Quando sono i genitori i manipolatori affettivi

Assumere atteggiamenti per influenzare e modificare l'atteggiamento dei figli a proprio tornaconto. La manipolazione emotiva tipica delle relazioni sentimentali può avvenire anche in famiglia.

Genitori manipolatori affettivi

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Nell’immaginario collettivo il genitore è colui o colei che ha il ruolo di sostenere, crescere, accudire, prendersi cura e supportare il figlio nella vita, al fine di renderlo individuo autonomo, capace di affrontare le tappe e le situazioni della vita, libero emotivamente e indipendente. 

 

Tuttavia, molto spesso la realtà non è analoga a questo immaginario e molti figli si trovano ad essere vittima di manipolazioni genitoriali, di padri padroni, madri definite narcisiste e soffrire per una condizione emotiva ed affettiva davvero faticosa e dolorosa. 
 

Genitori manipolativi

A livello generale si può considerare e riconoscere la manipolazione affettiva come una condizione agita o attuata da uno più individui su altri, volta a manipolare, assoggettare e quindi in qualche modo controllare emotivamente chi ne è vittima.

 

In un contesto famigliare spesso capita che uno o entrambi i genitori agiscano in modo manipolatorio al fine di ottenere scopi differenti. Capita, infatti, che il genitore con difficoltà emotive, frustrazione e insoddisfazione rispetto alla propria vita, riversi sul figlio le proprie mancanze, delusioni e desideri, colmandolo e caricandolo di aspettative e richieste affettive, al fine di colmare questa mancanza e diventando, di fatto, un manipolatore emotivo

 

Ecco che il figlio diventa quindi colui o colei che in qualche modo può soddisfare il proprio bisogno, seppur poi venga visto come rivale per i traguardi raggiunti.

 

In altri casi il figlio è usato come “strumento” per ripristinare un rapporto di coppia ormai lacerato, privo di stimoli che riversa consapevolmente o meno sul figlio aspettative ma anche il tentativo di ricucire rapporti, di mantenere un legame e di eliminare le difficoltà. Può capitare inoltre che il figlio diventi la persona che, in qualche modo, soddisfa il proprio bisogno di essere al centro dell’attenzione, di ricevere e dare affetto, di sentirsi importante per qualcuno. 

 

In ogni caso quindi il figlio o la figlia subiscono una manipolazione affettiva, rimanendo intrappolati in una ragnatela di legami poco sani e disfunzionali che nel tempo possono arrecare anche difficoltà emotive, dipendenza affettiva grave, scarso raggiungimento di autonomia e di indipendenza emotiva. Il tutto con conseguenze anche gravi.

 

Tipologie di manipolazione

Secondo Kathya Bonatti, psicologa svizzera esperta in materia la manipolazione affettiva può avvenire attraverso parole, gesti, comportamenti, atteggiamenti, modi di considerare l’altro e di esprimersi. tutto destinato a influenzare l’altro senza che esso se ne renda conto.

I genitori possono attivare differenti modalità e stili manipolativi:

  • Manipolazione omissiva: si attua ogni qualvolta i genitori omettono alcuni comportamenti funzionali alla crescita e alla relazione affettiva ed emotiva, quindi ad esempio non coccolano, non accolgono difficoltà e successi dei figli, ecc.
  • Manipolazione commissiva: solitamente i genitori attuano comportamenti volti a generare delle situazioni e condizioni per proprio tornaconto, come ad esempio, svalutano e non accettano scelte di vita del figlio, obbligano a matrimonio con determinati partner.
  • Manipolazione raffinata: è una delle forme più subdole in quanto si nasconde dietro ad un iniziale comportamento o atteggiamento generoso e positivo che però poi si tramuta in una sorta di ricatto o di richiesta di risarcimento o riconoscimento. Accade quando ad esempio si dà benessere ai figli pretendendo poi di avere lo stesso.
  • Vittimismo: si attua quando i genitori agiscono e si comportano da vittime, trascurando magari se stessi e la propria salute al fine di tenere ancorati a sé i figli preoccupati o per ricevere cure e attenzioni.
  • Senso di Colpa: è una delle condizioni più frequenti che si attua quando si agiscono comportamenti o si fanno affermazioni volte a far sentire in colpa il figlio e quindi in qualche modo far leva su questo vissuto per ottenere quello che si desidera.
  • Ricatti affettivi: spesso utilizzati anche con i bambini più piccoli al fine di attivare un comportamento adeguato in determinate circostanze e fa riferimento a tutte quelle situazioni in cui si ricatta affettivamente l’altro dicendo ad esempio che se fai questo allora… o se non lo fai succede che…

 

Conseguenze della manipolazione affettiva

La relazione genitori-figli è estremamente importante fin dal primo istante. È prima esperienza relazionale e di interazione vissuta dal bambino, sulla base della quale costruisce modelli di interazione, di sé, dell’altro e le abilità socio emotive e relazionali.

 

Nella relazione con i genitori il bambino impara a conoscersi, fa esperienza di sé e della propria identità, oltre a sperimentare le emozioni, imparare a distinguerle a controllarle, sviluppando inoltre empatia e capacità di comprendere l’altro e le situazioni.

 

Nelle relazioni manipolative questo processo è minato dagli agiti o mancanze genitoriali che riversano sul figlio proprie sofferenze, aspettative o bisogni, senza accorgersi e accogliere i suoi, che sono spesso messi da parte, non considerati e anche derisi o sminuiti.

 

Questo genera sofferenza, oltra a dipendenza affettiva che con fatica si può riparare o rompere e che influenza tutte le relazioni future e la relazione con i genitori anche da anziani. I figli in qualche modo percepirà se stesso come sempre sbagliato, causa del dolore, insoddisfazione e rabbia dei propri genitori e farà di tutto per riuscire a risanare questo e soddisfare le richieste emotive fatte da mamma e papà.

 

Reazioni alla manipolazione

Capita talvolta che la consapevolezza di questa situazione e manipolazione attivi alcune reazioni che hanno come scopo quello di svincolarsi da essa e di raggiungere un’indipendenza.

 

In alcuni casi un buon lavoro su si sé, sull’autostima e sulla costruzione di nuove dinamiche relazionali magari con il partner o interazioni extra-famigliari, possono portare a risanare la dipendenza affettiva dai genitori, a staccarsi da essi e ad accettarli per quello che sono non cadendo più trappola dei loro tranelli affettivi.

 

Altre volte invece i tentativi di sottrarsi possono portare a: 

  • Contestazioni o conflitti in cui si “tradiscono” i legami e i vincoli famigliari, agendo comportamenti disfunzionali e pericolosi per sé come dipendenze o condotte autolesive
  • Sottomissione e annullamento di sé specialmente in caso di bassa autostima e considerazione di sé capita che i figli arrivino ad annullare se stessi, non reagendo alla manipolazione ma rimanendone vincolati e magari riproducendola nella propria famiglia
  • Sintomatologia che in alcuni casi porta all’insorgere di sintomi come depressione, ansia, fobie, senso di inadeguatezza.