Vertigine: voglia di volare o paura di cadere?

"La vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare". Cantava così Lorenzo Jovannoti, trasformando un disturbo fastidioso in un desiderio di libertà. Ma cos'è questa sensazione per cui tutto gira intorno? Perché alcuni ne soffrono, altri no? È possibile curarla?

Vertigine: voglia di volare o paura di cadere?

Le vertigini sono delle vere e proprie distorsioni della percezione sensoriale che influiscono sul movimento della persona causando spesso perdita di equilibrio.

Le vertigini hanno una origine somatica ma, spesso, la causa può essere anche di natura psicologica. Scopriamo perchè affligono tante persone e come curarle.

 

Cosa sono le vertigini?

Le vertigini sono più frequenti di quanto si pensi. Esse possono essere un'esperienza carica di angoscia e segnale di una patologia più complessa, o anche motivo di gioco. In alcuni sport estremi è proprio grazie alle vertigini che si prova piacere, nel diretto contatto tra il vuoto e la caduta.

Nel linguaggio comune la parola "vertigine" ha diversi significati. La parole deriva dal latino vertere, girare, e può assumeri il significato di semplice paura dell'altezza se usata al plurale, oppure al singolare di un malessere fisico. Può anche descrivere un sentimento di inquietudine, a causa di una situazione emotivamente intensa, o un disagio, legato alla perdita di equilibrio.


Quando si hanno le vertigini

Per mantenere l'equilibrio, il cervello deve ricevere, elaborare e integrare le informazioni che provengono da tre diversi sistemi ensoriali: uno che raccoglie le informazioni derivanti dagli occhi in relazione al movimento del corpo (optocinetico), uno che invia al cervello le informazioni sulla posizione dei muscoli e dei tendini quindi del corpo (propriocettivo), e infine l'organo dell'equilibrio per eccellenza (vestibolare) che si trova nell'orecchio e garantisce la postura eretta.

Se questi tre sistemi inviano al cervello informazioni coerenti fra loro, si riesce a mantenere l'equilibrio. Invece, quando uno dei tre sistemi invia informazioni incongrue con le altre, si rischia di perdere l'equilibrio. E qui compaiono le vertigini.

Le origini di natura somatica possono essere molte, e la riabilitazione vestibolare cerca di insegnare al cervello come mantenersi in equilbrio. Infatti, quando una persona subisce un deficit labirintio, è come se perdessela capacità di integrare le informazioni e oltre ad indagare le cause dell'attacco acuto, si interviene con degli specifici esercizi.

 

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Vertigini della psiche

Non ci sono ovviamente solo le vertigini di origine somatica. In molti casi la causa del "mondo che gira" è psicologica
Parallelamente alle ragioni somatiche che portano alla sensazione di vertigine, le ragioni psichiche sono una sorta di difficoltà nell'integrare bisogni, desideri, affetti tra loro divergeti.

Si può soffire così di vertigini da fusione, in cui si ha la sensazione che le gambe non reggano più, e che si stia per sfondare nel pavimento, oppure le vertigini di angoscia di essere lasciati cadere, in cui il soggetto si aggrappa letteralmente a ogni supporto fisico che incontra e poi le vertigini che originano da una paura inconscia di essere risucchiati.

Secondo alcuni psicanalisti, inoltre, le vertigini di origine psichica sono una sorta di movimento di alternanza fra momenti di claustrofobia e di agorafobia, come un'alternanza tra la ricerca di evasione e al contempo di desiderio di imprigionamento.

Infine, sono molto diffuse le vertigini che si manifestano come un'irresistibile attrazione per il vuoto. Molte persone infatti affermano di provare il desiderio di gettarsi quando si affacciano da un balcone, pur non avendo alcun desiderio cosciente di suicidarsi. Secondo gli psicanalisti, sarebbe il vuoto ad attirare queste persone che non sarebbe altro che una proiezione esterna della sensazione di vuoto interiore.


Dall'angoscia al piacere

Il brivido di piacere che si prova su una giostra che ci fa capovolgere, girare e frullare per benino o il brivido che si prova in alcuni sport estremi come il parapendio o il bungee jumping, come anche l'alpinismo estremo, assomiglia molto alla vertigine vera e propria. In ognuna di queste circostanze è come se ci fosse una sorta di superamento delle vertigini.

La stessa sensazione può provocare dunque angoscia e piacere, portando con sé sia la paura di precipitare nel vuoto, sia la carica elettrizzante del brivido.

Secondo gli psicanalisti, queste persone proverebbero piacere in questo tipo di esperienze, perché rivivono la stessa sensazione di "vuoto alla stomaco" che si viveva da piccoli quando si veniva lanciati per aria e ripresi in braccia sicure e protette o quando si oscillava in altalena.

Erano esperienza di paura somministrate però a piccole dosi e la cui ripetizione e la brevità ne assicurvano un godimento in una condizione di piacere protetto.  Sono queste stesse persone probabilmente a provare adesso piacere per la sfida dell'altezza e della caduta.

 

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