Perché ci spaventa il tempo che passa

Il tempo passa e nulla e nessuno lo può fermare, è importante, quindi, ricordarsi di vivere il presente senza angosciarsi del fluire degli istanti.

Perché ci spaventa il tempo che passa

Il tempo è qualcosa contro cui ognuno lotta ogni giorno. È lo scorrere inevitabile di istanti non solo scanditi dal muoversi delle lancette, ma anche da sensazioni che cambiano, da vissuti, da pensieri che scorrono inarrestabili, dalle ricorrenze annuali, oltre che le modifiche della luce durante il giorno, l’alternarsi di giorno e notte e delle stagioni e cambiamenti climatici. Insomma, tantissimi sono i fattori che indicano il fluire del tempo e la sola cosa certa è che niente e nessuno può fermare questo flusso.

Molto spesso il passare del tempo sembra relativo, ovvero si modifica in base all’esperienza vissuta e alle sensazioni provate: a chiunque sarà capitato che il tempo sia volato mentre si era in buona compagnia, in vacanza, o in momento di svago, e avere esattamente la sensazione opposta di eccessiva lentezza in caso di attesa di una notizia, in sala di aspetto di medici od ospedali, ecc.

Questo è normale e deriva dalla modifica della nostra percezione del fluire degli istanti e del focus dei nostri pensieri e vissuti.

Questa assoluta incontrollabilità è spesso fattore di paura fino a vera e propria angoscia che alcuni hanno definito cronofobia ovvero la fobia del tempo che passa.

 

Paura del tempo che passa: timore di non riuscire

Nella quotidianità tante persone corrono contro il tempo, programmando tutto al millesimo di secondo, vivendo con l’ansia di non riuscire a fare tutto e perdere alcuni elementi importanti. Si continua a guardare l’orologio, non assaporandosi un momento di svago, come un caffè con l’amica, l’ora in palestra, o non prestando la giusta attenzione al lavoro svolto, con focus solo sul tempo.

Il motivo di questa eccessiva preoccupazione può essere il timore di non riuscire a raggiungere un livello ottimale di prestazione giornaliera, sia secondo canoni imposti dall’esterno e dalle aspettative altrui, sia e soprattutto quelli imposti da se stessi. Per prestazione si può intendere il riuscire a portare a termine tutti gli impegni, arrivare puntali sempre, consegnare i lavori nei tempi corretti e magari in anticipo, cercando inoltre di accentrare tutto su di sé, senza delegare o chiedere aiuto. Il tempo quindi diventa un fattore pericoloso e temuto perché è quello che ci permette di raggiungere un buon livello di soddisfazione nelle cose fatte e magari ricevere anche delle gratificazioni.

 

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Paura del tempo che passa: paura dei rimpianti

Più in generale, e nel lungo periodo, la paura del tempo che passa cela il timore di avere in futuro dei rimpianti per cose non fatte o occasioni perse. Il rimpianto spaventa perché è qualcosa di doloroso, che lascia una sensazione di amaro in bocca che spesso non può essere placata e soddisfatta, ma richiede sforzo nell’accettare i propri limiti e le occasioni perse. Il tutto si aggrava se a risentirne non è solo la persona in prima linea ma anche altre come i propri cari per il poco tempo dedicato loro, i figli per non aver concesso più ore per giocare o studiare assieme, insomma un malessere generale che incrementa il vissuto di rimpianto.

Accanto al rimpianto una serie di se e ma che aprono mille interrogativi non placabili, poiché riferiti al passato che non può essere cambiato.

Forse, quindi, consapevoli di questa paura di avere in futuro dei rimpianti è importante ponderare le scelte nel qui ed ora, ponendosi delle priorità e scegliendo con consapevolezza e accettazione che non è possibile arrivare ovunque e che non è sempre e solo la quantità del tempo ma anche e soprattutto la qualità con cui è vissuto a fare la differenza.

 

L’incognita futuro

Altro motivo di angoscia è l’inconsapevolezza del futuro. Nessuno può sapere cosa accadrà negli anni successivi, qualcosa e forse tantissimo è determinato dalle proprie scelte e dal proprio volere, altro purtroppo non è al pari controllabile. Quest’ultima è la componente che più spaventa con la sensazione di non saper come agire, non conoscere gli strumenti e risorse da dover mettere in campo e soprattutto la paura che accada qualcosa di brutto e molto doloroso o irreparabile.

La paura e angoscia del futuro si cela quindi dietro il terrore del tempo che passa, e ogni inizio anno si vive con il timore che le tante aspettative e desideri vengano distrutti o non soddisfatti. Un ruolo fondamentale è svolto dal livello di consapevolezza di quanto esso sia determinabile o meno e di quanto, anche negli eventi non controllabili, è il modo in cui si affrontano a renderli disastrosi o motivo di cambiamento e crescita, nel bene e nel male.

Il futuro è ora perché ogni singolo istante che passa è al momento stesso passato per quello successivo, presente per il qui ed ora e futuro per il domani, quindi è importante vivere momento per momento, non restando fermi al passato, ma nemmeno intrappolati nell’angoscia del futuro, perché il presente si rischia di perderlo.

 

Paura di invecchiare

Infine la paura di invecchiare e quindi del tempo che passa e porta a quella fase della vita spesso associata ad un’accezione negativa. Nel timore di invecchiare si celano la paura di non riuscire più a fare le cose che si sono fatte per anni, in primis la propria mansione lavorativa e ruolo nella società, che con il pensionamento vengono meno, strappando un pezzo di identità che deve essere ricostruito sotto una nuova forma. La sensazione spesso è quella di perdere valore e utilità e non essere più importante e considerato. Accanto a questo la malattia che spesso fa capolino in età senile dove già le forze e le energie per affrontarla sono meno e tutto appare insormontabile e le risorse a disposizione poche.

Anche nella vecchiaia tuttavia è importante assaporare il tempo, ogni istante per non perdere le tante occasioni che ancora la vita ha in serbo per noi.

 

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Foto:  Romolo Tavani / 123rf.com