Need for achievement: la motivazione di un imprenditore di successo

Non è il mero profitto, e nemmeno la smodata brama di potere a guidare un imprenditore di successo, bensì il need for achievement: il suo bisogno di realizzazione. Vediamo perché.

Need for achievement: la motivazione di un imprenditore di successo

Secondo la teoria elaborata a partire dagli anni ’60 dello psicologo statunitense David McClelland, è il personale bisogno di realizzazione (need for achievement), la motivazione alla riuscita a guidare una persona verso il successo. Potere e denaro sarebbero fattori motivazionali secondari o, almeno, non sufficienti. Cosa può insegnarci ancora oggi questa teoria psicologica?

 

Need for achievement e motivazione al successo

Prima di  David McClelland, già altri psicologi, studiando la motivazione umana, avevano sottolineato quanto i comportamenti  delle persone fossero guidati non solo da bisogni materiali, di sicurezza, stima o affetto, ma anche da aspirazioni più elevate come la realizzazione di sé e la crescita personale (Murray, 1938; Maslow, 1954). In altre parole: quello che gli psicologi avevano compreso era che per l’essere umano, in quanto essere pensante e autocosciente, risulta altrettanto “vitale” avere mete e progetti da realizzare, prefiggersi scopi da perseguire che diano un senso di riuscita alla propria vita e alla propria individualità.

È questo, secondo McClelland, il need for achievement. In altre parole: il bisogno di realizzazione rappresenta, al pari  del bisogno di affiliazione e di potere, una delle componenti motivazionali dell’essere umano. In tal senso, secondo l’Autore, è possibile distinguere persone low achievers e high achievers a seconda di quanto tale bisogno sia importante nella personalità individuale.

Le persone con un elevato bisogno di realizzazione sono coloro che con più probabilità riusciranno a realizzare con successo i propri obiettivi

 

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Need for achievement: il successo che non ti aspetti…

Il need for achievement – portare a termine un’attività, riuscire nel raggiungimento di un obiettivo – influenza sia la qualità della performance, che il livello di motivazione. Secondo McClelland, infatti, è il proprio bisogno di realizzazione, e non il bisogno di denaro o potere, ad alimentare nella persona la motivazione al successo e la resa di prestazioni ottimali.

Gli esseri umani, in altre parole, hanno più probabilità di riuscire in quello che fanno se questo costituisce un fine e non solo un mezzo per ottenere altri tipi di vantaggio: è quanto ci sentiremo appagati dalla realizzazione di ciò a cui aspiriamo a motivarci a dare il meglio, non i vantaggi secondari che ne potremo trarre in materia di fama, potere o denaro.

Tutto questo è coerente che quelle che sono alcune delle caratteristiche peculiari degli high achievers e che nulla o poco hanno a che fare con lo stereotipo “arrivista” della persona “di successo”: spregiudicato, talmente ambizioso che nessun obiettivo è mai troppo elevato per lui, amante del rischio… Non è esattamente questo il modello di imprenditore di successo che McClelland aveva in mente. Vediamo perché.

 

Le caratteristiche degli high achievers

La persona psicologicamente orientata al successo è guidata, nel proprio comportamento, da tre principi apparentemente “impopolari” nell’attuale cultura “liquida” dove tutto dovrebbe essere “smart” e “fast”.

 

1. Si pone obiettivi realistici proporzionali alle proprie capacità; questo le consente di raggiungerli con più probabilità alimentando soddisfazione e ulteriore motivazione al successo. È evidente che per poter fare ciò occorre avere una visione chiara, sia di cosa si vorrebbe raggiungere, sia di quali siano le proprie capacità. Obiettivi troppo bassi o troppo elevati sono controproducenti, e caratterizzano coloro che hanno troppa paura di fallire o che inseguono aspettative illusorie.

 

2. Predilige situazioni in cui l'esito della propria performance sia sotto il suo controllo; si basa sull’assunzione di proprie responsabilità personali, piuttosto che su fattori esterni come la fortuna. Non ama dunque sfidare la sorte, tentare il tutto e per tutto, ma più probabilmente si fiderà di ciò che sa di poter realisticamente raggiungere con le proprie capacità. 

 

3. In ultimo, ma non per importanza, ricerca attivamente un feedback; non per bisogno di rassicurazioni o conferme, ma al fine di capirne le criticità e correggere e migliorare il proprio operato.

 

Ne emerge un identikit piuttosto inaspettato dell’imprenditore di successo, decisamente lontano dall’inseguire facili guadagni, dotato di una vision a lungo termine e sicuro di ciò che sa di poter ottenere con le proprie capacità senza sottovalutare né sopravvalutare la propria performance. Una persona aperta al confronto con gli altri e capace di riconoscere  utilizzare le critiche costruttive per migliorare il proprio operato.  Uno spunto per tutti noi nel perseguire i nostri personali successi…

 

Bibliografia
Maslow A.H. (1954). Motivazione e personalità, trad. it, Astrolabio, 1973.
McClelland D. (1961). The achieving society. Oxford, England: Van Nostrand.
Murray H. (1938). Explorations in Personality. Oxford, England: Oxford Univ. Press.

 

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Foto Tithi Luadthong / 123rf.com