Counseling integrato: confusione o ricchezza metodologica?

Il counseling integrato è un approccio pluralista che nasce con lo scopo di aumentare l’efficacia dell’intervento selezionando e rielaborando metodologie di diversa matrice. Si dovrebbe ottenere così un modo di fare counseling più funzionale al cliente, in quanto ritagliato su misura per lui: vediamo insieme come

Counseling integrato: confusione o ricchezza metodologica?

Nel modello di intervento di counseling integrato possiamo ritrovare i più svariati approcci: Pnl, bioenergetica, psicosomatica e altro. Il counseling integrato condivide i presupposti della psicologia umanistica di Carl Rogers dei primi anni ’50 e dunque pone al centro della relazione terapeutica il cliente e ritiene che per il suo percorso di crescita, in base alla problematica portata, si possa attingere ai diversi indirizzi teorici. Possiamo considerare in questo senso che l’integrazione pluralistica, finché possibile, è alla base di una buona formazione attuale di counselor ad approccio integrato. Questa figura professionale si avvale di conoscenze teoriche e tecniche che provengono da diversi modelli procedurali e applica una metodologia fondata sulla selezione sistematica elettiva dei principi attivi per il cambiamento in un dato momento.

 

La professionalità del counselor si fonda principalmente, e non con poche difficoltà, su una formazione finalizzata alla definizione di uno stile personale di indagine e di intervento che fa della versatilità e dell’adattamento creativo un punto di forza. Si dovrebbe così venire a delineare una figura di counselor a “tutto tondo”, aperto e flessibile alle varie metodologie, capace di non restare attaccato ad un solo impianto teorico. L’obiettivo del counseling integrato è di avere una scelta più ampia di strategie da combinare ad hoc per il cliente e di ricercare anche quei fattori comuni ai vari orientamenti.

 

Counseling integrato: quale filo conduttore?

Filo conduttore delle varie metodologie utilizzate è sicuramente l’obiettivo generale di migliorare la vita del cliente e di potenziarne le risorse. Per quanto riguarda poi le abilità necessarie al counselor, indipendentemente dallo specifico orientamento, possiamo sicuramente citare come indispensabili l’ascolto attivo e l’empatia. Il primo riguarda la concentrazione e l’attenzione dedicata alla comunicazione da parte del cliente, sia sotto l’aspetto verbale, sia non verbale. A questo fine è utile, se non indispensabile, monitorare anche le proprie reazioni emotive, sensazioni, credenze ed eventuali pregiudizi.

 

Per quanto riguarda l’empatia invece, a parte quanto già detto altrove, ricordiamo alcuni studi che hanno dimostrato che quando è presente favorisce il cambiamento del cliente diminuendo le sue resistenze. Il counselor che utilizza un approccio integrato, considerando l’estrema rapidità con cui avvengono oggi i cambiamenti sul piano sociale e culturale, può ritenersi in sintonia con il proprio contesto e riflette tali mutamenti, dimostrando familiarità con svariati approcci e strategie da cui va a sviluppare una propria teoria di riferimento.

 

Fonte immagine: imizael.it