Internet haters, chi odia in rete

Gli haters sono coloro che odiano e mostrano il proprio odio in rete, fomentando pregiudizi o alimentando dicerie nei confronti di brand, persone o categorie.

Internet haters, chi odia in rete

Internet nasce come simbolo di libertà di pensiero e di espressione, ma questo diritto a volte viene confuso come possibilità di parlare male di chiunque e qualunque cosa: è il caso degli haters.

Anche se ci siamo lasciati alle spalle le prime teorie sulla comunicazione digitale che descrivevano la rete come una giungla priva di regole e ricca di aggressioni verbali è anche vero che oggi il marketing conversazionale deve vedersela con gli haters.

Chi sono? Coloro che fanno dell’odio in Rete (finto o reale) una missione che li porta ad esporre un pensiero anche in modo colorito per favorire la loro opinione o sfavorire qualche impresa commerciale.

 

Leggi anche Solitudine e benessere sui Social Network >>

 

Cosa fanno

Gli haters dunque sono coloro che, per un motivo o per un altro, ci tengono ad esprimere un parere contrario.
Si tratta di una categoria che mette a dura prova coloro che lavorano in comunicazione digitale, perché gli attacchi al brand non possono causare reazioni eccessive nei confronti del pubblico e sono sempre più facilmente visibili delle testimonianze di apprezzamento.

Il fenomeno non ha solo una connotazione commerciale. Gli Haters sono anche coloro che semplicemente spargono per la Rete messaggi carichi di odio online contro categorie specifiche di persone alimentando diffidenza, pregiudizi e disuguaglianze.
Il problema sta nella forte carica emotiva di questi messaggi che risultano accattivanti e appaganti e completi.
Chi li legge si accontenta di un’opinione simile alla propria senza controllarne la veridicità.

 

Come rispondere

Come rispondere agli haters? Per chi si occupa di comunicazione digitale è un argomento delicato.
Il pubblico ci osserva e non sai mai realmente se a prevalere sarà l’affetto per il brand o la vicinanza ad un criticone che però è nella stessa posizione di tutti gli altri. Sebbene a volte sarebbe bello rispondere per le rime, bisogna frenarsi: il beneficio a breve termine (lo sfogo) è immediato, ma di breve durata e in questi casi bisogna agire sul lungo termine.

Non lasciarsi tentare neanche dalla cancellazione del commento: a meno che questo non infranga chiare norme di netiquette proprie del gruppo o della pagina, un comportamento di questo tipo viene vissuto dal pubblico come un attacco alla loro possibilità di espressione.

Allora non resta che respirare a fondo e mostrarsi cordiali e chiedere, fare parlare gli haters, ma non più delle loro opinioni, bensì di fatti. Soprattutto coloro che vogliono mettere zizzania creano post emotivamente molto coloriti, ma scarsamente informativi o meglio ambigui ("avete detto che …, ricerche dicono che …, gli altri pensano che …").
Se vogliono offendere, voi cercate il dialogo, un dialogo puntuale che sia centrato sui fatti: quando sono accaduti gli eventi, chi lo ha detto.

Questo vi permetterà di:

  1. Controbattere in modo puntuale ed efficace alle obiezioni, anche ammettendo errori se necessario
  2.  Mostrare l’eventuale scarsa competenza dell’hater che vedrà i suoi supportes diminuire.

Purtroppo non tutti sono interessati alla verità e se un hater colpisce alle emozioni del vostro pubblico, conviene improntare la comunicazione dei giorni successivi a qualcosa che ricordi perché quel brand piace tanto!!

 

Leggi anche Giovani e internet: opportunità e rischi >>