Lo sviluppo cognitivo del bambino secondo le tappe di Piaget

Lo sviluppo cognitivo ci accompagna per tutto l'arco della vita. Il metodo clinico di Piaget individua le tappe dello sviluppo cognitivo del bambino. Scopriamo quali sono

Lo sviluppo cognitivo del bambino secondo le tappe di Piaget

Spesso si pensa che bambini e anziani siano degli adulti depotenziati in fase di crescita o di declino. Oggi si cerca di individuare, invece, gli specifici modelli di ragionamento che si susseguono nel tempo. Lo sviluppo cognitivo dura l’intero ciclo di vita e vi si distinguono fasi qualitativamente diverse tra loro. Piaget è stato uno dei massimi esponenti nello studio del pensiero infantile e grazie al proprio metodo di osservazione, le tappe da lui descritte sono ancora considerare valide. Le sue osservazioni si concentrano sulle tappe precedenti all’adolescenza quando matura il pensiero astratto.

 

Il metodo clinico di Piaget

Il metodo clinico e critico di Piaget è stato inventato cercando di mettere insieme tecniche cliniche, sperimentali e di osservazione, con cui comprendere la complessità del comportamento infantile. Il colloquio clinico (così definito da lui stesso) consisteva in un colloquio libero per esplorare le idee spontanee che il bambino utilizza per spiegarsi la realtà e le problematiche proposte dallo sperimentatore. La conversazione è in continuo adattamento a seconda delle risposte fornite. L’approfondimento può essere verbale o comportamentale: il metodo si avvale anche di compiti pratici svolti dal bambino. Attraverso la manipolazione di oggetti è possibile vedere concretamente il ragionamento concreto che è tipico delle prime fasi di sviluppo e si evitano gli equivoci da parte dell’osservatore che ragiona secondo altri schemi. Il metodo è definito critico perché al bambino viene sempre chiesto di spiegare il perché delle proprie azioni al fine di rivelare la logica del proprio comportamento.

 

Sviluppo cognitivo del bambino: le tappe

Secondo Piaget i due processi alla base dello sviluppo in età evolutiva sono Assimilazione (ripetizione di un’attività già presente nel proprio repertorio comportamentale, ad esempio afferrare e sbattere oggetti diversi) e Adattamento (modifica dei vecchi comportamenti a contatto con un cambiamento nel contesto o nell’ambiente, ad esempio muovere l’oggetto invece di sbatterlo per terra quando è in grado di produrre rumore).

 

Le tappe descritte da Piaget sono cinque:
1.    Fase senso-motoria (nascita - 2 anni): il bambino passa dall’uso dei soli riflessi innati alla ripetizione di una serie di comportamenti per verificarne gli effetti, prima sul proprio corpo (reazioni circolari primarie) e poi su oggetti diversi (reazioni circolari secondarie). Dall’ottavo mese parte la fase di sperimentazione attiva sul mondo in cui cerca di mettere a punto schemi di comportamenti diversi per ottenere gli stessi effetti e l’apprendimento procede per tentativi ed errori. Dai 18 mesi compare il ragionamento simbolico, ed è in grado di anticipare mentalmente le conseguenze delle sue azioni.
2.    Fase preconcettuale (2-4 anni): il pensiero è fortemente egocentrico (tutti conoscono i suoi pensieri o desideri). Potenzia il linguaggio, ma non è in grado di ragionare passando dal generale al particolare e viceversa.
3.    Fase del pensiero intuitivo (4-7 anni): con l’ingresso a scuola aumenta il bagaglio di conoscenze e c’è l’esigenza di non generalizzare le proprie conoscenze. Il pensiero non è ancora reversibile: il bambino non riesce a mentalizzare l’azione compiuta nel senso opposto.
4.    Fase delle operazioni concrete (7-11 anni): aumenta la coordinazione di azioni successive e il pensiero induttivo (dal particolare al generale). Non è ancora in grado di fare ragionamenti puramente verbali, i processi cognitivi sono ancora legati alle azioni.
5.    Fase delle operazioni formali (11-14 anni): il preadolescente acquisisce il ragionamento ipotetico-deduttivo. È in grado di prefigurarsi scenari puramente immaginare e prevedere le conseguenze di vari tipi di azione, grazie a un sapiente equilibrio tra assimilazione e adattamento. Ha sviluppato capacità di giudizio, la relatività dei punti di vista, le operazioni sui simboli e l’attività di misurazione.