Gli aspetti psicologici e non del dolore cronico

Si parla di dolore cronico quando la sofferenza si protrae per più di 3 mesi e comincia a condizionare lo svolgimento delle attività quotidiane: dalla cura di sè al lavoro. In Italia, si stanno aprendo Centri specializzati che offrono diverse terapie tra cui il sostegno psicologico. È necessario considerare sia la diversa capacità di mentalizzare il dolore e la specifica reazione ad esso per aumentare la compliance del paziente.

Gli aspetti psicologici e non del dolore cronico

Ci sono molte tipologie di dolore: acuto, sordo, continuo, discontinuo e il dolore cronico. Da un'indagine emerge che un adulto su 5 in Italia soffre di dolore cronico che li assale durante le attività quotidiane e nonostante questa incidenza l'attenzione a questo tipo di dolore è solo all'inizio.

Non si tratta necessariamente di una sofferenza intensa, bensì continua e comunque invalidante che colpisce maggiormente le donne rispetto agli uomini.

 

Che cos'è il dolore cronico?

Il dolore diventa cronico quando colpisce un paziente per più di tre mesi consecutivi e spesso diventa un compagno fin troppo fedele. Le patologie maggiormente associate non sono solo i tumori, ma anche quelle considerate "meno gravi": patologie muscoloscheletriche, patologie artritiche, dolori neurologici ed emicranie.

Le terapie per controllare il dolore si sono moltiplicate in Europa, mentre in Italia non viene data molta attenzione e dopo la prescrizione di un analgesico generale, spesso il paziente viene lasciato in balìa della propria sopportazione. Oggi anche in Italia si stanno moltiplicando i centri del dolore che propongono diverse terapie, ma soprattutto ascolto al paziente che non è solo un adulto capriccioso, ma una persona che soffre e che è ostacolata nelle sue attività quotidiane, anche nel lavoro.

Le terapia sono diverse e devono essere decise insieme al paziente sulla base del tipo di dolore e del successo dei tentativi fino ad allora fatti. Le possibilità includono: terapie farmacologiche, neurostimolazione, fisioterapia, chirurgia correttiva e sostegno psicologico.

 

Il sostegno psicologico per chi soffre

Uno dei servizi offerti dai centri di terapia del dolore è il sostegno psicologico, come strumento che accompagni il paziente piuttosto che come terapia che risolva il problema. In effetti il dolore cronico incide profondamente sulla vita quotidiana inducendo una serie di reazioni a favore e contro la risoluzione del problema.

La prima reazione ad un dolore che non si decide ad andare via è l'allontanamento dalla vita esterna a favore di un ripiegamento su di sé. Spesso i pazienti vivono questo periodo come un tentativo di adattamento alla nuova situazione durante il quale però vivono forti sensazioni negative alla ricerca di una causa che spieghi l'esperienza dolorosa.

 

La reazione psicologica al dolore cronico

Nella terapia del dolore occorre tenere presenti altri aspetti psicologici molto importanti. Il primo fa riferimento alla capacità del paziente di parlare della propria esperienza. Il dolore è un'esperienza estremamente soggettiva e non tutti sono in grado di spiegare cosa sentono, sarebbe quindi d'aiuto attrezzarsi di qualche strumento (immagini, descrizioni, suoni, ecc.) che facciano da riferimento comune tra paziente e medico per aumentare la comprensione della sua situazione.

Altro elemento da considerare è la reazione alla situazione dolorosa. L'esperienza cronica induce due reazioni polarizzate: la rassegnazione e l'offensiva al dolore. Da una parte ci sono coloro che accettano la condizione e dall'altra chi vuole combattere il dolore cronico. Non esiste una reazione migliore rispetto all'atra, è fondamentale capire dove si situa il paziente per proporre in modo strategico la terapia aumentando la compliance e quindi la qualità della vita.

 

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