Ridefinire le priorità: perché le cose importanti (a volte) non sono le più urgenti

Avere una scadenza a breve termine, sentire l’urgenza di dover consegnare un lavoro, stare sotto pressione per il tempo che incombe… Le cose più importanti devono diventare urgenti per occuparsene al meglio? Forse è il caso di ridefinire la priorità…

Ridefinire le priorità: perché le cose importanti (a volte) non sono le più urgenti

Studenti che non riescono a mettersi sui libri se non a pochi giorni da un esame. Professionisti che riescono a concentrarsi su un progetto solo quando la scadenza è ormai vicina… Sono molti gli esempi di persone che in svariate situazioni sembrano riuscire a trovare la giusta concentrazione solo grazie all’adrenalina dell’ultimo momento, quando una consegna, magari anche importante, è ormai diventata così urgente da essere improrogabile. Eppure non è detto che questo sia il metodo più vantaggioso. Forse è necessario ridefinire le priorità.

 

Ridefinire le priorità: perfezionismo e paura dell’insuccesso

Sarebbe senz’altro meglio programmare per tempo le cose da fare e potersi dedicare con tutta la calma e la concentrazione necessarie ad un progetto importante, invece di rischiare di dover fare un lavoro approssimativo o frettoloso affannandosi all’ultimo momento… Ma allora perché molte persone cadono in questa “trappola”? Come mai accade che ci si concentri su un lavoro importante solo quando ormai non c’è quasi più tempo senza essersi dedicati ad esso ben prima della scadenza?

Spesso dietro a questi comportamenti è possibile rintracciare una buona dose di ansia… Si tratta di un meccanismo della mente già molto diffuso fra gli studenti universitari: pur sapendo di dover sostenere un esame importante tendono a “dimenticarsene”, ad archiviarlo in un angolo della propria mente, fino a poche settimane (o giorni) dalla data “fatidica”. 

Ecco che allora danno tutto in quell’unico “sprint finale”, studiando notte e giorno e consumando litri di caffè. Giurano che questa è la loro migliore strategia per dare il massimo! Questo meccanismo, diffuso non solo fra gli studenti ma anche fra moltissimi adulti, nasconde spesso un elevato grado di ansia, perfezionismo e paura dell’insuccesso

Si può funzionare solo sull’urgenza, senza pianificare per tempo il lavoro perché questo imporrebbe di confrontarsi con l’ansia, la paura di non farcela, la preoccupazione di fallire o non riuscire al meglio.

Si opta allora per una modalità tutto o nulla: la prova da affrontare è archiviata, dimenticata fino a quando non si è risucchiati da quella che è diventata improvvisamente un’urgenza, cioè qualcosa che deve essere fatta improrogabilmente. Questo deresponsabilizza la mente: è l’urgenza a richiedere uno studio/lavoro coatto, non siamo noi ad averlo deciso/pianificato per tempo assumendoci consapevolmente i rischi di un eventuale insuccesso e le probabilità di una buona riuscita.

 

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Ridefinire le priorità: il tempo per avere delle buone idee

Eppure, superata la fase adolescenziale, varrebbe la pena acquisire un’adeguata dose di sicurezza in se stessi, una sicurezza (si badi bene) non solo di poter raggiungere determinati obiettivi, ma anche quella di poter eventualmente reagire e gestire un eventuale insuccesso.

Imparare dai propri errori, imparare a rialzarsi e a migliorarsi anche grazie ai propri piccoli o temporanei fallimenti è una competenza adulta troppo spesso sottovalutata nella società attuale che risente inevitabilmente di stereotipi irrealistici e semplicistici di successo tout court.

Darsi tempo per prendere delle decisioni, per pianificare le azioni fa dare per raggiungere un obiettivo importante (senza aspettare che diventi urgente) significa assumersi le proprie responsabilità (e libertà) di scelta, darsi una prospettiva a medio/lungo termine (e sostenere in tal modo una motivazione autentica), ridimensionare le eventuali difficoltà di percorso e, ultimo ma non per importanza, darsi il tempo per avere delle buone idee… 

Sì perché i pensieri più creativi e le soluzioni più innovative difficilmente vengono alla mente la notte insonne prima di una prova importante. Bisogna darsi il tempo per pensarle le cose non una, ma molte volte; di ritornarci sopra con la mente in momenti diversi e tempi diversi, di lasciarle decantare mentre apparentemente facciamo altro… Insomma è opportuno concedersi del tempo per sviluppare diversi punti di vista, per ascoltare, nella nostra mente, una pluralità di voci (come se avessimo a disposizione un nostro team personale) per poter davvero scegliere la soluzione più giusta.

La genialità, la creatività non sono frutto di un unico improvviso insight, non solo almeno, ma di tutto un processo di pensiero – si spera il più possibile divergente – che ha bisogno di tempo per potersi dispiegare.

 

Ridefinire le priorità: gestire strategicamente il proprio tempo

Un ultima ragione, complementare alle altre, per la quale ci si ritrova perennemente “sul filo del rasoio” risiede in un’inefficace gestione del proprio tempo. Che sia il tempo personale, quello di lavoro o quello che dedichiamo alle frequentazioni sociali, siamo sempre noi che scegliamo come occuparlo. 

Attenzione quindi: se è vero che esistono delle vere e proprie urgenze (spesso banalità pratiche tanto improrogabili quanto inessenziali per i risvolti della nostra vita a lungo termine); altre volte quel che è diventato urgente potrebbe essere qualcosa di importante a cui non abbiamo dato il giusto spazio di pianificazione nei mesi addietro. Forse dovremmo davvero rivedere le priorità, la griglia di Eisenhower è, fra gli altri, un ottimo strumento per iniziare a chiarirsi le idee.

 

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Foto: Vasyl Dolmatov / 123rf.com