Lo sviluppo della teoria della mente nel bambino

La teoria della mente è l’abilità di comprendere gli stati interni altrui. È una competenza di tipo sociale e comunicativo e il suo sviluppo si riflette nel modo in cui gioca il bambino

 Lo sviluppo della teoria della mente nel bambino

La teoria della mente (o TOM) è l’abilità di capire gli stati mentali altrui. Durante l’infanzia si sviluppa la capacità di attribuire stati interni, conoscenze, desideri e credenze agli altri (in modo più o meno preciso e più o meno in profondità) grazie alla quale può prevedere i comportamenti di chi ci circonda. Per alcuni si tratta di un’abilità di tipo psicologica che si differenzia da quella scientifica e che quindi potremmo chiamare psicologia del senso comune (Folk Psychology).

 

Le funzioni della teoria della mente

La possibilità di comprendere correttamente cosa passi per la mente di un’altra persona è sicuramente un’utile abilità. La prima funzione della teoria della mente è di tipo sociale: la mentalizzazione ci aiuta a comprendere i comportamenti altrui, dando un senso alle azioni che osserviamo anche se gli altri non le spiegano direttamente.

Nel campo della comunicazione, la teoria delle mente ci rende degli interlocutori in grado di cogliere le intenzioni implicite che risiedono alla base di un messaggio. Questa comprensione porta anche alla possibilità di prevedere il comportamento delle persone che osserviamo.

Per il bambino questa è forse la funzione più importante in quanto gli consente di crearsi delle aspettative e di verificarle, nonché di adattare il comportamento in base all’interlocutore imparando così ad essere flessibile.

In generale è possibile distinguere una teoria della ‘fredda’ da una ‘calda’. La prima è tipica di chi utilizza le proprie intuizioni a scopo manipolatorio, mentre la seconda è caratterizzata da un uso prosociale.

 

Quando compare la teoria della mente?

La teoria della mente non è una capacità innata, ma si sviluppa nel corso della crescita del bambino essendo una competenza cognitivamente molto complessa. Da un punto di vista scientifico, è possibile accertare la comparsa della teoria della mente attraverso delle prove standardizzate.

Una delle più famose ed utilizzate è il Test della Falsa Credenza (Pemmer & Wilmer, 1983), utilizzato con i bambini tra i 4 e i 9 anni. Al bambino si mostra una scenetta in cui una bambola di nome Sally mette una biglia in un cestino all’interno di una stanza. La bambola esce dalla stanza e un altro personaggio (Anne) entra e sposta la biglia dentro un cassetto.

Si chiede quindi al bambino se sa dove Sally andrà a cercare la biglia una volta rientrata. I bambini normodotati verso i 4 anni e mezzo sviluppano la mentalizzazione e rispondono correttamente (cestino).

 

Il gioco simbolico

Un altro modo per comprendere in che modo si stia sviluppando la teoria della mente è l’osservazione del gioco. I bambini hanno tre livelli di gioco: quello senso motorio (esplorazione delle caratteristiche fisiche dell’oggetto), quello funzionale (il bambino usa l’oggetto in base allo scopo per cui è stato costruito) e quello simbolico.

Il gioco simbolico è molto complesso, in quanto il bambino introduce un elemento di fantasia nel gioco e agisce come se fosse reale. Ad esempio fa volare una penna come se fosse un missile. La finzione è la manifestazione dell’abilità di mentalizzare, in quanto il bambino è costantemente consapevole dello scarto tra realtà e fantasia.

 

Scopri qual è il test per comprendere se il bambino ha già sviluppato la Teoria della Mente