Anaffettività, come riconoscerla in se stessi e negli altri

L'anaffettività è la difficoltà, e spesso incapacità, di esprimere sentimenti e di lasciarsi travolgere dalle emozioni abbandonando la corazza della razionalità.

Anaffettività, come riconoscerla in se stessi e negli altri

L’anaffettività viene definita come l’incapacità di provare ed esprimere emozioni e sentimenti. Solitamente viene considerata un sintomo all’interno di differenti altre problematiche come alcuni disturbi di personalità, anoressia mentale e stress patologico, altre volte è una condizione momentanea o transitoria derivante da alcune condizioni di vita specifiche, altre ancora una caratteristica permanente di un individuo associata spesso a situazioni passate di disagio e sofferenza. 

 

Anaffettività: quali campanelli di allarme

La persona anaffettiva ha solitamente difficoltà ad esprimere sentimenti, emozioni, apprezzamenti e assumere comportamenti che manifestino un vissuto emotivo verso altri e verso se stessi. Appare fredda, distaccata e spesso impassibile anche di fronte a situazioni di grande impatto emotivo, da cui spesso fugge assumendo un atteggiamento di chiusura, rifiuto e allontanamento.

Sono individui restii a donare e ricevere segni di affetto come abbracci, carezza, baci o anche parole dolci nonché fatica a parlare di emozioni, sentimento ed esprimere il loro pensiero su qualcosa che esuli dalla sola analisi razionale. La razionalità è ciò che anima ogni azione, scelta e relazione, anche quelle di maggior coinvolgimento come quelle parentali, amicali e amorose. Sono quei partner che sembrano assenti, troppo concentrati sul lavoro o se stessi e altro purché stiano lontani dalla sfera emotiva e dal coinvolgimento.

Non esprimono emozioni a livello facciale o fisico o tentano di non farlo, mostrandosi duri e impassibili nel tentativo di reprimere ciò che provano, non mostrano empatia e faticano ad entrare in relazione con l’altro. 

 

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Il grande ruolo del lavoro            

Nelle persone anaffettive la sfera professionale diviene un ambito di vita estremamente importante e quello a cui dedicano maggior tempo ed attenzione, perché tipicamente più lontano da coinvolgimento sentimentale, emozioni e sentimenti, rispetto alle altre sfere della vita. I successi e gli insuccessi sono vissuti razionalmente, senza far trasparire quello che provano o sentono e senza riuscire ad osservare le cose con occhi differenti dalla razionalità.

Il grande investimento nella sfera professionale non è altrettanto visibile nella vita privata dove sembra faticare nel lasciarsi coinvolgere in svaghi, divertimento e momenti di spensieratezza con amici o i propri cari.

L’anaffettivo cerca di lasciare fuori da sé le questioni sentimentali, talvolta ferendo le persone accanto, che possono non sentirsi comprese, accolte e supportate, accusandolo di essere insensibile, assente e “senza cuore”. 

 

Anaffettivo: il peso delle emozioni

Seppur possa sembrare che le persone anaffettive non hanno reale assenza di sentimenti, ma si adoperano per reprimerli, celarli e “tenerli a bada”, per paura di cadere in balia degli stessi e non riuscire a controllarli. Hanno una grande difficoltà nella gestione del vissuto emotivo, non riescono ad esprimerlo in modo funzionale, a comprenderlo e controllarlo, vivendo grande paura, sofferenza e disagio.

La scelta di reprimere quello che si prova deriva spesso da esperienze traumatiche passate in cui la forte intensità ha causato forte dolore, sofferenza e preoccupazione al punto da non voler più rivivere questa condizione, e da cui ora ci si vuole difendere, annullando tutto. La persona anaffettiva può aver imparato che vivere ed esprimere emozioni porta a problematiche, sofferenza ed è sconveniente e disfunzionale, attuando quindi strategie per proteggersi da tale possibilità. In alcuni casi non riescono nemmeno ad ascoltare ed entrare in sintonia con i segnali corporei legati al vissuto.

Nelle condizioni di forte stress o disagio momentaneo l’anaffettività può diventare una modalità per rendere il tutto meno complesso, cercando di mantenere il controllo razionale sulle cose, per paura di essere troppo coinvolti emotivamente e non riuscire ad affrontare il momento.

 

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Foto: Roman Samborskyi / 123rf.com