L’altra faccia delle emozioni: psicologia delle espressioni facciali

Esistono emozioni di base condivise geneticamente dagli esseri umani a scopi evolutivi? Le espressioni facciali di queste emozioni sono trasversali a tutti i gruppi umani o condizionate dalla cultura? Gli studi attuali sembrerebbero ridimensionare la componente evoluzionistica a favore di quella culturale: le emozioni fondamentali e le espressioni facciali ad esse collegate non sarebbero affatto universali.

L’altra faccia delle emozioni: psicologia delle espressioni facciali

Gli studi evoluzionistici sulle emozioni hanno da sempre sostenuto l’esistenza di alcune emozioni di base, espresse mediante espressioni facciali comuni a tutti i gruppi umani.

Alcuni studi recenti, tuttavia, sembrerebbero ridimensionare fortemente questa ipotesi; le espressioni facciali delle emozioni infatti sarebbero interpretate e riconosciute secondo parametri culturalmente differenti fra le popolazioni occidentali e orientali.

 

Le espressioni facciali secondo Darwin

Il tradizionale modello psicoevoluzionistico delle emozioni concepisce le emozioni come strategie adattive funzionali alla sopravvivenza; vi sarebbero alcune emozioni primarie fondamentali - felicità, rabbia, paura, disgusto, tristezza, sorpresa, interesse - che verrebbero espresse e riconosciute mediante le stesse espressioni facciali in tutti i gruppi umani, seppur con intensità differente a seconda delle abitudini culturali.

Recenti studi sembrano ribaltare questa teoria a favore di un maggior peso dei fattori culturali.

 

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Espressioni facciali fra individuo e contesto

Il primo studio interessante è quello di Masuda e colleghi dell’Università di Alberta (Masuda, T., et all., 2008, Placing the face in context: Cultural differences in the perception of facial emotion. Journal of Personality and Social Psychology, 94, 365-381) che sottolinea una differenza importante fra americani e giapponesi nel riconoscimento delle espressioni facciali delle emozioni: se i primi si baserebbero essenzialmente sull’analisi del volto singolo, i secondi sarebbero maggiormente portati a considerare informazioni di contesto – ad esempio le espressioni facciali di altre figure di sfondo – per interpretare lo stato emotivo di un personaggio giacché appartenenti ad un contesto culturale meno individualista e maggiormente orientato al gruppo.

 

Espressioni facciali e emozioni di base

Un secondo studio sottolinea differenze ancora maggiori fra popolazioni occidentali e orientali nel riconoscimento delle espressioni facciali delle emozioni (Jack, R.E., Garrod, O.G.B., Yu, H., Caldara, R. & Schyns, P.G., 2012, Facial expressions of emotion are not culturally universal, PNAS).

Nel riconoscimento di espressioni facciali generate al computer, le sei emozioni di base erano nettamente discriminate secondo precisi pattern di muscoli facciali solo fra gli occidentali; fra gli orientali invece avveniva una considerevole sovrapposizione soprattutto nel riconoscimenti delle espressioni di paura, rabbia, sorpresa e disgusto ad evidenza del fatto, secondo gli autori, che per gli orientali le emozioni  fondamentali sarebbero evidentemente altre, quali ad esempio vergogna, orgoglio o senso di colpa.

Il nostro modo di leggere ed esprimere le emozioni sarebbe quindi tutt’altro che universale, la cultura a cui apparteniamo, infatti, influenzerebbe ampiamente non solo l’intensità e il modo col quale esprimiamo le emozioni mediante  espressioni facciali, ma anche il tipo di emozioni espresse giacché non tutte avrebbero la stessa rilevanza in differenti contesti culturali.

 

 

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