbia un ruolo molto importante nella gestione relazionale. Anche chi si occupa di Nuove Tecnologie ne sta riconoscendo il valore per creare sistemi di nuovi di comunicazione, ad esempio con gli autistici.

Sistema aptico: gestire il contatto tra le persone

L'aptica è una scienza che studia il sistema aptico, cioè quell'insieme di segnali attraverso i quali gestiamo e regoliamo e comunichiamo l'intimità che abbiamo con i nostri interlocutori.

Il sistema aptico gestisce la sfera del contatto: chi tocchiamo e con quanta frequenza e anche dove testimoniamo il tipo di relazione che abbiamo con qualcuno. 

Vi sembra importante, vero? Eppure è un capitolo della comunicazione non verbale che in pochi riconoscono sotto questo nome, ma che non sfugge agli esperti.

 

Cosa comunica il contatto corporeo

La psicologia si è ovviamente interessata molto al sistema aptico, per il suo ruolo in termini di comunicazione, relazione e gestione anche della propria identità.

Il contatto corporeo è legato a una serie di norme culturali molto importanti e che rendono il toccarsi con un'altra persona un atto lecito/illecito, gradito/sgradito, positivo/negativo.

Vediamo alcune di queste norme. Ci sono zone del corpo che sono più sensibili di altre, cioè che possono essere toccate solo da persone molto vicine a noi. Questa considerazione è semplice se pensiamo ad alcune parti del corpo come quelle legate alla sfera sessuale, per altre è meno immediata.

Se pensiamo alle (zona con un'alta concentrazione di recettori tattili), ad esempio, non è così semplice. Il gesto del "dare la mano" quando si incontra qualcuno è lecito per tutti gli incontri, ma oltre a questo momento codificato ad altre pochissime persone è permesso toccarci le mani. Se pensiamo poi al gesto di intrecciare le dita il numero si abbassa ulteriormente.

Anche le dinamiche di potere influiscono: chi ha più potere ha anche la facoltà di toccare maggiormente o di prendere l'iniziativa. Non parliamo di molestie sessuali; ma chi potrebbe dare una pacca su una spalla: un dipendente o un capo?

 

Il linguaggio del corpo che determina l'identità

 

Autocontatto

Il sistema aptico non considera solo i gesti con cui tocchiamo gli altri, ma anche quando tocchiamo noi stessi, cioè i gesti di autocontatto. Anna Maria Sepe, psicoanalista, ci aiuta nella comprensione di alcuni tra i più frequenti di questi gesti.

  • Il toccarsi i capelli è un gesto tranquillizzante per allontanare i pensieri o il dolore. Quando è meccanico può agire anche da svuotamento della mente, per ripartire con un nuovo pensiero.
  • Strofinarsi la radice del naso è un gesto di rifiuto, mentre sfregarsi la parte esterna segnala un certo coinvolgimento.
  • Toccandoci la gola comunichiamo il nostro stato di ansia e agitazione. Questo significato si associa anche al gioco sistematico con collane o cravatte.

 

La scala per i precursori delle emozioni

Il sistema aptico è parte anche di uno strumento innovativo per valutare la presenza/assenza dei precursori delle emozioni: il TCE, Test sul Contagio Emotivo.

Nel contagio emotivo si verifica, nelle primissime fasi dello sviluppo, la tendenza a imitare in modo automatico e involontario le espressioni facciali, vocali, posturali di un’altra persona, e di conseguenza a convergere emotivamente.

L'obiettivo è quello di individuare una risposta emotiva in questi bambini in cui le interazioni sociali sono compromesse, attraverso segnali del sistema cinesico (postura, gesti, espressioni del volto, movimenti oculari), aptico appunto, prossemico (distanza tra gli interlocutori), vocale (intonazione), valutando TCE indagate le emozioni di 300 bambini (felicità, tristezza, paura e rabbia)

Questa scala è stata testata dall’Istituto di Ortofonologia di Roma su 300 bambini con disturbo dello spettro autistico ed è risultata uno strumento utile per individuare la presenza o l’assenza di una risposta emozionale da parte del bambino autistico e, quindi, il livello di disponibilità o meno alle interazioni sociali.

 

L'importanza della voce nel linguaggio paraverbale