Disturbi dell'umore

Secondo il DSM IV i disturbi dell’umore si dividono in tre categorie: depressione, disturbo maniacale e disturbo maniaco depressivo (bipolare) e pur avendo caratteristiche contrapposte, questi disturbi presentano alcuni sintomi comuni, come la scarsa capacità di concentrazione e talvolta l'agitazione persistente e l'eccesso di energie.

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Disturbi dell’umore

Supervisione a cura del dott. Alessio Fagioli, psicoterapeuta

Disturbi dell'umore: definizione

La loro principale caratteristica è l’alterazione dell’umore (ovvero l’affettività e la capacità di provare sentimenti), sia nella direzione della tristezza che dell’euforia. L’abbassamento dell’umore è comunque la manifestazione più frequente.

 

Disturbi dell’umore: sintomi

Pur avendo caratteristiche contrapposte (a seconda che l'umore oscilli verso la tristezza o verso il suo polo opposto, l'euforia), i disturbi dell'umore presentano alcuni sintomi comuni, come la scarsa capacità di concentrazione e talvolta l'agitazione persistente e l'eccesso di energie.

 

Disturbi dell’umore: tipologie

Secondo il DSM IV* i disturbi dell’umore si dividono in tre categorie: depressione, disturbo maniacale e disturbo maniaco depressivo (bipolare).

Depressione = è un calo patologico dell’umore contraddistinto da un profondo senso di tristezza e inutilità che porta con sé una serie di disturbi psicologici e fisici, dall’anedonia, ossia l’indifferenza verso tutto ciò che di solito dava piacere, all’astenia, uno stato di grande stanchezza psicofisica che impedisce di pensare e di agire.

Sono frequenti le alterazioni del sonno (con insonnia, ipersonnia o alterazioni del ritmo circadiano del sonno) e dell’appetito, che porta spesso a dimagrimenti drastici. La depressione si distingue dagli stati di tristezza “fisiologici” per la compresenza di più sintomi e la loro persistenza nel tempo.

Esistono diverse forme di depressione; a seconda della durata, della ciclicità e della gravità della malattia si parla di depressione maggiore (anche depressione clinica o unipolare), di distimia (anche depressione minore o disturbo distimico, forma di depressione cronica con sintomi meno intensi), di depressione bipolare (la fase depressiva del disturbo bipolare) e di forme depressive minori.

Disturbo maniacale = euforia infondata, senso di onnipotenza, megalomania, iperattività, scarsa capacità di mantenere la concentrazione, logorrea, irritabilità. Si manifesta così la mania, il particolare stato emotivo che dà il nome a questo tipo di disturbo. Chi ne soffre ha una condotta stravagante: si dedica allo shopping sfrenato pur non disponendo dei soldi necessari agli acquisti, o guida in modo spericolato, o ancora si abbandona a comportamenti sessuali insoliti. Il primo episodio di disturbo maniacale si verifica in genere nell’adolescenza, ma può presentarsi anche dopo i 50 anni, soprattutto in seguito a episodi traumatici.

Disturbo maniaco depressivo (bipolare)
= è caratterizzato dall’alternarsi di episodi depressivi e di fasi maniacali intervallati da momenti più o meno lunghi di benessere. L’età di esordio è tra 15 e i 40 anni. Ne soffrono uomini e donne in egual misura, con l’unica differenza che per le donne è più frequente che l’esordio sia di tipo depressivo.

 

Disturbi dell’umore: al cinema e in televisione

Un grande attore come Vittorio Gassman, a cui non mancarono né affetti né possibilità, fu perseguitato per gran parte della sua vita dalla depressione. Lo raccontano amici e familiari alle telecamere di La storia siamo noi.

 

Controvento, mediometraggio realizzato dalla produttrice e regista milanese Marina Campo sulla depressione bipolare, è annoverato dal cinefilo Paolo Mereghetti tra gli esempi di “cinema didattico della miglior qualità, da raccomandare a tutti, ’malati‘ e non”.

* Quarta e ultima edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, vademecum in uso a medici, psichiatri e psicologi di tutto il mondo.

 

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