Come gestire la rabbia: 3 modi per renderla costruttiva

La rabbia fa parte del repertorio delle emozioni di base universali della specie umana. Rappresenta dunque una reazione dal significato potenzialmente adattivo, vediamo allora come gestirla in modo costruttivo.

Come gestire la rabbia: 3 modi per renderla costruttiva

Come gestire la rabbia? Spesso la si associa ad un’aggressività distruttiva eppure ci sono modi di gestire e esprimere la rabbia che possono renderla adattiva e addirittura costruttiva.

Vediamo come e perché.

 

1. Un’emozione fondamentale

Ricordate Inside Out? Rabbia faceva parte dell’equipaggiamento emotivo della piccola protagonista del film..

Sì perché la rabbia, insieme ad altre emozioni come gioia, paura o disgusto, fa parte di quelle che vengono definite le emozioni primarie, ovvero quelle emozioni di base, innate, che rappresentano schemi di risposta fondamentali alla sopravvivenza.

In tal senso Michael Lewis (Il sé a nudo: alle origini della vergogna, Giunti, 2001) propone un’ulteriore distinzione fra emozioni negative come paura o tristezza che portano a reagire con un ritiro/allontanamento dallo stimolo emotigeno e emozioni come la rabbia (o la gioia) che implicano un avvicinamento allo stimolo stesso.

La rabbia rappresenta dunque una reazione adattiva di risposta attiva agli eventi mediante la quale far valere le nostre ragioni e superare eventuali ostacoli.

Senza la rabbia non avremmo il carburante motivazionale per perseguire le nostre idee o i nostri obiettivi a dispetto delle difficoltà e delle contrarietà che nella vita inevitabilmente incontriamo.

 

Leggi anche Emozioni che fanno bene alla salute >>

 

2. Riconoscere la rabbia: provarla non equivale ad agirla

Ma perché la rabbia è allora considerata spesso un’emozione negativa? Si tende a fare una certa confusione fra l’emozione della rabbia e l’aggressività agita distruttivamente.

Provare un’emozione e mettere in atto un comportamento non sono la medesima cosa: possiamo desiderare quasi di “uccidere” in un momento di rabbia, ma attuare concretamente un comportamento delittuoso è ben altra cosa…

Prendere consapevolezza della rabbia, invece di reprimerla, può essere utile perché questo ci mantiene in contatto con ciò che realmente vogliamo.

Se siamo in grado di riconoscere la rabbia, di identificarne i motivi e di contenerla senza farcene sovrastare; saremo anche in grado di decidere se e come esprimerla

 

3. I benefici di una comunicazione assertiva

Riconoscere di sentirsi arrabbiati e poter tollerare questo è molto importante.

La rabbia ci indica che dobbiamo fare qualcosa per far valere noi stessi e i nostri obiettivi, ma come questo possa esser fatto varia moltissimo in funzione della situazione e richiede una capacità riflessiva sugli eventi.

Per fare degli esempi: è cosa ben diversa provare rabbia nel momento in cui si reagisce ad un’aggressione fisica improvvisa dall’essere arrabbiati per il comportamento del proprio capo.

Nel primo caso saremo costretti dalle circostanze a canalizzare la rabbia verso un’azione aggressiva di difesa che tuteli la nostra incolumità fisica.

Nel secondo caso, probabilmente avremo ugualmente voglia di sferrare un pugno al nostro capo ma certo questo non sarebbe un comportamento conveniente per noi…

È qui che le persone che non riescono a gestire la rabbia possono cadere in trappola! C’è chi non riesce a contenersi e aggredisce verbalmente l’altro in un modo distruttivo che va contro i suoi stessi interessi.

Ma c’è anche chi rimane in silenzio rinunciando totalmente ad esprimere il proprio dissenso. Alla base di quest’ultimo comportamento c’è l’analoga convinzione che l’espressione della rabbia sia necessariamente distruttiva, dunque: meglio reprimerla.

La rabbia in realtà può rappresentare il motore che accende un conflitto o una discussione, l’importante è saper litigare bene!

Possiamo esprimere il nostro dissenso anche con rispetto e pacatezza, mantenendo però fermo il punto su ciò che per noi è importante.

Questo senza accusare o giudicare il nostro interlocutore (dire “sei un cretino” non solo è offensivo ma confonde i piani spostando la questione dall’oggetto del contendere al valore personale del nostro avversario), né cedere a provocazioni che ci farebbero cadere in un’escalation simmetrica di accuse e offese reciproche.

Saper utilizzare l’assertività per far valere il proprio punto di vista è un’arte che ripaga nel lungo periodo per i risultati ottenuti e, perché no, per la tutela della propria salute!

 

Leggi anche Lo sviluppo delle emozioni >>