Ansia patologica o ansia segnale? Come distinguerle

L’ansia è spesso vissuta come un nemico da combattere o un sintomo da eliminare, eppure non è sempre così. L’ansia non è solo patologica, può essere anche adattiva e rappresentare un segnale importante. Vediamone le differenze

Ansia patologica o ansia segnale? Come distinguerle

Si fa presto a dire "ansia", ma di cosa si tratta precisamente? Esistono vari gradi e diverse tipologie di ansia a seconda di come questo segnale viene gestito e di cosa va a significare per la nostra vita psicoemotiva.

Vediamo allora le differenze fra ansia patologica e ansia segnale.

 

Ansia patologica e ansia segnale

Per fare un esempio noto a molti, pensiamo un attimo alla classica ansia da esame: con molta probabilità la maggior parte delle persone, prima di una prova importante, può sentirsi in ansia, tesa e sotto pressione.

Alcuni tuttavia rendono al meglio, mentre altri possono ritrovarsi letteralmente paralizzate dall’ansia, in preda al panico e nella sgradevole sensazione di non riuscire a pensare lucidamente. Perché queste differenze?

L’ansia, da un punto di vista psicofisiologico, consiste in uno stato generale di attivazione del nostro corpo e della nostra psiche, una reazione di allerta nella quale ci teniamo pronti ad affrontare o fuggire un pericolo imminente.

Se pensiamo ai nostri progenitori in epoche ancestrali della vita della specie umana, ci rendiamo ben conto del valore adattivo dei segnali fisiologici della paura; ma oggi che raramente ci troviamo a fronteggiare pericoli concreti?

L’ansia può essere patologica, bloccarci e farci perdere lucidità di pensiero.. eppure esiste anche un’ansia segnale che può rivelarsi adattiva vediamo come.

 

Ansiosi, come prendete le vostre decisioni?

 

L’incertezza di un potenziale pericolo

“Di regola, ciò che non si vede disturba la mente degli uomini assai più profondamente di ciò che essi vedono” scriveva Giulio Cesare.

In effetti se ci pensate un attimo è proprio così: l’ansia ci porta continuamente lontani dal momento presente, nell’eterno affanno di ciò che è stato o di ciò che temiamo potrebbe accadere. L’ansia è, in altre parole, un segnale che mobilita le nostre risorse fisiche e mentali di fronte all’incognita, all’incertezza di un potenziale pericolo.

Può accadere che questa reazione non si limiti ad uno specifico episodio, ma permanga anche al di fuori di minacce reali e tangibili. In questi casi l’ansia diventa “senza oggetto”, cronica, un vero e proprio modo di stare al mondo e può associarsi a manifestazioni sintomatologiche molto penose – come gli attacchi di panico – limitando fortemente la nostra vita di relazione e offuscando la nostra capacità di pensiero e di giudizio.

 

Eliminare l’ansia?

Ebbene che fare? Eliminare del tutto l’ansia? Sembrerebbe la soluzione più ovvia eppure non è proprio così e a dirlo sono gli esperti del settore con studi scientifici condotti nell’ambito delle neuroscienze e della psicologia.

Sembra infatti che l’esito della maggior parte dei trattamenti psicoterapeutici di persone con problematiche ansiose non sia affatto quello di eliminare l’ansia, quanto piuttosto quello di modificare la gestione della reazione ansiosa in modo da poterla padroneggiare meglio senza che la sua intensità arrivi a livelli invalidanti e disfunzionali.

L’ansia, se saputa gestire, può rappresentare infatti un vantaggio evolutivo perché mobilita le nostre capacità di reazione e concentrazione di fronte a una prova aiutandoci a dare la priorità a ciò che in quel momento è più importante e ad ottimizzare le nostre risorse.

L’ansia patologica può avere un esito disorganizzante sulle nostre capacità di pensare e di reagire agli eventi – come avviene con gli attacchi di panico – mentre l’ansia segnale può essere adattiva: saper tollerare l’ansia significa poterla sperimentare senza doverla a tutti i costi eliminare ed è questo uno dei migliori risultati che si possano raggiungere (Gabbard, G., Psichiatria psicodinamica, 2007).

Le piccole e grandi preoccupazioni del quotidiano, dubbi sul nostro comportamento o sulle nostre scelte.. sono tutte incertezze che è sano e anche utile che sollecitino la nostra attenzione.

Forse davvero è utile che riconsideriamo alcune nostre decisioni o che ci concentriamo maggiormente su una prova che ci attende per raggiungere il nostro obiettivo.

Se ascoltata e gestita in modo adattivo, l’ansia non ha necessità di sopraffarci e paralizzarci, ma può diventare parte del nostro migliore equipaggiamento per superare con successo le prove della vita.


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