Il 2012 e la fine del mondo: quale mondo?

Secondo le profezie della tradizione Maya, Andina e Hopi del Nord America, l’anno 2012 segnerebbe la fine di un’era per l’umanità, una sorta di apocalisse volta a cambiare il destino della terra …siamo alle soglie della fine del mondo? Già, ma di quale? Quello astronomico? Quello economico-globale? Quello domestico? O quello culturale?..

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©Zacarias Pereira Da Mata / 123rf.com

Secondo la Nasa una tempesta solare potrebbe arrivare a investire la terra, secondo altri i Maya avrebbero indicato il 2012 come l’anno delle catastrofi che stravolgeranno l’umanità o della stessa fine del mondo

Davvero il 2012 è la fine del mondo? Fortunatamente non sembriamo crederlo davvero: continuiamo a fare figli, a investire soldi, a lavorare e a preoccuparci della crisi economica, d’altra parte anche il 2000 avrebbe dovuto serbarci brutte sorprese ma, nonostante le precauzioni prese addirittura da grandi aziende e multinazionali, non si verificarono né catastrofi, né il temuto black out planetario.

 

2012 e fine del mondo nei miti culturali

In realtà il mito della fine del mondo costituisce un tema trasversale da sempre a varie culture e religioni sia occidentali che extraoccidentali: dal Diluvio Universale narrato nella Bibbia, alla religione Indù secondo cui ogni 360 milioni di anni il mondo sarebbe distrutto da Shiva per essere poi ricostruito.

Quello della fine del mondo, come contenuto universale dei miti e delle religioni delle culture umane, se di dubbio valore scientifico, sembra infatti avere importanti significati in senso antropologico e psicologico. E’ questa la tesi di Ernesto De Martino nel volume La Fine del Mondo (2002), pubblicato postumo e a cura di Clara Gallini. Quelle cui accenna De Martino non sono apocalissi astronomiche ma vere e proprie apocalissi culturali, i miti culturali e religiosi sulla fine del mondo esprimerebbero la paura connaturata agli esseri umani del non esserci, del venir meno non del mondo in quanto tale, ma “questo” mondo così come lo si conosce in quanto sistema di significati e rappresentazioni culturali costruiti dall’uomo stesso.

 

2012 e fine del mondo: crisi della modernità

Non stupisce quindi che la leggendaria profezia Maya della fine del mondo legata al 2012 sia in auge in un momento storico come quello attuale che, prima che crisi economico-finanziaria è, come afferma Edgar Morin nel suo ultimo libro La via. Per l'avvenire dell'umanità (2012), crisi dei valori e della stessa cultura dello sviluppo, in altre parole crisi della modernità poiché rincorrere il benessere materiale ci sta di fatto esponendo a serie di miserie e minacce sociali e ambientali, sembra definitivamente infranto il sogno di un progresso e di una crescita indefiniti.

 

2012 e fine del mondo: arrendersi o cambiare?

Allora che fare? Sembra questa una “fine del mondo” che ci minaccia prima di tutto al livello identitario sia come individui che come cultura. La crisi è il tema dominante di ogni comunicazione quotidiana e mediatica in modo spesso semplificante e catastrofizzante, che sembra invitare ad arrendersi all’inevitabile a smettere di sperare, progettare e quindi di vivere.

La fine della storia in realtà non è già stata scritta, siamo ancora una volta noi a costruirla e sarà sempre differente a seconda della lenti che decidiamo di usare per guardare la realtà. “Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo” diceva Gandhi…

 

Fonte immagine: geomangio