Neuroplasticità, come funziona e come allenare il cervello

La neuroplasticità è la capacità del cervello umano di modificarsi e adattarsi. Questa qualità può essere allenata ed è fondamentale nel recupero dopo traumi e lesioni.

Neuroplasticità

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Ogni nostra esperienza in modo differente e con forza specifica, agisce sul nostro cervello, incidendo sia sul suo funzionamento, sia sulla sua struttura, che rimane per tutta la vita dinamica e modificabile. 

 

Molti anni fa, i pochi mezzi tecnologici a disposizione, portarono a definire il cervello scarsamente modificabile o, meglio, modificabile solo nei primi anni di vita, ma non successivamente. Studi recenti, effettuanti anche grazie all’utilizzo di tecniche nuove, come la risonanza magnetica funzionale o la tomografia a emissione di positroni, hanno osservato come la struttura cerebrale si modifichi durante tutto l’arco della vita.  Questa capacità è detta Neuroplasticità

 

Neuroplasticità: cos’è

La capacità del cervello di modificare la propria struttura in risposta all'esperienza”. Così Daniel Siegel, definisce l’abilità del cervello umano di adattarsi alle differenti esperienze e modificarsi in relazione a quanto accade nella vita dell’individuo, sia in termini di apprendimento, sia in relazione alle esperienze di vita positive e negative

 

La neuroplasticità è quel processo che determina anche la riduzione di alcune connessioni neurali, o loro eliminazione, laddove non vi sia un utilizzo frequente o, viceversa il rafforzamento di altre, utilizzate e stimolate con frequenza.

 

Questa abilità di modifica avviene secondo differenti modalità:

La prima si collega fortemente alla neurogenesi, ovvero la capacità del sistema nervoso di generare altre cellule neurali, dette neuroni, e connessioni, che permane, seppur a livelli e velocità differenti, per tutto l’arco della vita. 

 

Accanto a questa, importantissimo è lo Sprouting, ovvero il processo che permette la formazione di nuovi collaterali assonici e quindi di sinapsi, ovvero le connessioni tra neuroni, attraverso le quali le differenti aree del cervello e cellule nervose comunicano tra loro. 

 

Questo è un elemento fondamentale che interviene non solo laddove via sia una lesione di aree neurali, che richiedono un assetto nuovo e un nuovo equilibrio delle cellule ancora attive, ma anche nel momento in cui vi siano esperienze forti e incisive, che modificano la struttura cerebrale.

 

Infine, la neuroplasticità è legata anche alla variazione della trasmissione sinaptica ovvero la modifica dei livelli e quantità di neurotrasmettitori (i “messaggeri” del cervello, ovvero sostanze che permetto la connessione e la comunicazione tra cellule neurali) liberati dalle sinapsi. 

 

Neuroplasticità: cosa stimola la modifica del cervello

A stimolare la modifica della struttura neurale incidono molteplici fattori. 
Tra i più noti si hanno l’apprendimento. Specialmente quando si è piccoli, imparare a parlare, camminare, scrivere, ecc. comporta una modifica importante a livello cerebrale, richiedendo la formazione e consolidamento di connessioni e reti tra i neuroni. 

 

Ma l’apprendimento continua per tutta la vita e, seppur non sempre comporti una modifica strutturale ingente e ad ampio raggio, stimola giorno dopo giorno la dinamicità del sistema, mantenendo attiva la capacità di modificarsi. Tuttavia, apprendimenti importanti e profondi, come ad esempio imparare una nuova lingua, a suonare uno strumento, a pratica uno sport richiedono un cambiamento importante al nostro cervello, che deve adattarsi al nuovo sapere, gestualità. 

 

Altro stimolo importante sono le differenti esperienze di vita con impatto forte a livello cognitivo ed emotivo. Possono essere sia positive, come un cambiamento drastico nella propria vita che dona maggiore benessere, senso di efficacia e soddisfazione, ma anche negativo. Rispetto a questo, infatti, è ampiamente dimostrato l’impatto del trauma sulla struttura e funzionamento neurale.  

 

Situazioni traumatiche, ma anche stress e ansia elevate e persistenti, hanno infatti effetti sul funzionamento neurale, sui neurotrasmettitori e sulle connessioni.

 

Di pari passo quindi, si comprende come la psicoterapia, possa nel lungo periodo agire sulla struttura e funzionalità del cervello, ripristinando una situazione di equilibrio, o funzionamento efficace. Quindi è anch’essa implicata nella plasticità cerebrale.

 

Oltre a questi fattori vi sono poi quelli legati a un’alterazione della funzionalità del cervello sia per traumi o lesioni, sia per patologie che incidono sul normale funzionamento, come ad esempio Parkinson,  morbo di Alzheimer

 

In questo caso la plasticità permette la compensazione del malfunzionamento o lesione delle parti compromesse, attivando nuove connessioni e reti che, se bene allenate e supportate da programmi specifici, possono ridurre la pervasività della patologia o trauma. 

 

Neuroplasticità: come allenare il cervello giorno dopo giorno

Ci sono moltissime attività e comportamenti che giorno dopo giorno mantengono il cervello allenato, facilitando la reazione al cambiamento. 

 

Alcune cose posso apparire scontate ma, come per molti altri aspetti del benessere psicofisico, sono molto importanti: mantenere una buona alimentazione e fare attività fisica che stimoli il rilascio a livello neurale di sostanze che agiscono sulle sinapsi e strutture. 

 

La gestione di stress eccessivo e messa in campo di meccanismi di resilienza funzionali, sembra inoltre essere un buon ausilio per incrementare la capacità adattiva. 

 

Rispetto alle attività più specifiche vi sono il continuo allenamento di funzioni o abilità, come ad esempio un gesto tecnico, una nuova lingua, il suonare uno strumento, o comunque qualcosa che richiede pratica costante e un forte cambiamento.

 

Attività in generale funzionali sono tutte quelle che rientrano nell’idea di mantenere una stimolazione continua del cervello e delle sue funzioni quali memoria, attenzione, ragionamento, linguaggio, motricità: fare parole crociate, risolvere rompicapi, fare conti, camminare o fare attività fisica, confrontarsi e dialogare mantenendo quindi buoni livelli di interazione sociale, tentare di fare qualcosa che esca dalle ruotine quotidiane e richieda l’adattamento e la messa in campo di nuovi meccanismi e strategie, dare sfogo alla creatività e inventiva.

 

La neuroplasticità è senza dubbio una delle caratteristiche più affascinanti del corpo umano, che permette di adattarsi al cambiamento, alla crescita, alle esperienze di vita e quindi risulta fortemente implicata su modo di porsi, sul carattere, sulle strategie per affrontare le varie situazioni, ma anche sulle conoscenze, abilità e competenze. 

 

È importante, giorno dopo giorno allenare il nostro cervello, stimolandolo e dando nuovi input.