Cos'è il mansplaining?

Cos’è il mansplaining? In un momento in cui le molestie sotto varie forme sono sotto i riflettori, aggiungiamo un tassello al mosaico!

Cos'è il mansplaining?

In questi mesi il ciclone delle molestie di genere ci ha investito in pieno. Ogni giorno sorgono scandali nuovi legati a presunte molestie sul luogo di lavoro.

Più frequentemente son le donne a farne le spese, soprattutto a causa della disparità di potere, ma probabilmente molti uomini cominceranno a reagire confessando le molestie da loro subite.

Alla lunga lista di questi atteggiamenti sbagliati e molesti aggiungiamo il mansplaining. Di cosa si tratta? È l’atteggiamento superiore e paternalistico di un uomo che spiega qualcosa ad una donna trattandola come se non capisse per forza.

 

Il fenomeno

Mai visto un uomo intento a spiegare qualcosa ad una donna partendo dal presupposto che lei non capisca? Non sto parlando di fuorigioco calcistico (fenomeno che io stessa mi ostino a  non comprendere perché non mi interessa), ma di un atteggiamento più consono a un padre che spiega qualcosa di difficile ad un bambino.

Mi ricordo anni fa che dovendo acquistare una sveglia digitale (allora) superaccessoriata; mi avvicinai ad un commesso per chiedere alcune specifiche. Lui stava discutendo con un ragazzo di una macchina fotografica digitale inondandolo di termini tecnici che l’interlocutore non stava comprendendo: era lampante dato che ha ripetuto la stessa domanda circa 5 volte.

Quando toccò a me il registro linguistico cambiò e si mise a spiegarmi dove potevo trovare la regolazione del volume dicendo: “qui gira con il ditino e cambia il suono del bip bip”. Ecco, questo è il mansplaining!

 

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Cosa ha fatto la Svezia

A proposito del mansplaining in Svezia un grande sindacato ha aperto una linea telefonica (per la durata di quattro giorni) chiamando la quale si potevano condividere episodi e ricevere consigli su quale atteggiamento tenere in proposito.

Come spesso capita per le questioni che riguardano le pari opportunità e le disparità di genere, l’iniziativa è stata oggetto di discussione sui social network anche come attacco nei confronti degli uomini.

In realtà dagli Stati Uniti arriva anche un’estensione del fenomeno che non riguarda la disparità tra uomini e donne: il whitesplaining, cioè l’atteggiamento di superiorità di un “bianco” quando spiega qualcosa a una persona di colore dando per scontato che e sappia meno.

 

Si risponde?

Molto spesso le stesse vittime del mansplaining, forse per  buona educazione o per non entrare in polemica non reagiscono in modo chiaro al tentativo di addossarle l’immagine dell’incompetente.

Ma perché vergognarsi di fargli fare una brutta figura, d’altronde si tratta di una falsa aspettativa (qualunque sia la sua origine): il vostro interlocutore si sta facendo un’idea sbagliata di voi. Sarebbe come se qualcuno vi dicesse che siete bionde (fintanto avete un cappello in testa) mentre le vostra capigliatura è castana.

Allora togliete quel berretto, non solo con le parole, ma con i fatti. La competenza, l’intelligenza e tutte le buone qualità vanno mostrate con la semplicità che è propria di chi comunica se stesso. Probabilmente per qualcuno ci vorrà un pò di tempo per accettare che non avete bisogno di quella boria, ma non lasciatevi trascinare in quell’immagine e almeno chi è intorno a voi se ne accorgerà.


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