Legge di Pareto e gestione del tempo: non lavorare di più ma meglio

L’80% dei risultati deriva dal 20% delle cause… la legge di Pareto è uno dei principi cardine del Time Mangement: non si tratta di lavorare di più ma meglio!

Legge di Pareto e gestione del tempo: non lavorare di più ma meglio

E’ opinione diffusa che per migliorare il proprio rendimento sia necessario fare sacrifici e saturare il tempo a nostra disposizione con più lavoro possibile… Ma non tutti i nostri sforzi concorrono in egual misura al raggiungimento del risultato.

La legge di Pareto, nota anche come principio 80/20, ci dice che mediamente l’80% dei risultati che otteniamo deriva dal 20% appena dei nostri sforzi… e il resto del tempo? Vediamo di capire perché non è necessario lavorare di più ma meglio!

 

La legge di Pareto e le attività umane

Vilfredo Federico Damaso Pareto è stato un economista, ingegnere e sociologo italiano vissuto a cavallo fra ‘800 e ‘900. Arrivò ad elaborare il principio che da lui prende il nome nel 1897: Pareto, studiando l’economia inglese, si rese conto che circa l’80% della ricchezza del Paese risiedeva nella mani (e quindi nel lavoro) di un 20% della popolazione e scoprì che questa proporzione è valida e applicabile a molto altri ambiti della vita umana: dallo studio, alle relazioni alla gestione del tempo.

Siamo ingenuamente portati a pensare che l’impegno e lo sforzo dietro il nostro lavoro corrisponda al rendimento con un rapporto di 50/50, in altre parole lavoriamo aspettandoci che tutto il nostro sforzo concorra in egual misura al raggiungimento del risultato.

Bene non è così: nelle attività umane esiste mediamente tutta una parte di tempo impiegato in azioni accessorie e non essenziali che non influiscono sostanzialmente sul risultato finale ma che occupano la gran parte del tempo! Questo perché molto spesso non si ottimizza il tempo a propria disposizione disperdendo energie e risorse.

 

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La legge di Pareto e la corretta gestione del tempo

La legge di Pareto non dev’essere naturalmente presa alla lettera: il rapporto fra rendimento e sforzo può non essere esattamente equivalente a 80/20, ma la sostanza non cambia: per il raggiungimento della gran parte dei risultati è essenziale sono una piccola parte dello sforzo impiegato, a quanto pare una gran parte del nostro lavoro è impiegata per attività secondarie che risultano una sostanziale perdita di tempo.

Potremmo ipotizzare qualche esempio: quante volte interrompete quello che state facendo, anche se solo per pochi istanti, per controllare email e cellulare, rispondere a un messaggio o ad una telefonata? Le interruzioni sono un’attività “costosa” in termini di gestione del tempo perché non solo sottraggono del tempo alla nostra attività mentre siamo impegnati in altro, ma richiedono che, al termine dell’interruzione stessa, la mente debba impiegare altro tempo per “riprendere il filo” del lavoro e ritrovare la concentrazione.

Tutto questo costringe ad un impiego maggiore di fatica e porta ineludibilmente ad un maggior impiego di tempo per terminare l’attività in corso.

 

La legge di Pareto e la griglia di Eisenhower

Pensiamoci un attimo: con una corretta gestione del tempo potremmo ottimizzare quel 20% di attività veramente importanti liberando energie da direzionare verso altre mete. Quello che più conta, nel cercare di applicare il principio di Pareto alla gestione del tempo, è imparare a distinguere fra le varie attività quelle che sono più e meno importanti e dedicare il tempo ad ognuna di esse in funzione delle priorità di importanza a cui corrispondono.

Semplice a dirsi, ma difficile a farsi? Provate con la griglia di decisione di Eisenhower potreste fare delle scoperte interessanti!

 

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