Dipendenze

Le persone possono essere dipendenti da sostanze (nicotina, medicinali, stupefacenti, alcool) o da abitudini, comportamenti, stili di vita. Le dipendenze si possono prevenire, con un'opera di informazione ed educazione capillare, ma anche curare rivolgendosi ai professionisti.

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Supervisione a cura della dott.ssa Giuliana Rubano, psicologa e life & corporate coach

 

Dipendenze: definizione

La dipendenza è l’assuefazione a una sostanza la cui sottrazione induce disturbi fisici e psichici.

Può trattarsi di assuefazione e relativi disturbi da sostanze con potere psicoattivo (cocaina, alcol, nicotina e sigarette, marijuana, sedativi, amfetamine, lsd e altri allucinogeni) o da abitudini, comportamenti, stili di vita (uso di internet, del cellulare, lavoro, shopping, gioco d'azzardo).

 

Dipendenze: varianti

Alcolismo – abuso continuato di bevande alcoliche e l'intossicazione che ne deriva.

Tossicodipendenza – assuefazione a uno stupefacente o sostanza psicoattiva (oppiacei, ansiolitici e ipnotici, cannabis, cocaina, amfetamina, allucinogeni, fenciclidina, solventi volatili, nitriti volatili, ecc.).

Gioco d'azzardo patologico o ludopatia – ossessione-compulsione per il gioco d’azzardo.

Tecnodipendenze – eccessiva interazione uomo-macchina (televisione, computer, cellulare, ecc.).

Dipendenza da internet o retomania – eccessivo uso di internet e realtà virtuali.

Shopping compulsivo – persistente incapacità di controllare e di resistere all'impulso di comprare oggetti, anche inutili o non desiderati.

 

Dipendenze: manifestazioni

Le dipendenze sono caratterizzate da:

  • tolleranza (anche detta craving o smania), ossia bisogno di aumentare progressivamente la dose per produrre l'effetto ottenuto originariamente con dosi minori;
  • dipendenza fisica, stato di adattamento fisiologico a una sostanza che si manifesta con una sindrome da sospensione (astinenza), malessere psicofisico che si manifesta quando si interrompe o si riduce il comportamento o l’uso dello strumento;
  • dipendenza psicologica, si associa a sensazioni di soddisfazione e al desiderio di ripetere l'esperienza della sostanza o di evitare il disagio di non averla.
  • conflittualità nei rapporti interpersonali e conflitti intrapersonali; cambiamenti di umore e di comportamento.
  • dominanza (salience), la dipendenza domina i pensieri, i sentimenti e i comportamenti dell’individuo, assumendo un valore primario tra tutti i suoi interessi.

In particolare, le sostanze che producono dipendenza agiscono sul sistema nervoso centrale. L’alcool, le benzodiazepine e i solventi riducono l'ansia, ma anche la concentrazione e la memoria. Le anfetamine e la cocaina provocano eccitamento, euforia e altri cambiamenti dell'umore e danno la sensazione di avere maggiori capacità fisiche e psichiche. Ecstasy, LSD e cannabis producono alterazioni percettive.

 

Dipendenze: cause e sviluppo

La dipendenza da sostanze si sviluppa in maniera complessa e ancora non del tutto chiara. Per quanto riguarda l’uso della droga invece, gli studi hanno dimostrato che si tratta di un processo che si svolge attraverso tre fasi che caratterizzano il rapporto del soggetto con la droga.

  • Fase di avvicinamento in cui la persona considera la possibilità di provare un’esperienza in grado di rispondere a bisogni ed aspettative per lui importanti in diversi ambiti: esperienza di sé, relazione con gli altri stili di vita, particolare fase della vita in cui ritrova.
  • Fase di iniziazione gli consente di confrontare l’esperienza che ha di sé dopo aver assunto la droga con quella che in una condizione di astinenza, l’insieme di queste valutazioni gli permettono di di decidere se assumere o no la droga.
  • Fase di stabilizzazione se il soggetto decide di continuare deve scegliere fra diverse possibilità: consumare la droga solo se capita l’occasione, attenersi a un più specifico stile di vita, smettere temporaneamente o definitivamente

Tra i fattori a rischio per l’iniziazione, soprattutto in giovane età, ci sono le relazioni povere, conflittuali, ostili, o indifferenti che non sono in grado di dare all’adolescente la valorizzazione di cui ha bisogno né una base sicura per la crescita. Anche il gruppo dei coetanei e la sua pressione rappresentano un contesto privilegiato in cui si verifica il passaggio dalla semplice disponibilità alla sperimentazione diretta. Maggiore probabilità di provare la droga si riscontrano in chi proviene da una famiglia in cui uno o entrambi i fratelli manifestano atteggiamenti tolleranti verso l’uso della sostanza. Il consolidarsi della droga sulle persone è da attribuire al fatto che la sostanza attrae in quanto è in grado di alleviare i sentimenti di isolamento, di inadeguatezza e di incapacità nel conseguire gratificazioni più significative e durature (effetto autoterapeutico). L'abuso di sostanze prescritte e illegali si manifesta in tutti gli strati socioeconomici, anche tra le persone di livello culturale e professionale elevato.

 

Dipendenze: come curarle

La dipendenza da sostanze psicoattive comporta il rischio di gravi e irreversibili danni fisici e la necessità di interrompere il consumo della sostanza, con o senza la comprensione e il consenso del tossicomane.

In caso di situazione a rischio di dipendenza (ad esempio, una persona che attraversa un momento particolarmente difficile ed è inserito in un contesto in cui l’uso di certe sostanze è diffuso) sono consigliabili interventi di informazione e prevenzione, improntati allo stile del counseling psicologico o dell’intervento breve. Altri strumenti utili sono i programmi di “prevenzione e riduzione del danno”, in particolare rivolti a temi specifici, come per esempio alcool e guida.

Sono ritenuti utili e sempre più diffusi i test di autovalutazione on line del proprio grado di dipendenza, che possono rappresentare un primo passo verso una maggiore consapevolezza del problema.

Tra gli approcci più utilizzati nel trattamento delle tossicodipendenze ci sono la terapia cognitivo comportamentale e le diverse forme di auto aiuto (Alcolisti Anonimi, Debitori Anonimi, ecc.).

 

Dipendenze: al cinema

La ludopatia è un male più grave di quel che si creda. La debolezza per il gioco è stata rappresentata con soave e caustica ironia dall’immenso Vittorio de Sica in L'oro di Napoli.

 

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