Tecnologia a scuola: limite o risorsa?

La tecnologia è dappertutto, fuorché a scuola: la presenza delle nuove tecnologie negli istituti scolastici è vissuta in una relazione ancora difficile e spesso temuta proprio da chi vive nelle classi.

Tecnologia a scuola: limite o risorsa?

La tecnologia è dappertutto, fuorché nella scuola. E' forse perché le nuove tecnologie sono considerate un limite all’apprendimento? O perché occorrerebbe investire di più? sorsa? Molto o troppo spesso è poi difficile dare una risposta e attuare un cambiamento. 

 

Le tecnologie nell’ambiente scolastico

Nel 2009 il MIUR ha dato il via a una serie di iniziative per arricchire gli istituti scolastici di ausili informatici e tecnologici, con la finalità di migliorare e aggiornare gli ambienti di apprendimento, creando una scuola 2.0. Ecco allora che nelle classi iniziano sempre più ad essere istallate (in alcune scuola questo avviene dal 2006) le “Lavagne Interattive Multimediali”, conosciute come LIM che offrono innumerevoli possibilità tra cui proiettare video e immagini, presentazioni o slide, scrivere servendosi anche di differenti colori, fare schemi rapidamente, ricercare e condividere informazioni, fare foto delle schermate. 

Accanto a queste vi è un miglioramento e incremento dei computer presenti nelle aule informatiche, della rete wireless e talvolta vengono dati in dotazione tablet ai singoli alunni.

Tuttavia, questo è vero a livello generale e ipotetico, poiché ancora oggi a distanza di dieci anni, molti istituti sono privi di questi ausili e quindi della possibilità di sfruttarli e inserirli nelle attività didattiche.  

 

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Perché usare la tecnologia a scuola?

La tecnologia è qualcosa che sicuramente ha modificato non solo il modo di lavorare, comunicare, relazionarsi e gestire la realtà, ma anche di pensare e apprendere. L’impatto che ha sugli individui è quindi molto ampio e generalizzato. Se questo è vero, lo è ancor di più per quella parte della popolazione che viene definita dei “nativi digitali” ovvero bambini e ragazzi che sono nati in un mondo pervaso dalla tecnologia e che con essa entrano in contatto ogni giorno. I più piccoli hanno doti e abilità nell’utilizzo di smartphone, tablet, computer e molto altro, spesso più elevate e precise degli adulti.

Perché quindi non “sfruttare” questo a vantaggio nel loro apprendimento e rendimento scolastico? Molte ricerche infatti dimostrano tanti vantaggi nell’utilizzo della tecnologia a scuola, tra cui: 

 

  • Miglior coinvolgimento degli studenti grazie al maggiore potere attrattivo della tecnologia, quindi maggiore attenzione
  • Cambiamento del paradigma di insegnamento, in cui lo studente è posto al centro e ha il compito di cercare informazioni e costruire la propria conoscenza attivamente, al di là del prendere il libro e leggere o ascoltare passivamente la lezione frontale
  • Incremento della curiosità e della creatività grazie all’insieme di stimoli e informazioni fruibili nel web e la creazione di elaborati di differenti forme
  • Permette una didattica che stimola e utilizza più canali sensoriali tramite l’utilizzo di testi, immagini, suoni, ecc.
  • Permette la condivisione di informazione tra studenti, tra studenti e insegnanti e tra docenti
  • Riduce le difficoltà di quegli studenti che possono per innumerevoli motivi faticare nello stare al passo con la normale modalità didattica (ad esempio DSA, ADHD, ecc), grazie alla scrittura attraverso pc con correzione automatica, audiolibri, calcolatori, associazione di immagini, ecc
  • Favorisce l’acquisizione di competenze fondamentali nel mondo del lavoro come scrivere un testo, generare una presentazione, inviare mail, condividere contenuti, ecc. tutti elementi che oggi sono indispensabili quasi in ogni ambito ma che a scuola non vengono ancora insegnati e considerati.
  • Avvicina la didattica e la scuola al mondo degli studenti, pervaso dalla tecnologia e in cui il suo uso è richiesto per stare al passo.

 

I vantaggi sono moltissimi. È vero e importante stare attenti e non accedere nell’utilizzo dei dispositivi, ma altrettanto vero è il fatto che essi sono parte della nostra quotidianità ed è il modo in cui si utilizzano e renderli risorsa o rischio. 

 

Perché c’è poca diffusione

Perché quindi ancora troppo pochi sono gli utilizzi delle tecnologie?

La prima risposta risiede nella disomogenea distribuzione delle risorse, poiché come già detto, ci sono istituti ancora sprovvisti o comunque non in grado di rispondere al numero di studenti presenti.

Tuttavia l’elemento più difficoltoso sono i pregiudizi, le abitudini e la difficoltà di modificare un sistema e schema didattico che dura da sempre, ben radicato e conosciuto da tutti. In questo hanno un ruolo fondamentale i singoli istituti e loro insegnanti, con il compito di utilizzare la tecnologia a loro vantaggio, costruendo lezioni più interattive, laboratoriali, in cui gli studenti possano sperimentare gli strumenti a disposizione e acquisire competenze.

Questo però non sempre è possibile, non solo per la scarsa dimestichezza di alcuni docenti di questi strumenti, specialmente se appartenenti alle vecchie generazioni e quindi più anziani, ma specialmente per la grande numerosità degli alunni per classe, la presenza di differenze e di necessità diverse

Quindi, talvolta, le tecnologie sono viste come un limite e come qualcosa che può incrementare ancora di più le difficoltà degli studenti e il divario negli apprendimenti, perché viste meno utili ed efficaci dei cari e vecchi libri, della spiegazione dell’insegnante e dei normali metodi didattici, e sicuramento meno sotto controllo.

Il cambiamento quindi deve partire nella visione di fondo e nel paradigma alla base dell’insegnamento in cui il docente non è più colui che sa e che trasmette sapere ma colui che supporta e media la relazione tra gli studenti, le tecnologie e la conoscenza che deve essere costruita sperimentando, facendo e ricercando, nonché condividendo con altri quanto appreso. È sicuramente complesso ma è una sfida importante per avvicinarsi al nuovo modo di essere e apprendere dei bambini e ragazzi di oggi, ponendolo loro al centro del loro percorso scolastico.

 

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