A cosa serve l’ansia: i benefici di un atteggiamento negativo

L’ansia è considerata da tutti un atteggiamento negativo eppure per qualcuno è impossibile liberarsi da questi pensieri circolari. Quali benefici pensiamo di trarne?

A cosa serve l’ansia: i benefici di un atteggiamento negativo

L’ansia è uno dei disagi psicologici più diffusi nella nostra società, nelle sue manifestazioni più estreme dà luogo a vere e proprie forme patologiche. Come mai è così difficile sospendere i pensieri ansiosi?

Sembra quasi che se ne tragga qualche beneficio. Come sosteneva Freud ogni sintomo ha un vantaggio secondario.

 

Il vantaggio secondario dell'ansia

Freud ha introdotto tantissimi concetti nell’ambito della psicologia, ma alcuni dei più interessanti sono rimasti in sordina a causa della grande attrattiva della componente libidica presente nelle sue teorie.

Una delle sue grandi intuizioni riguarda la difficoltà che ha il paziente a lasciarsi alle spalle il suo sintomo, quasi ne fosse affezionato, anche quando ne riconosce la natura e la pericolosità.

Freud parla di un vantaggio secondario, ovvero di una qualche forma di soddisfazione che arriva dal sintomo stesso, dal fatto di essere malati.

Senza addentrarci sul significato inconscio che ha per Freud questa affermazione, possiamo osservare come effettivamente ci siano molte resistenze ad abbandonare anche cattivi comportamenti o abitudini malsane anche quando ne riconosciamo la natura: qualcosa in loro ci soddisfa.

Ma che vantaggio traiamo dai pensieri ansiosi che ci attanagliano la notte?

 

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Che senso ha arrovellarsi?

Che senso ha continuare ad arrovellarsi? Questa è la prima domanda da porsi secondo Robert Leahy, psicologo esperto di gestione dell’ansia, per poter cominciare a risolvere il problema.

Insistere a pensare alle conseguenze più catastrofiche delle nostre azioni deve soddisfarci in qualche modo.

 

Lui propone 9 possibilità, così come le ha incontrate nella sua esperienza clinica che possono dare un senso a questa malsana abitudine.

  1. Pensate che continuando a preoccuparvi sarete più pronti ad affrontare la realtà e le sue problematiche.
  2. Avete una visione negativa del mondo e credete che sia possibile prevenire ogni male pensando a tutte le possibili evenienze.
  3. Continuare ad analizzare i piccoli eventi vi fa evitare di pensare ai grandi pericoli perché credete di poter intercettare ogni “piccolo inizio” di una catastrofe e ciò allontana la paura.
  4. L’inquietudine e l’ansia sono un modo per non sentire altre emozioni e quindi tenerle a bada.
  5. Mentre vi arrovellate vi sembra di percepire meno ansia.
  6. Pensare e ripensare (ruminazione mentale) vi offre la sensazione di avere il controllo degli eventi.
  7. L’atto di preoccuparsi per voi è sinonimo di responsabilità: le persone mature e responsabili cercano di controllare tutti i possibili pericoli.
  8. Arrovellarsi è un modo per superare un momento di incertezza o tutte le piccole incertezze della vita.
  9. Pensate che la preoccupazione per un determinato evento sia una spinta motivazionale: per evitare un pericolo o una minaccia allora sono più determinato ad agire.

 

Da questo elenco si può intuire che in effetti nell’immediato il fatto di continuare a gingillarsi con pensieri ansiosi ci offre dei vantaggi: un’illusione di certezza, controllo, stabilità emotiva.

Il lato negativo consiste nel fatto che poi non se ne può più fare a meno e ci si ritrova schiavi di questa forma di pensiero che ci allontana dall’amara constatazione che non possiamo controllare tutto, ma con la quale si vive più serenamente.

 

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