Motivazione in psicologia

Dagli albori della psicologia, la motivazione è considerata un oggetto di studio imprescindibile per indagare il comportamento umano. Ne tracciamo una definizione, riprendendo, in sintesi, le principali scuole della psicanalisi e il pensiero di Abraham Maslow, e fornendovi ulteriori spunti online sui temi della motivazione e della psicologia

Motivazione in psicologia

Motivazione in psicologia: una definizione

La motivazione in psicologia è l’attività che orienta il comportamento dell’individuo, un concetto ipotetico che esprime la capacità individuale di organizzare il proprio comportamento in una determinata direzione, verso determinati oggetti-mete, in seguito all’azione di alcuni stimoli provenienti dall’esterno e sulla base di particolari controlli interni. È una predisposizione interiore – definibile altrimenti come un bisogno, una pulsione o un desiderio – che mette in moto dei comportamenti diretti a obiettivi specifici. La motivazione è dettata sia da fattori intrinseci che da fattori estrinseci alla persona (come l’ambiente socio-culturale di provenienza).

 

La motivazione in psicanalisi

Nell’esaminare la motivazione, le scuole psicoanalitiche pongono l’accento su fattori diversi. Sigmund Freud sostiene che tutti i comportamenti derivano dalle pulsioni biologiche ascrivibili a due categorie fondamentali: la vita (la sessualità) e la morte (l’aggressività e il conflitto). Molti dei suoi allievi non concordano su questo punto, e preferiscono dare rilievo ad altri elementi come la sfera sociale e le relazioni interpersonali (soprattutto Milton Erickson ed Harry Sullivan) o al bisogno di potere (per lo psichiatra austriaco Alfred Adler). Secondo Carl Jung, invece, la pulsione basilare dell’individuo è la ricerca della propria realizzazione, di quella che lui chiama la “individuazione”.

 

La motivazione nella psicologia umanistica

Uno dei contributi principali alle teorie sulla motivazione viene dallo psicologo statunitense Abraham Maslow. Nella sua piramide delle motivazioni, Maslow distingue due categorie primarie: i bisogni di mancanza e i bisogni di crescita. Individua poi otto livelli di bisogno e li ordina in una gerarchia inserita all’interno di un modello piramidale, secondo un criterio di priorità e di spinta motivazionale.

Nella scala dei bisogni di mancanza di Maslow il primo posto è occupato dai bisogni fisiologici, fondamentali per la sopravvivenza: la fame, la sete e il sesso. Solo dopo aver soddisfatto le esigenze primarie si manifestano i bisogni collocati ai livelli più alti:

  • bisogno di sicurezza (ricerca di contatto e protezione)
  • bisogno di appartenenza (essere parte di una comunità)
  • bisogno di stima (ottenere riconoscimento e approvazione).

Nei gradini successivi della piramide, nella scala dei bisogni di crescita, Maslow colloca:

  • bisogni cognitivi (capire, conoscere, ampliare il proprio sapere)
  • bisogni estetici (desiderio di ordine, bellezza, armonia)
  • bisogno di autorealizzazione (portare a compimento il proprio potenziale)
  • bisogno di trascendenza (trovare il significato ultimo dell’esistenza, valicare il proprio ego e aiutare gli altri a realizzarsi).

Contrario a ogni approccio deterministico, Maslow pone grande fiducia nella natura umana e nelle capacità di ciascuno di elevare la propria condizione: secondo lui, “la soddisfazione crescente dei bisogni porta lo sviluppo dell’individuo a un alto grado di evoluzione della personalità”.

 

Approfondimenti online su motivazione e psicologia

Vi segnaliamo due interessanti risorse online: la scheda di Sapere.it su motivazione e psicologia e gli articoli raccolti da Psicopedagogika sulla motivazione, che, con “Autostima” ed “Emozioni”, fanno parte della sezione “Conoscersi”. 


Immagine I SvonHalenbach per Wikimedia Commons