Strategie di regolazione emozionale

Ognuno di noi conosce per sé cosa sia un’emozione. Talvolta essere in grado di regolarle in modo funzionale ed adattivo è una competenza preziosa e fruttuosa

Strategie di regolazione emozionale

È probabile che ognuno di noi abbia un’idea più o meno precisa di cosa sia un’emozione. O comunque, anche se ignora la definizione più tecnica, senza dubbio saprà dire quando e come si emoziona, oppure se sta provando una determinata emozione (o più emozioni) in uno specifico momento.

Le emozioni sono uno stato affettivo specifico, vengono elicitate da uno stimolo esterno (per esempio un evento) o da uno stimolo interno (ad esempio un ricordo) e hanno una temporalità piuttosto breve (Gross & John, 1995).

Le emozioni possono svolgere una funzione regolatoria su altri processi o essere a loro volta regolate. L’insieme di queste funzioni prende il nome di regolazione emotiva.

 

Emozioni: che funzione hanno?

Le emozioni svolgono un ruolo fondamentale per la nostra sopravvivenza; alcune di esse sono filogeneticamente determinate e sono state in un certo senso vagliate dalla selezione naturale perché funzionali alla sopravvivenza della specie.

Un esempio è la paura di fronte a stimoli pericolosi che ci consente di attivare una risposta di attacco o fuga e quindi sopravvivere allo stimolo nocivo (funzione adattiva).

Le emozioni svolgono anche una funzione sociale: consentono di comprendere le intenzioni delle altre persone e di comunicare loro le proprie emozioni ed eventualmente condizioni di pericolo (funzione comunicativa).

 

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Regolazione emotiva

Quando siamo in presenza di una forte emozione sia essa positiva (gioia, sorpresa) o negativa (rabbia, tristezza, paura) e cerchiamo di non dare a vedere agli altri l’emozione che stiamo provando, stiamo facendo un atto di autoregolazione emozionale.

Magari stiamo camuffando la nostra espressione facciale o cerchiamo di dire cose che non lascino trapelare la nostra emozione. Spesso si tende a pensare che solo le emozioni a valenza negativa abbiano bisogno di essere regolate, ma non è così, anche le emozioni positive possono esserlo.

Uno dei presupposti della regolazione emotiva è che un’emozione insorge di fronte ad uno stimolo saliente qualunque esso sia, ed è l’attribuzione di significato a generare l’emozione.

Se il significato attribuito all’evento cambia, cambia allora anche l’emozione connessa ad esso, in un rapporto circolare tra pensiero ed emozione.

 

Strategie di regolazione emotiva

Ad ogni modo, alcuni studi empirici hanno dimostrato che alcune strategie possono avere più spesso esiti adattivi di altre:

  • Accettazione, ovvero avere un atteggiamento di accoglienza della propria emozione e non di ostilità e giudizio. Mettersi in ascolto delle proprie emozioni, riconoscendole come parti inalienabili di noi.
  • Ristrutturazione cognitiva (reappraisal), ovvero rivalutare la situazione modificando l’attribuzione di significato. Provare a spiegare l’evento attraverso un diverso significato per modificare anche l’emozione che ne deriva.
  • Problem-solving, ovvero un tentativo concreto di modificare la situazione spiacevole.

Altre strategie possono invece avere esisti più disadattavi nel lungo termine:

  • soppressione dell’esperienza emozionale, ovvero soffocare sul nascere l’emozione;
  • soppressione espressiva, ovvero cercare di nascondere i segni espressivi (facciali e corporei) dell’emozione
  • rimuginio e ruminazione, ovvero ripensare e ripetersi mentalmente senza soluzione di continuità la situazione spiacevole, le sue cause e conseguenze
  • evitamento, sia sul piano esperienziale che comportamentale evitando la situazione che potrebbe generare una specifica emozione ritenuta spiacevole in valenza o intensità.

Una precisazione doverosa e imprescindibile è che non ci sono assunzioni a priori dell’efficacia di una strategia piuttosto che un’altra, ovvero, della sua funzionalità: non ci sono strategie funzionali ed altre disfunzionali; piuttosto, un sistema (una persona) che riesce ad utilizzare in modo flessibile – non rigido! – più strategie di regolazione emozionale riuscirà evidentemente ad essere responsivo nei confronti dell’ambiente e a mantenere anche un buon equilibrio emozionale, e non solo.

 

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